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venerdì 18 novembre 2016

L'uomo che piantava gli alberi


Durante una delle sue passeggiate in Provenza, Jean Giono ha incontrato una personalità indimenticabile: un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest'uomo stava compiendo una grande azione, un'impresa che avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare che racconta "come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione"

17 commenti:

  1. Mi è piaciuto molto ascoltare la lettura di questo libro, perché ho apprezzato tantissimo come un povero contadino, nonostante i problemi che ha avuto in passato per la morte della moglie e del figlio, abbia potuto trasformare con passione un semplice luogo deserto in una foresta ricca di alberi e di vita. Infatti, secondo me, una cosa fatta con amore e passione avrà sempre buoni risultati, magari anche migliori di quelli che ci si aspettano, perché nella vita non si riesce a fare niente senza sacrificarsi.

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  2. Il lavoro che questo povero pastore ha fatto con laboriosità e pazienza ha contribuito ha ripopolare zone semidertiche e a cambiare il paesaggio ripopolando la zona di alberi.La sua impresa ha fatto si che anche il villaggio che si stava spopolando riprendesse vita.Questo libro di poche pagine ci ha insegnato che noi dobbiamo rispettare la natura e ripopolare le nostre foreste ci può fare vivere meglio e in salute.

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  3. L'impegno di quest'uomo che ha piantato ettari ed ettari di alberi ci fa capire che noi uomini se ci impegniamo possiamo cambiare e migliorare il nostro pianeta e renderlo un mondo migliore rispettando e proteggendo la natura.

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  4. Jean Giono ci fa riflettere, attraverso questo libro, di come una singola persona se ispirata da passione e determinazione può cambiare le sorti del mondo. Gli uomini non portano solo distruzione ma ci sono persone che amano la natura e la loro terra e cercano in tutti i modi di valorizzarla spinti dall'amore per le loro origini. Dovremmo tutti prendere esempio da quest'uomo e imparare a non vergognarci delle nostre origini.

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  5. “Se metto in conto quanto c'è voluto di costanza nella grandezza d'animo e d'accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l'anima mi si riempie d'un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio.”
    Questo è il tratto del libro che più si avvicina al mio pensiero circa Elzéard Bouffier ,ovvero di quanto possa essere grande la forza d’animo di un uomo che vive isolato nella solitudine delle terre allora deserte della Provenza. Elzèard dedica la propria esistenza alla natura ,avendo come obbiettivo di piantare il maggior numero di alberi possibili finché in vita. Questo gesto porterà a quel territorio a distanza di anni la vita dimostrando quanto “la condizione umana sia ammirevole”.

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  6. L'uomo che piantava gli alberi, altro libro stupendo cosi semplice ma significativo al tempo stesso, ci porta ad un'attenta analisi. Ammiro il pastore ,il quale senza possedere nulla e vivendo da solo per la morte della moglie e del figlio, in mezzo alla natura è riuscito non ha distruggere quest'ultima, ma ad ampliarla e a compiere un grandissimo gesto che è stato quello di piantare ogni giorno ghiande. Il risultato è stato una vastissima foresta che ha suscitato grande stupore alle persone che si trovavano nelle popolazioni vicine. Invito chiunque a leggere questo breve racconto perché credo che possa portare un grande insegnamento, come è stato portato a me e vale a dire: l’uomo pur non possedendo nulla ha bisogno di rimanere a contatto con la natura, non distruggendola ma nel caso del pastore che pur non possedendo alcun bene materiale o qualsiasi altra persona si trovasse con lui, è riuscito a creare un’enorme foresta coltivando la sua passione tramutatasi in amore senza aver dovuto danneggiare la natura, ma cercando di venirne a contatto con essa. Quindi dovremmo cercare di reagire di più con amore e seguire le nostre passioni, forse riusciranno a portare qualcosa di buono a noi e alle persone che vogliamo trasmettere un messaggio come ci dimostra quest’uomo, al quale ne dovremmo trarre esempio e insegnamento.

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  7. Jean Giono attraverso il libro “L’uomo che piantava gli alberi”, ci porta a riflettere su di esso. Io penso che gli uomini non debbano distruggere la natura, ma piuttosto prenderne cura. Infatti, come ci dimostra il pastore, è riuscito a sviluppare un’enorme foresta, non distruggendo la natura ma venendo a contatto con essa.

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  8. È incredibile pensare come un pastore/contadino con la sua riservatezza, semplicità e umiltà sia riuscito a "trasformare" il proprio amato territorio passando dal deserto, dalla distruzione, dalla malinconia e quindi dal BUIO, al ripopolamento, alla ricchezza dei terreni grazie alla vastità di alberi piantati (simbolo di saggezza, di ricchezza e di vita), alle fonti d'acqua e quindi alla LUCE, alla meraviglia nonostante le diverse difficoltà riscontrate durante il proprio percorso esistenziale. Se tutti gli uomini amassero la natura come Elzéard, prendendosene cura e avendone rispetto, facendo dunque piccoli gesti che portano a grandi cambiamenti con ottimi risultati, il mondo sarebbe un posto migliore in cui vivere.

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  9. Mi è piaciuta molto questa lettura, ma sopratutto mi è piaciuta la determinazione e l'impegno che ha messo quest'uomo che nonostante i problemi avuti in passato, si è fatto coraggio e ha trasformato un semplice luogo in una grande foresta.

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  10. La lettura è stata molto interessante poiché penso che con coraggio e umiltà quest'uomo è andato avanti , trasformando in un terreno qualsiasi una foresta.

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  11. L' ascolto di questo libro è stato molto piacevole grazie alla semplicità della storia raccontata . Questo povero uomo che non avendo nulla decide di piantare alberi è da ammirare , in quanto ci fa capire che se vogliamo migliorare qualcosa non dobbiamo aspettare niente , ma avere solo tanta forza di volontà e coraggio . Ciò che maggiormente mi ha colpito è stato quando egli , dopo aver piantato molti alberi ed essi non spuntavamo , non mollava ma , ritornava lì e piantava una diversa specie . Ed è questo che noi dobbiamo fare non arrenderci mai , ma trovare la forza e un modo differente per risolvere ogni problema .

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  12. La lettura di questo libro mi è interessata particolarmente perché quest'uomo anziano ha impegnato gran parte del suo tempo svolgendo qualcosa di costruttivo per se stesso e per gli altri, migliorando la situazione di generazioni future. Ciò ci insegna a credere più in noi stessi, perché anche solo un uomo può cambiare le circostanze.

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  13. “Vidi che vicino ad essa avevano piantato un tiglio di forse quattro anni, Simbolo incontestabile di una RESURREZIONE.” La resurrezione della vita in quei territori è il frutto del lungo, accurato e paziente lavoro dell’anziano contadino, che durante le due guerre è riuscito a piantare faggi e querce in molti ettari del territorio. Il risultato di questo suo nobile gesto è stato il ritorno della vegetazione nelle Basse Alpi e il ripopolamento dei paesi un tempo deserti. La grandezza di ogni uomo è giudicata dalla grandezza delle sue opere… spetta a noi compiere gesti degni di nota perche il futuro del mondo è nelle nostre mani.

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  14. Il libro ”l’uomo che piantava gli alberi” è secondo me molto istruttivo, perché fa capire a tutti i lettori che con poco, chiunque, può cambiare in meglio il mondo, che sia un uomo umile, come il pastore della storia, o che sia un uomo superbo.

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  15. Elzéard si può descrivere come un uomo che ha perso tutto, a causa della morte del figlio e della moglie ragione per lui di vivere, quindi a causa di questi lutti ha perso il suo “messaggio a Garcia” e quindi ne dovuto ritrovare un altro, cioè quello di piantare alberi e in lui quindi si può vedere quanto c’è bisogno per far cambiare a un uomo il suo pensiero.

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  16. Al termine della lettura del brano è risultato che, uno stato è ben governato quando non si dà molta importanza al governatore e non si rispettano le leggi alla lettera ; perché ognuna di essa va interpretata per ogni diversa circostanza . Quindi è importante scegliere da chi farci governare altrimenti rischieremo di retrocedere culturalmente e politicamente.

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