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venerdì 18 novembre 2016

Un Mestiere pericoloso


Luciano Canfora

Un mestiere pericoloso. La vita quotidiana dei filosofi greci

La difficile vita quotidiana dei filosofi greci nell'ostilità del conformismo e del potere.
Se si pone mente al caso dei filosofi greci (per lo meno di alcuni), il motto celebre, e celebrato, di Marx, secondo cui i filosofi si sarebbero sinallora limitati a «interpretare il mondo» astenendosi dall’imperativo inderogabile di «cambiarlo», non sembra corrispondere al vero. Giacché quegli antichi inventori del filosofare, in verità, operarono. E in una piccola comunità, quale fu la città antica, la loro azione risultò sommamente visibile: tanto da diventare non di rado il bersaglio della più popolare forma d’arte, la commedia. Più avanti di tutti si spinse Platone, il quale tentò addirittura di costruire la «città nuova»; e perciò patì la cattività e rischiò il peggio. Molto dopo di lui, uno stoico, Blossio di Cuma, fu dapprima coi Gracchi. Una volta persili, andò a morire combattendo al fianco di Aristonico e dei suoi ribelli, i quali chiedevano uguaglianza e adoravano il sole. La loro parola era dunque azione. Contro Socrate - l’uomo che forse meglio rappresenta gli antichi pensatori nella fantasia dei posteri - fu lo stesso ceto politico a mobilitarsi per neutralizzarlo. E lo colpirono: con lo strumento, talvolta cieco, ma ognora onnipotente, del verdetto di un tribunale.  Luciano Canfora

Luciano Canfora (1942) insegna Filologia greca e latina. Con questa casa editrice ha pubblicato: La democrazia come violenza (1982), Storie di oligarchi (1983), Il comunista senza partito (1984), La sentenza (1985 e 2005), La biblioteca scomparsa (1986), Vita di Lucrezio (1993), Demagogia(1993), Manifesto della libertà (1994), La lista di Andocide (1998), Un ribelle in cerca di libertà. Profilo di Palmiro Togliatti (1998), Un mestiere pericoloso. La vita quotidiana dei filosofi greci (2000),Il copista come autore (2002), 1914 (2006), 1956. L'anno spartiacque (2008, 2016), La meravigliosa storia del falso Artemidoro (2011) e La trappola. Il vero volto del maggioritario (2013). Dirige la collana «La città antica» di questa casa editrice e la rivista «Quaderni di storia». Tra i suoi libri più recenti ricordiamo: Il mondo di Atene (Laterza 2001), SpieURSS, antifascismo. Gramsci 1926-1937 (Salerno 2012), Intervista sul potere (Laterza 2013).

18 commenti:

  1. La parte su cui ho prestato maggiore attenzione è stata quella in cui l’autore dice che il filosofo era uno dei mestieri più pericolosi, perché c’era il rischio di essere uccisi se si osava dire ed esprimere la propria opinione. Penso che i filosofi, invece, avrebbero dovuto avere tutto il diritto di dire quello che pensavano, perché è solo grazie a loro che oggi studiamo filosofia che è una materia molto interessante anche se è un po’ difficile da comprendere, e comunque molto bella. Perciò scoprire che alcuni filosofi come Socrate e Giordano Bruno vennero condannati a morte per questo motivo, è terribile.

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  2. Il libro “Un mestiere pericoloso” ci porta, come i libri trattati precedenti, ad una profonda riflessione. Mestieri come il pompiere,il pilota, il soldato ad esempio possono essere alcuni dei lavori più difficili e pericolosi per la nostra vita, non solo fisicamente ma anche moralmente. È anche vero però che non solo questi potevano nuocere a noi ma anche fare il filosofo poteva essere pericoloso. La libertà di parola in quell’epoca avrebbe portato i filosofi a conseguenze tali da giungere anche alla morte. Molti di questi e tra i più importanti sono deceduti per aver espresso un proprio giudizio; sapendo di rischiare la vita, sono ugualmente andati avanti e penso che dovrebbe essere lo stesso anche per noi: esprimere ciò che pensiamo riguardo a qualcosa o ad un argomento trattatosi anche in classe non dovrebbe farci paura ma dovrebbe spingerci di più ad agire senza temere delle conseguenze che avverranno dopo.

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  3. Nell'antichità i filosofi erano percepiti come una minaccia per i superiori infatti esprimevano liberamente le proprie idee senza paura e spesso andando contro quello che diceva la chiesa e i potenti. Venivano uccisi e torturati se venivano scoperti a parlare ed esporre le loro idee. Il mestiere del filosofo quindi era un mestiere molto pericoloso pari a un soldato o un carabiniere di oggi. Dovremmo prendere esempio da queste persone coraggiose e non avere paura di dire quello che pensiamo anche se va contro l'opinione comune

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    1. Mi trovo molto d'accorto con ciò che ha detto Maria , perché anch'io credo che esprimere la propria opinione sia pericolosa ma , come ogni altro pericolo va affrontato e superato

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  4. Un mestiere pericoloso di Luciano Canfora sottolinea come la filosofia nell’antichità fosse un mestiere che spesso risultava pericoloso ;l’esprimere le proprie idee poteva costare agli antichi pensatori anche la pena di morte ,come nel caso di Socrate.

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  5. Le pagine di questo libro sono racchiuse in un'unica e profonda parola: OSARE.
    Quei filosfi essendo, dunque, consapevoli delle conseguenze a cui avrebbero portato le loro libere opinioni (fino a giungere alla morte), non hanno mai smesso (con grande coraggio) di osare a cambiare il mondo andando contro la doxa, aprendo quindi una nuova e migliore prospettiva di esso, cercando di cambiare anche le menti altrui. Personalmente, ammiro tanto tale coraggio e penso che i grandi lavoratori di oggi, soprattutto coloro che rischiano la vita ogni giorno per tutelarci, debbano svolgere il proprio mestiere con dignità, onore, passione e, soprattutto, coraggio che li porterà sicuramente ad un'immensa soddisfazione.

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  6. Un mestiere pericoloso, libro su cui rivolgere molta attenzione mi ha portato a riflettere abbastanza su di esso. Infatti, anche fare il filosofo poteva essere pericoloso, il quale, portava a volte a cause gravi. Esprimere la proprio opinione portava anche alla morte come nel caso di Socrate e di altri filosofi, i quali pur sapendo di rischiare in ogni modo hanno portato avanti il loro coraggio.

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  7. In questo libro si spiega che un mestiere molto pericolo non è solo fare il pompiere , il soldato e cose varie, un mestiere pericoloso è anche un semplice filosofo che esprime le proprie idee anche contro il volere degli altri. Dovremmo ringraziare questi filosofi, che sono riusciti a portarci le loro testimonianze senza paura che avrebbero rischiato la vita. Dovremmo ringraziare tutti i filosofi che ora grazie a loro studiamo questa materia la quale ci ha fatto e ci farà sicuramente ancora riflettere sul senso della vita.

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  8. "Un mestiere pericoloso " penso sia un libro che fa riflettere su molte cose , per esempio adesso la prima che mi viene in mente è la possibilità che noi abbiamo di esporre la nostra opinione liberamente ; perché credo che , anche se non esiste una legge contraria sono presenti molti vincoli ; Infatti , molto persone per paura di non essere comprese e prese in giro, si limitano ad approvare l'opinione comune e soffocare la propria , ma ciò è errato perché TUTTI dobbiamo essere liberi di esporre la propria opione e NESSUNO deve permettersi il lusso di giudicare , prendere in giro e uccidere per ciò , proprio come accadeva ai poveri filosofi antichi .

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  9. Ipazia, figlia del matematico e filosofo Teone, era una donna straordinaria. Ella insegnava in pubblico il pensiero dei filosofi divenendo un ostacolo per coloro che stavano al potere e per coloro, come Cirillo, che ambivano a conquistare la città di Alessandria. Nel 415 Ipazia venne uccisa. Ciò che mi ha fatto riflettere è la figura di questa donna che per l’amore per la conoscenza è stata considerata un problema e fu addirittura eliminata brutalmente. Un po’ come ciò che succede oggi … alcuni uomini vengono uccisi perché hanno il coraggio di denunciare e mettersi contro a questa società corrotta guidata dall’amore per il potere ed il benestare. La mia ambizione è quella di vivere in un mondo popolato da gente coraggiosa, come Ipazia, che svolge al meglio il proprio compito per il bene della società e per la concordia tra la gente.

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  10. molti filosofi sono stati perseguitati per le loro idee e per il loro diverso modo di pensare e di vedere le cose come ad esempio i filosofi di Alessandria che furono perseguitati dai cristiani, altri come Socrate furono uccisi. Purtroppo oggi come allora la libertà di parola manca ancora in molte nazioni del mondo.

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  11. Il filosofo contemporaneo, Luciano Canfora, racconta in uno dei suoi libri, come nell’antichità non ci fosse la libertà di opinione e di quanto fosse pericoloso esprimere la verità che faceva male agli uomini di potere. Anche ai nostri giorni vi sono diversi mestieri pericolosi e, come ci racconta l’autore, nell’antichità intraprendere la professione del filosofo era molto pericoloso. Egli in questo suo libro, un mestiere pericoloso, ci fa capire attraverso delle storie che nonostante se ne pensi diversamente, le idee e i pensieri possono cambiare il mondo e provocano un sentimento inaspettato: la paura. Sì, la verità molto spesso faceva, e ancora tutt’oggi, del male soprattutto agli uomini di potere; per questo motivo molti scrittori, poeti, filosofi sono stati assassinati, perché non c’era la libertà di pensiero e parola.

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  12. i filosofi sono stati perseguitati per le loro idee fin dall'antichità.molti filosofi esponevano le loro idee senza paura ma se venivano scoperti la pena era la morte.Ad esempio Socrate , uno dei più grandi filosofi della Grecia antica, è stato condannato a morte dai suoi stessi concittadini per le sue opinioni diverse.Ancora oggi la libertà di parola non è presente nel mondo e molte persone vengono uccise per le loro opinioni.

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  13. Nei tempi antichi molti filosofi hanno rischiato la loro vita per divulgare le loro idee perché se venivano scoperti venivano uccisi e perseguitati.Ad Alessandria d'Egitto molti filosofi vennero perseguitati e uccisi dai cristiani perché le loro idee erano considerate come idee pagane.Oggi come allora le persone vengono perseguitate per il loro diverso modo di pensare e molte di queste persone vengono uccise,specialmente nelle zone del mondo in cui c'è poca libertà d'espressione.

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  14. Il libro "Un mestiere pericoloso" afferma che, tempo fa, fare il filosofo era molto pericoloso...molti filosofi venivano uccisi solo per aver espresso un pensiero, perché non c'era libertà di parola; io trovo sbagliato ció che facevano perché secondo me ognuno deve essere libero di pensare ciò che vuole e di esprimere liberamente la propria opinione.

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  15. Dopo aver ascoltato la continuazione della lettura di questo libro, ho capito che la politica è stata un terreno di scontro da sempre, e ci siamo soffermati sul problema, che allora persisteva, di stabilire chi aveva il diritto di governare tra un monarca o un “migliore”. Platone riteneva che tale opportunità spettasse a un filosofo (il migliore) poiché dotato di grande conoscenza, e sono molto d’accordo su questo. Un governante deve saper parlare bene in pubblico e avere già acquisito un’ottima formazione culturale, al fine di poter dirigere al meglio la democrazia. Era importante, quindi, fare il filosofo che, all’inizio, credevo fosse un semplice lavoro, ma dopo questa riflessione ho capito che era un mestiere molto impegnativo, duro e soprattutto PERICOLOSO.

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  16. Al tempo dei filosofi di Atene la situazione politica era in una grave crisi infatti nella città dell'Atto va era in corso una guerra civile che aveva causato molti morti e alla fine di questa guerra la città di Atene,che era governata dal consiglio dei trenta tiranni che era appoggiato da Sparta,riuscì a ritornare lentamente alla democrazia.Molti filosofi del tempo, come ad esempio Platone, erano stati influenzati da questi avvenimenti e volevano che la città fosse governata non attraverso la democrazia ma attraverso un oligarchia di filosofi oppure da un re che fosse stato istruito dai filosofi.Alla fine ha la meglio la monarchia e Alessandro Magno, istruito da un filosofo, conquisterà e unificherà sotto il suo dominio tutte le città della Grecia.

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  17. Al tempo di Platone e Socrate la città di Atene versava in una grave e sanguinosa guerra civile, la città era governata da trenta tiranni appoggiati da Sparta.Quando la guerra civile finisce i filosofi si pongono un problema: a governare ci deve essere una democrazia che può portare a un governo dei persone ignoranti e poco istruite,una città governata dai filosofi,oppure un re istruito da filosofi? Alcuni anni dopo Alessandro Magno conquisterà la Grecia e sarà un re saggio e istruito dai filosofi.

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