In questo limpido libretto del 1973, Konrad Lorenz, premio Nobel per la medicina, affronta, nella prospettiva della biologia e dell'etologia, alcuni problemi capitali che si pongono al mondo di oggi. Tali problemi, secondo Lorenz, corrispondono ad altrettanti "peccati capitali", che la civiltà occidentale ha accumulato nella sua evoluzione e che minacciano oggi di ucciderla. La sovrappopolazione, la devastazione della terra, l'indottrinamento coatto, le armi nucleari, l'ostilità e l'indifferenza che si annidano nel corpo della società sono tutti anelli di una stessa catena fatale, prodotta da un atteggiamento incurante e rapace verso la vita. Distesamente e acutamente, con l'occhio lucido dello scienziato e insieme con appassionata partecipazione, Lorenz analizza le cause e i meccanismi di questi e altri peccati, la cui gravita è spesso tanto maggiore in quanto non vengono riconosciuti come tali - e le sue pagine daranno una prova convincente di quale aiuto prezioso possano offrire antiche e nuove scienze, come la biologia e l'etologia, nel tentativo di comprendere processi che coinvolgono oggi la vita di tutti.
Cari Alunni, quest'anno mi piacerebbe discutere insieme a voi sui problemi che Konrad Lorenz tratta in questo libro. Naturalmente lo rìleggeremo insieme a scuola e vorrei che ognuno di voi contribuisse con idee e proposte... intanto vi do qualche notizia più specifica sul libro:
RispondiEliminaGli otto peccati capitali della nostra civiltà è il titolo di un libro di Konrad Lorenz pubblicato per la prima volta in lingua tedesca nel 1973, vale a dire nello stesso anno in cui il padre dell'etologia ricevette il premio Nobel per la medicina.
In questo libro Lorenz tratta dei processi e dei comportamenti umani che, a parere dell'autore, nel corso degli ultimi anni hanno portato ad una progressiva disumaizzazione del genere umano.
Il corpo testuale del libro trae origine da una serie di conferenze tenute da Lorenz tra il mese di novembre e quello di dicembre del 1970 per la Bayerischen Rundfunk (Radio Bavarese) di Monaco; ciò si riflette sia nelle frasi brevi e coincise che caratterizzano tutti i capitoli del libro, sia nella penuria di note, documenti e riferimenti ad altri autori che giustifichino le tesi esposte dallo scienziato austriaco. Quest'ultimo aspetto fa dello scritto un saggio atipico, ma non intacca,tuttavia,la sua importanza. Il libro ottenne, infatti, negli anni immediatamente successivi alla sua pubblicazione, un notevole successo non solo nella cerchia di intellettuali austriaci e tedeschi del tempo, ma anche tra la gente comune: furono questi ultimi, infatti, a incoraggiare Lorenz a pubblicare il testo delle confereze dopo averli ascoltati alla radio, come egli stesso scrive nelle note introduttive dell'opera:
« La mia predica, che è stata diffusa per radio ha avuto un'eco che mi ha sorpreso. Mi sono giunte innumerevoli lettere di gente che volevano il testo stampato, e infine i miei migliori amici mi hanno chiesto categoricamente di rendere accessibile lo scritto a un pubblico vasto. »
Dal punto di vista biologico ed etologico, Konrad Lorenz nel libro "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" del 1973, riesce ad occuparsi in maniera acuta, lucida e convincente, di certi problemi capitali che tutt'oggi sussistono; quali la sovrappopolazione della terra, la devastazione dell'habitat umano, l'accelerazione delle dinamiche sociali a causa della competizione fra uomini, il bisogno di soddisfazione immediata di tutte le esigenze, primarie o secondarie, il deterioramento genetico causato dalla scomparsa della selezione naturale, la scomparsa di antiche tradizioni culturali, l'indottrinamento favorito dal perfezionamento dei mezzi di comunicazione, e la corsa agli armamenti nucleari. Lorenz fa corrispondere questi problemi a peccati capitali che invadono la civiltà occidentale minacciando di ucciderla. Il filosofo argomenta in maniera tale sui problemi della nostra società da risultare piacevole, analizza i mali capitali con l'attitudine profonda e con l'occhio clinico dello scienziato, sostenendo l'aiuto prezioso che offrono le scienze antiche e nuove, quali la biologia e l'etologia.
RispondiEliminaOlga Valeria Zagari
Molto buona l'analisi, cara Valeria... gradirei adeso che prendessi in esame un aspetto del libro ed esprimessi la tua opinione....
RispondiEliminaNel leggere il saggio “Gli otto peccati capitali della nostra civiltà” di Konrad Lorenz vediamo come, nonostante questo libretto sia stato scritto nel 1973, i contenuti rispecchiano molto la società in cui ci troviamo. Egli ci fa riflettere e ci fa vedere su un’ottica, che noi ignoriamo, alcuni aspetti molto interessanti dal mio punto di vista. Gli argomenti che tratta, come ha già spiegato il prof nella parte introduttiva, sono di vario genere: la sovrappopolazione, la concorrenza economica, la distruzione del nostro ambiente, il senso di estraniazione, e via dicendo.. questi, Lorez li cita come “peccati capitali” che ormai la società accantona l’uno sull’altro fino ad arrivare ad una distruzione!
RispondiEliminaNel capitolo V “L’estinguersi dei sentimenti” ha attirato la mia attenzione, il rapporto piacere-dolore, in cui l’organismo prima deve riconoscere uno stato di sofferenza per poi ritrovarsi in uno stato di piacere. Lorenz fa il paragone con il cane, in quanto egli si applica malvolentieri a svolgere certe azioni, ma se la ricompensa è un premio, allora svolge tutto ciò che il padrone desidera. “L’adattabilità del meccanismo piacere-dolore permette all’organismo, in caso di vero bisogno, di pagare anche un prezzo esorbitante per raggiungere un obiettivo di importanza vitale”. Mi turba un po’ il proverbio dei contadini austriaci che Lorenz cita a proposito di tale argomento: “oggi voglio fare un piacere al mio cane: prima lo picchio forte, e poi smetto”
Luana
Carissimi alunni, gradirei che usaste il blog anche per discutere tra di voi, non per parlare solo con me... lasciate che il libro di Lorenz vi parli e dite le cose che vi suscita senza paura di sbagliare... siamo qui per confrontare le idee, non per avvalorarne una sola... grazie cmq a Luana, il tuo intervento mi pare interessante, soprattutto perché credo che per anni il sistema educativo è stato basato su punizioni e premi... ma per fortuna, oggi, cominciamo a discutere tra di noi per cercare una via più democratica...
RispondiEliminaNel libro di Konrad Lorenz “Gli otto peccati capitali della nostra civiltà” vengono sottolineati i mali da cui la nostra civiltà è affetta. Anche se è ben comprensibile che questi “peccati” sono dovuti “al nostro libero arbitrio” e al nostro menefreghismo. Gli uomini ormai sono diventati apatici di fronte a tutto… ed è proprio da questo peccato che scaturiscono tutti gli altri otto, perchè basterebbe saper riflettere di fronte alle situazioni che la vita, giorno dopo giorno, ci pone davanti per capire che stiamo mandando in rovina il nostro pianeta a causa del continuo progresso della tecnologia, della devastazione della terra ecc. Gli abitanti della Terra dovrebbero fermarsi per riflettere su cosa si sta perdendo. Questa è la paura dell’uomo ……accettare i propri sbagli! Basti pensare alle armi nucleari, al disboscamento, alla sovrappopolazione, ma soprattutto alla competizione fra gli uomini: è proprio quest'ultima che fa scoppiare la guerra, facendo prevalere la legge del più forte. Ma la legge del più forte la possiamo interpretare da un altro punto di vista: sarà “più forte” colui che riuscirà a ricucire gli strappi che la nostra società ha generato. Il nostro intento dunque dovrebbe essere quello di appartenere alla generazione dei “più forti”!
RispondiEliminaMi pare una buona considerazione... per iniziare... cerchiamo adesso di entrare più nel dettaglio... magari facendo riferimento (con citazioni) al libro...
RispondiEliminaCiò che mi ha colpito molto del libro di Konrad Lorenz è stato il secondo capitolo, in cui parla della sovrappopolazione. Lorenz in un primo momento parla del progresso che l'uomo ha fatto nel campo della tecnologia, delle scienze chimiche e mediche,tutto questo sembrerebbe destinato a lenire le sofferenze umane, ma in realtà tutto questo non è altro che la rovina dell'umanità,cioè l'autosoffocamento. Be' questo è vero,però grazie a ciò la nostra vita si è allungata, ed è forse per questo che c'è un sovraffollamento di popolazione. Quindi per impedire che questo accada non è che dobbiamo limitarci a fare figli, molti anni fa si contavano all'incirca dieci bambini a famiglia e questo nei giorni d'oggi non accade, infatti si contano due o tre bambini a famiglia.
RispondiEliminaUn altro fatto importante in questo secondo capitolo è quello in cui Konrad dice che nessuno di noi, abitanti dei paesi civilizzati e densamente popolati, o addirittura nelle grandi città, è ormai consapevole della propria carenza generale di affetto e di calore umano. Secondo me, perché comunque alla fine dipende sempre dalla persona, ci sono persone, come dice appunto Lorenz, che vivono in una casa situata in una regione poco popolata, dove i vicini sono separati da molti chilometri di strade disagiate, però non sono più di tanto ospitali e forse addirittura la tua presenza a casa sua non è gradita e ci sono poi quelle persone che vivono in grandi città a casa dei quali sarai sempre il benvenuto. Ecco, posso fare un esempio che mi riguarda: io sto sempre a contatto con le persone e non penso che io abiti in una casa isolata dove i vicini siano a chilometri di distanza, anzi dalle suore c'è sempre un affollamento di persone e c'è sempre qualcosa da fare, ma quando vengono a trovarmi le amiche non direi mai le parole che ha detto Lorenz: "Chi é che viene a disturbarci a quest'ora?", anzi le accoglierei con tutto l'amore che ho e non vorrei che andassero più via. Più avanti, sempre in questo capitolo, Lorenz parla dell'amore per il prossimo, per un prossimo troppo numeroso e troppo vicino che si diluisce sino a svanire senza lasciare più traccia. E dice ancora che chi desidera ancora coltivare sentimenti di calore e cordialità per gli altri deve concentrarli su un esiguo numero di amici;noi non siamo capaci di amare tutti gli uomini. Ecco su questo punto sono d'accordo ed è proprio vero che noi non siamo in grado di amare tutte le persone del mondo, è come se spezzassi il mio cuore in tantissime parti fino a farlo scomparire: svanisce e non rimane più niente del mio amore verso tutte queste persone, ma io mi limito a voler bene e amare solo poche persone e così spezzato il mio cuore in parti più grandi, io riesco a dare più amore e più affetto a queste persone e così il mio amore verso di loro non svanirà mai. Cmq, per concludere, penso che alla fine, con o senza la tecnologia, abitare in una grande città o no, o la sovrappopolazione o meno, tutto dipende dall'uomo. Anche se a me questa vita, tutta questa tecnologia non mi piace, preferisco la campagna, stare in mezzo alla natura, sentire gli uccelli cantare e cantare insieme a loro, sedermi sul prato con i fiori e giocare con il mio cane. Ma purtroppo tutto questo non c'è più e non mi rimane che adattarmi a questa vita schifosa e penosa.
Anca ;)
Cara Anca, penso che dovresti leggere meglio quello che dice Lorenz... con un poco più di attenzione, perché penso che tu abbia frainteso... Egli non generalizza, ma parla di una tendenza. Per quanto riguarda l'esempio degli scocciatori è esattamente il contrario di quello che affermi. Sono coloro che vivono in luoghi isolati che non direbbero mai di essere scocciati dal campanello... inoltre la vita non è così penosa come dici... proviamo noi a cambiare le cose senza subirle... è questo il messaggio di Lorenz...
RispondiEliminaIl libro di Konrad Lorenz "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" in cui lo scrittore tende ad elencare otto peccati capitali che avrebbero contribuito all'annientamento dell'intera umanità. Un tema che ho preso particolarmente a cuore, trattato anche dallo stesso scrittore nel II capitolo è la sovrappopolazione. In questi anni vi è stato uno smisurato incremento della popolazione umana e ciò ha contribuito alla crescita di diversi fattori: primo fra tutti il dilagare delle tecnologie, ciò è dovuto soprattutto al progresso che in questi ultimi anni è stato protagonista incontrastato, toccando principalmente il campo delle scienze mediche, le quali paradossalmente dovrebbero lenire le sofferenze umane, mentre invece tendono a favorire la rovina dell'umanità. Contribuendo ad un progressivo accrescimento della popolazione che genera nella massa una sostanziale carenza di affetto e di calore umano,ciò è dovuto al progressivo e continuo contatto con il prossimo che culmina in un intolleranza generale. Lo stesso Lorenz riferendosi a delle sue esperienze personali, ci fa intuire che per apprezzare la persona in sé bisogna staccarsi dalla massa, vivere in un mondo isolato. Ma ciò gioverà nel sapere accettare il prossimo? Noi non siamo capaci di amare tutti gli uomini per quanto ciò possa essere morale. Nella vita ogni uomo tende a operare delle scelte e a crearsi la sua cerchia di amici senza lasciarsi coinvolgere emotivamente dall'esterno. Questo atteggiamento denominato appunto "not to get emotionally involved" provoca un generale appiattimento dei sentimenti, generando comportamenti indifferenti che creano gravi disagi nel mondo sociale. Da qui si è potuto capire che l'accalcarsi di molti individui in uno spazio ristretto scatena il comportamento aggressivo avvicinando lo stesso Lorenz a paragonare l'uomo all'animale. Concludo dicendo che da alcune osservazioni si è potuto dedurre che la scortesia che si osserva in tutti i grandi centri urbani è proporzionale alla massa umana. Una popolazione contenuta sarebbe l'ideale per un corretto funzionamento dell'umanita?
RispondiEliminaCertamente non potremo continuare a crescere con questo ritmo... perché le risorse alimentari ed energetiche sono limitate... tu che proponi?
RispondiEliminaNel libro di Konrad Lorenz,"Gli otto peccati capitali della nostra civiltà",tutte le problematiche che oggi opprimono la nostra società,o meglio la nostra umanità,hanno origine da una serie di meccanismi,di cui l'autore ci parla nelle pagine precedenti al capitolo quarto, soggetto della mia riflessione,come la selezione naturale,abbondantemente argomentata da Charles Darwin,la quale ha portato alla sopravvivenza dei "fittest" ovvero di coloro che si adattavano meglio, come li definiva lo stesso scienziato. Essa oltre ad aver causato la perdita di materiale genetico,ha introdotto altri fenomeni dannosi all'organismo, sia esso animale,vegetale o umano,come quelli che Lonrenz chiama i "circuiti a retroazione positiva", i quali sono causa di un eccesso o di un difetto all'interno di un sistema in cui ogni individuo è dipendente dall'altro.Tutto ciò ha generato molte altre conseguenze conosciute nel libro sotto il nome di peccati capitali della nostra società,come ad esempio la competizione fra gli uomini,argomento affrontato nel quarto capitolo.La competizione nasce dal fatto che l'uomo viva in un'era ricca di comodità e di tecnologie all'avanguardia, che ovviamente facilitano la quotidianità di tutti noi,allontanando l'uomo dalla sua natura e dalla sua immaginazione,trasformandolo in una macchina programmata con il solo scopo di produrre in scala mondiale anche il più banale degli oggetti, affinché ciò faccia aumentare in lui la nascita di nuovi bisogni.Di conseguenza l'individuo vede l'altro come un potenziale rivale che può sottrargli il lavoro, la casa, il denaro e persino gli affetti, ecco dunque che ognuno di noi si affretta e si sforza di non restare indietro,cercando ogni giorno di lottare per sopravvivere,anche se ciò potrebbe portare alla distruzione della specie umana.Infatti nel capitolo l'autore utilizza l'espressione "time is money" per far capire che oggi a nessuno interessa l'aspetto spirituale o sociale, bensì solo e soltanto l'aspetto economico-finanziario,che preoccupa e turba le coscienze dell'adulto.Non c'è,dunque, da meravigliarsi se ai giorni nostri muoiono sempre più giovani a causa di infarti, o se tutti soffrono di tensione nervosa e psichica, visto che ormai il singolo è perseguitato dalla paura di diventare povero o dalla fretta di dover concludere chissà quale affare di vitale importanza senza soffermarsi a riflettere. Ciò che provoca angoscia e paura è proprio la riflessione,perché questa è l'unica arma che l'uomo ha per conoscere se stesso e per ribellarsi ad una società che preferirebbe vederti morto anziché rallentare il ritmo di questo incessante progresso tecnologico, è l'unico modo per essere libero se lo si vuole.Sono rimasti in pochi coloro i quali riflettono e prendono coscienza di sé, e non cercano di annegare le loro ansie, coloro che si informano per non farsi abbindolare da una società sbagliata e disonesta,coloro che credono ancora in una sopravvivenza migliore in cui spariscano l'indifferenza, l'odio,la rivalità, il sovrappopolamento,e l'estinguersi dei sentimenti.Io penso che la competizione sia il peggiore dei peccati capitali della nostra società, da cui derivano i sette restanti di cui Konrad Lorenz ci parla in questo piccolo opuscolo, e spero che tutti,me compresa, a un certo punto della vita si fermino a riflettere
RispondiEliminadavanti a quel poco di paesaggio naturale che ancora ci resta per comprendere l'entità del male a cui abbiamo deciso di sottoporci a causa della nostra stupida competizione,rubando il diritto naturale alla vita non solo nostro ma anche quello di tutte le specie viventi del nostro pianeta.
Non credo che Lorenz consideri del tutto negativo il processo tecnologico, credo piuttosto che la sua preoccupazione sia legata all'uso che l'uomo ne fa e al suo senso di onnipotenza...
RispondiEliminaUno dei capitoli che ha attirato particolarmente la mia attenzione del libro "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" affronta il tema della competizione fra gli uomini. Oggi, la stragrande maggioranza degli uomini apprezza solo ciò che può assicurare il successo, favorendo la supremazia sui propri simili. Quasi tutti gli individui considerano il denaro come un valore assoluto anche se in realtà non è così.In effetti, se cerchiamo di spiegare che il denaro in sé non ha valore alcuno, pochissime sono le persone in grado di ammetterlo. Uno dei numerosi esempi che si possono fare riguarda le automobili: oggi gli uomini comprano delle vetture che siano molto più veloci di quelle precedenti solo per risparmiare del tempo quando si è alla guida e quindi guidare un po' più velocemente anche se è molto pericoloso. Così l'uomo odierno non solo è schiavo del denaro ma anche della fretta logorante. Nella società in cui viviamo le persone tendono ad apprezzare il denaro più di qualsiasi altra cosa solo per ottenere una posizione di rango più elevato anche se, a mio parere,i valori della vita sono altri.
RispondiEliminaPerché non ci dici quali sono?
RispondiEliminaNel capitolo 2 del libro "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà", Konrad Lorenz ci parla di un problema che ci riguarda da vicino con un'analisi penetrante e persuasiva, la quale ha attratto la mia attenzione giacché l'argomento trattato rispecchia davvero molto la società in cui viviamo: lo smisurato incremento della popolazione. E' sorprendente pensare che ciò che non suole essere un problema, anzi, addirittura, che ciò che sembra lenire le sofferenze umane, in realtà tende verso la rovina dell'umanità; basti pensare a tutti i vantaggi tratti dai progressi scientifici e tecnologici. La cosa più sconvolgente di questo processo, è che esso porta al decadimento di qualità preziose dell'uomo: l'affetto e il calore umano. E' proprio a causa dell'affollamento, del bombardamento e del mutare di tutte le immagini che ci troviamo davanti che non riusciamo più a trovare l'entusiasmo di condividere con il prossimo le nostre gioie. Chi è in grado di provare sentimenti di amicizia e cordialità verso gli altri, è costretto a concentrarli su un numero ridotto di amici; noi non siamo infatti capaci di amare tutti. Dunque siamo costretti a fare delle scelte, a "selezionare" i nostri amici. Questo fattore fa scaturire un atteggiamento di disumanità e d'indifferenza verso chi non riteniamo meritevole della nostra amicizia. Infine, troppi individui concentrati in uno spazio ristretto tendono ad assumere un comportamento aggressivo, dal momento che più cerchiamo di essere cordiali verso coloro che non consideriamo amici, più la situazione diventa un tormento insostenibile.
RispondiEliminaCordiali... Dare il cuore agli altri e limitare l'egoismo... continuiamo a parlarne. Grazie, Valeria.
RispondiEliminaLeggendo il secondo capitolo del libro "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" di Lorenz, La Sovrappopolazione, sono rimasto a riflettere su questo periodo:"tutti i vantaggi che l'uomo ha ricevuto da una conoscenza sempre più approfondita della natura che lo circonda, i progressi della tecnologia, tutto ciò che sembrerebbe destinato a lenire le sofferenze umane, tende invece, a favorire la rovina dell'umanità". Ecco... pensandoci bene Lorenz ha ragione perché l'attaccamento alla tecnologia, a voler sempre creare qualcosa di nuovo, di più sofisticato, secondo me, ci condurrà a un mondo sempre più indifferente, dove non ci preoccuperemo nemmeno delle persone che ci stanno accanto, che più vogliamo bene, ossia, come afferma Lorenz, "nessuno di noi sarà più consapevole della propria carenza di affetto e di calore umano". Stiamo diventando sempre più simili a delle macchine.
RispondiEliminaGià oggi assistiamo a fatti veramente disumani che accadono soprattutto nelle grandi città, perché "ormai non riusciamo più a riconoscere il volto del nostro vicino". Infatti nelle grandi città si verificano quotidianamente episodi di rapine, stupri in pieno giorno, senza che nessuno, pur accorgendosi del fatto, intervenga. E' capitato di vedere molte volte al telegiornale filmati in cui si vedono persone aggredite e buttate per terra, senza che nessuno si avvicini per soccorrerle.
Questo capitolo mi ha fatto molto pensare, e riflettere sul fatto che, sebbene questo libro sia stato scritto parecchio tempo fa, rispecchia perfettamente la nostra società ormai avviata alla distruzione. Infine sono d'accordo con Giovanna e Carmela per quanto riguarda la legge dei più forti... e dire che forse è meglio che l'uomo si fermi un po' a riflettere e se è il caso fare anche un passo indietro.
Parlare dei nostri limiti... forse è la prima mossa per cercare di colmarli... grazie, Antonio, continuaiamo a riflettere
RispondiEliminaIl libro di Konrad Lorenz "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" porta alla luce quelli che erano i maggiori problemi presenti nella società degli anni Settanta, ma come stiamo riscontrando persistono ancora oggi.
RispondiEliminaTutti i progressi delle tecnologie, delle scienze chimiche e mediche sembrano darci dei vantaggi ma in realtà non aiutano la risoluzione di questi problemi. Anzi alcuni problemi sono dovuti proprio a questo sviluppo che asseconda la sovrappopolazione e ci porta a comportarci sempre più come delle macchine e di conseguenza anche ad un estinguersi dei sentimenti: a non curarci dell' affetto e dell'amore che potremmo essere capaci di trasmettere al prossimo in quanto siamo esseri umani.
Questo comportamento avviene come conseguenza quando molte persone convivono in uno spazio ristretto, acuendo la disumanità che e una sorta di egoismo in grado di trasformare l'uomo in un essere istintivo, che lotta per la propria sopravvivenza. Un pò ironicamente, mi viene da pensare ai polli che, messi in gran quantità in spazi molto ristretti, impazziscono e cominciano a beccarsi fino ad uccidersi a vicenda.
Konrad Lorenz con il suo libro è alla ricerca delle cause dei pericoli che minacciano l'umanità, come appunto il problema della sovrappopolazione. Vi è dunque un bisogno di equilabrio affinché l'umanità possa svilupparsi nel migliore dei modi. Ma se la società continua ad ignorare quelli che sono i veri problemi non vi può essere un miglioramento.
A mio avviso, la cosa migliore da fare è prendersi l'impegno morale di divulgare le informazioni che Konrad ci ha fornito per risvegliare quelle coscienze che sono ancora sopite.
Non pensavo che questo libriccino mi potesse colpire così tanto o che potesse racchiudere cose così importanti: Konrad Lorenz è riuscito a spiegarci temi davvero difficili come la sovrappopolazione,la devastazione dello spazio vitale,la competizione fra gli uomini,l'estinguersi dei sentimenti e molti altri, in modo così logico e fluido da riuscire a farci capire i suoi ragionamenti,anche un pò complicati alcune volte.
RispondiEliminaMi sono piaciuti tanti argomenti ma una domanda in particolare mi ha colpito."Ma quanta gente è oggi ancora in grado di capirci quando cerchiamo di spiegare che il denaro in sé non ha valore alcuno?"
Io me lo sono sempre chiesta quanta gente può capire che il denaro non serve a niente: è solo un modo come un altro per far girare il commercio. Non capiscono che il denaro è come una penna, un vaso o una briciola... è qualcosa Che si rovina e che non ha un'utilità in sé! è legato a questo mondo! è materia!! Ed è questo il problema: viviamo in una società troppo materialista, in cui il denaro è l'unico grande re!
Se ci trovassimo su un'isola deserta... forse riusciremmo a capire l'importanza del denaro perché vedremmo proprio che è inutile. Non puoi comprare niente lì, perchè nella natura puoi usufruire di tutto ricordandoti sempre però che niente è tuo. Noi pensiamo che con il denaro si possa comprare tutto: una bella macchina, dei vestiti firmati, un cellulare super tecnologico ecc., crediamo di comprare tutto quello di cui abbiamo bisogno, ma ditemi, con il denaro si può comprare l'affetto di un amico? La stima di una persona? L'amore di tuo figlio? non credo... e noi senza l'amore che cosa siamo? Io sinceramente ho sempre creduto che potremmo vivere veramente felici se solo ci amassimo un po' di più gli uni con gli altri e potremmo creare sul nostro pianeta uno stile di vita migliore...
(mi scuso per non aver potuto leggere i commenti dei miei compagni, prometto che lo farò presto)
Interessante punto di vista, cara Carmela... adesso vorrei conoscere le vostre proposte... a presto
RispondiEliminaNel libro di Lorenz, "Gli otto peccati capitali della società", l'autore ci spiega come alcuni comportamenti di noi uomini stiano portando l'umanità alla fine della sua esistenza. L'autore, come già si comprende dal titolo, ritiene che siano otto i fenomeni sociali come per esempio la sovrappopolazione della Terra, la devastazione dell'habitat umano, ecc. Secondo me uno dei capitoli più interessanti è il VI, in cui viene affrontata la perdita delle tradizioni. Sicuramente questo problema, a mio avviso per ora più diffuso nelle città che nei piccoli centri, è dovuto al rapporto tra genitori e figli. Oggi come oggi la vita di tutti gli uomini è caratterizzata dalla freneticità e non si ha mai il tempo per dialogare e confidarsi con gli altri, in questo caso con i figli. E' in quelle poche occasioni in cui tutto il nucleo familiare è riunito(come ad esempio i pasti)ci si interessa di più a guardare la televisione e ascoltare i problemi degli altri anzichè affrontare quelli presenti tra di noi.
RispondiEliminaTogliere il televisore dalla cucina e dalla camera da letto potrebbe essere un piccolo paso per riprendere il dialogo....
RispondiEliminaLeggendo il libro scritto da Konrad Lorenz e intitolato "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà",sono rimasto particolarmente colpito da quanto scritto nel II capitolo, nel qualel'autore si occupa della sovrappopolazione. Ciò che ha destato in me maggiore interesse è quell'idea dell'autore secondo la quale se più persone sono presenti in un determinato luogo, maggiore sarà il grado di aggressività e scortesia. Mi chiedo come tutto ciò sia possibile. Possp accettare queste affermazioni facendo riferimento ad un elevato gruppo di uomini che vivono privati della propria libertà (nelle prigioni),costretti a fare qualcosa che a loro non piace, che non li soddisfa, in condizioni pogo gradevoli. Ma se penso ad un gruppo di uomini che vivono liberi, che hanno la possibilità di fare ciò che li soddisfa, di inseguire i propri sogni, di portare avanti ciò in cui credono ed in più hanno anche la fotuna di vivere a contatto con altri individui, con i quali scambiare affetto, amicizia, amore, collaborazione, allora proprio non le capisco. Non riesco a comprendere come ciò sia possibile. Come l'umanità possa essere giunta a questo punto. Cosa ne è stato del detto: << L'unione fa la forza?>>.
RispondiEliminaGià, Caro Fabio, se continuiamo a discutere, forse impareremo a evitare i pericoli di cui parla Lorenz
RispondiElimina"Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" è un libro scritto da Konrad Lorenz nel 1973. E' una sorta di breve ma completo saggio che si concentra su otto aspetti della civiltà così come la conosciamo. Non si tratta di un libro catastrofico o allarmante, ma indubbiamente pone l'accento su vari aspetti che a 38 anni di distanza da quando è stato scritto risultano ancora inquietantemente attuali.
RispondiEliminaLorenz non si inventa niente di nuovo, ci mette semplicemente di fronte a ciò che facciamo finta di non vedere. Egli ha il pregio rarissimo di insegnare e valutare con lucidità i problemi più gravi in cui versa il genere umano evidenziando le innumerevoli criticità che potrebbero portarci all'annientamento. In un mondo in cui si crede che l'istinto umano debba essere controllato e gestito dalla cultura Lorenz sottolinea che la maggior parte dei sentimenti che proviamo derivano proprio dalla nostra filogenesi, e forse proprio l'istinto ci salverà di fronte ad un sitema economico che sta deteriorando i nostri sentimenti, le nostre tradizioni e soprattutto la nostra umanità. Tra questi peccati il primo è la "sovrappopolazione" che secondo lo scienziato genera violenza. Noi non possiamo amare tutte le persone perché prima o poi l'amore piano piano svanisce. Le nostre emozioni devono essere dunque riservate a una cerchia di individui e tenere gli altri a una dovuta distanza. Lorenz critica il tutto senza ricorrere a strumentalizzazioni politiche. Questo libro è una sorta di tentativo di salvare una natura che l'autore stesso ama sopra ogni cosa descrivendola con poche ma profonde parole.
Cara Lucia, e tu che soluzione proponi?
RispondiEliminaKonrad Lorenz in questo libro tratta alcuni problemi capitali presenti anche nella società odierna, tali problemi corrispondono ad altrettanti peccati capitali. La parte che più mi ha colpito è il capitolo in cui viene effrontato il problema della sovrappopolazione che secondo Lorenz spinge noi esseri umani a difenderci dai nostri simili e che favorisce l'aggressività; un esempio odierno di questo problema è la piaga dell emigrazione, infatti basta accendere la tv o leggere un giornale per capire che questa povere gente in cerca di lavoro che scappa dal proprio paese per non essere uccisa viene sfruttata e maltrattata da noi che pensiamo di essere superiori a loro ma sappiamo bene che non è così... infine mi associo a Carmela, anche io penso che non è il denaro a fare la felicità di un uomo bensì i sentimenti, infatti non potremo mai comprare l'amore di una madre per il proprio figlio ma se ci impegnassimo a dare un po' più di amore e fiducia agli altri vivremmo in una società migliore....
RispondiEliminaSì sull'emigrazione abbiamo scritto molto e discusso nel primo post... il dialogo si fa interessante... continuaiamo a parlare.
RispondiEliminaKonrad Lorenz nel suo libro “Gli otto peccati capitali della nostra civiltà” ha sottolineato i mali da cui la nostra civiltà è affetta; ci ha "illustrato" una civiltà che ha paura di compiere qualsiasi passo perché teme di sbagliare ed ha, soprattutto, terrore delle conseguenze di questi sbagli. Secondo me l'uomo deve prendere in considerazione l'affermazione di Lorenz che << ogni pericolo perde molto della sua temibilità una volta che se ne conoscono le cause >> per affrontare tutto.
RispondiEliminaGli uomini ormai sono diventati apatici: considerano il mondo che li circonda un luogo pericoloso; attuano comportamenti istintivi.
Oggi l'uomo non sa regolarsi, non sa trovare un po' di buono nelle cose, ma considera ogni cosa alla stregua di 'marce'.
Lorenz non si inventa niente di nuovo, egli ha il pregio rarissimo di insegnare e valutare con lucidità i problemi più gravi in cui versa il genere umano e cioè la paura di essere incapaci.
Caro Giuseppe, la tua mi pare un'ottima chiave di lettura. La paura è uno dei mali peggiori, perché impedisce all'uomo di migliorarsi. Occorre coraggio per vivere e rendere migliore il pianeta. Hai colto un punto molto importante del libro. Bravo... continua a dare il tuo contributo.
RispondiEliminaNel libro Konrad Lorenz "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" il capitolo che mi ha colpito è stato quello che si riferisce al deterioramento del patrimonio genetico. In questo capitolo il punto che più mi è rimasto impresso è dove affronta il problema dei parassiti pericolosi, uno dei quali penso sia la mafia. Essa costruisce ville dove ci dovrebbe essere una spiaggia. Alla fine questo parassita è l'uomo stesso perché con il denaro o senza riesce a ottenere ciò che vuole sfruttando il più debole: ci sono tante strutture pubbliche che non vengono portate a termine perché alcuni uomini si impadroniscono del denaro altrui. Di conseguenza l'uomo diventa pericoloso e non fa altro che danneggiare se stesso. Ma la domanda che mi pongo è perchè la giustizia non agisce in tempo e lascia che questi parassiti si moltiplichino.
RispondiEliminaBella Domanda... e voi che ne pensate?
RispondiEliminaLa lettura de "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" è stata particolarmente interessante poiché ho trovato grande attualità rispetto a temi come: l’ecologia e l’impatto dell’uomo sul nostro pianeta. In questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1973, Konrad Lorenz esamina con grande lucidità otto processi distinti, ossia: la sovrappopolazione,la devastazione dello spazio vitale, la competizione fra gli uomini, l’estinguersi dei sentimenti, il deterioramento del patrimonio genetico, la tradizione demolita, l’indottrinamento e le armi nucleari i quali minacciano di distruggere non solo la nostra società attuale ma l’umanità in quanto specie. Durante la lettura ho trovato diversi temi molto interessanti e molto vicini a noi giovani ma uno su tutti ha attirato la mia attenzione ossia il capitolo ottavo dal titolo: L’indottrinamento. L’indottrinamento purtroppo oggi è divenuto una sorta di piaga sociale su cui quasi tutti i mezzi di comunicazione, i mass media, fanno leva. La disponibilità di molti uomini all’indottrinamento è ciò che rende questo fenomeno non sottovalutabile. La popolazione tende infatti ad unirsi in grandi gruppi i quali condividono e seguono determinate tendenze,esse spesso sono appoggiate e diffuse da televisioni,giornali ecc. Di fatto, la preoccupazione sta su come la società sia vulnerabile agli effetti provocati da programmi televisi e quant’altro. In tal modo la popolazione viene manipolata, ad esempio attraverso una banalissima pubblicità, e le grandi industrie si arricchiscono a spese di una società destinata alla disinformazione. Sottrarsi oggi a quelli che potrebbero essere gli efetti di un “indottrinamento negativo” risulterebbe anormale infatti come dice Konrad Lorenz:” chi non si conforma all’opinione pubblica viene tacciato di eresia, calunniato e possibilmente scredidato. Si scarica su di lui quella reazione altamente specifica definita col termine “mobbing”, ossia l’odio sociale. Credo che quanto detto da Konrad Lorenz sia ciò che oggi ha portato l’intera umanità ad un appiattimento totale a causa del quale il singolo perde credibilità rispetto alle grandi masse. A mio avviso ognuno di noi dovrebbe elaborare delle proprie idee,cercare di confrontarle con quelle degli altri, considerando anche ciò che all’inizo può sembrare ”diverso” ma che in realtà è magari solo un’altra strada.
RispondiEliminaMi pare una buona analisi, mi piacerebbe sentire le tue proposte per cercare di risolvere il problema dell'indottrinamento di cui parla Lorenz....
RispondiEliminaKonrad Lorenz nel libro “Gli otto peccati capitali della nostra civiltà” scritto nel 1973 si è preoccupato di descrivere i rischi cui va incontro tutt’oggi l’intera umanità. Essi corrispondono ad altri “peccati capitali”. I più importanti sono la sovrappopolazione, la devastazione dello spazio vitale, la competizione esasperata fra gli uomini, il venir meno dei sentimenti, il deterioramento dello stesso patrimonio genetico, la tradizione demolita, l’indottrinamento e le armi nucleari. La sovrappopolazione merita un cenno particolare, essa è all’origine di molti danni, sia tra gli uomini sia tra gli animali per esempio l’aumento dell’aggressività rivolta contro gli individui della stessa specie genera una gratuita violenza. La concorrenza sfrenata tra gli uomini, per l’utilizzo delle risorse, rischia di danneggiare il sistema evolutivo generale. Lorenz cerca prima di tutto di spiegare i nessi causali che hanno condotto ad un simile risultato. Tutti i vantaggi che la società ha ricavato da una conoscenza sempre più approfondita della natura che la circonda, i progressi della tecnologia, delle scienze chimiche e mediche invece che avvantaggiare l’uomo favoriscono la rovina dell’intera umanità. Nell’epoca moderna ogni individuo, seppur in mezzo a tantissima gente, tende ad isolarsi, a non interagire con gli altri o, meglio, a rifugiarsi nelle tecnologie che annullano i rapporti umani. È sorprendente come Lorenz sia riuscito ad anticipare quelle che oggi sarebbero divenute delle piaghe sociali; sembra quasi prevedesse il futuro. È allucinante sapere che nel 2011 esistono persone che riescono a rimanere inermi di fronte ad un abuso, ad una rissa… Capita spesso che i notiziari riportino episodi spiacevoli che accadono in luoghi pubblici, sotto gli occhi di molti spettatori che guardano disinteressati. Tuttavia secondo me le tecnologie non portano alla devastazione dell’umanità, basta farne un uso adeguato e soprattutto bisogna trovare il coraggio di reagire a ciò che ci circonda.
RispondiEliminaMi pare che Lorenz non sia critico nei confronti della tecnologia, ma verso l'uomo, il quale rinuncia al pensiero critico e si lascia sopraffare dagli istinti...
RispondiEliminaKonrad Lorenz nel 1973 scrisse un libro intitolato "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà”. In questo libro si preoccupò di descrivere la competizione esasperata fra gli uomini, il venir meno dei sentimenti, la sovrappopolazione, il deterioramento dello stesso patrimonio genetico, la tradizione demolita, l’indottrinamento e le armi nucleari. Di tutti questi capitoli quello che mi ha colpito di più è stato il secondo, il quale parla della sovrappopolazione che spinge gli esseri umani a combattersi l'un l'altro; a mio avviso, un esempio è la piaga dell'emigrazione, infatti come dice la mia compagna Nancy basta accendere la tv per capire che questa povere gente in cerca di lavoro e che scappa dal proprio paese per non essere uccisa viene sfruttata e maltrattata; questo avviene solo perché noi ci sentiamo superiore a loro, ma non è cosi. Secondo me, dovremmo dare più fiducia e amore agli altri e forse vivremmo in una società diversa da quella in cui viviamo oggi...
RispondiEliminaRitorna il tema dell'altro... ma chi è l'altro?... che cosa dice Lorenz a tal proposito? qualcuno se lo ricorda?
RispondiEliminaIl capitolo che ha più catturato la mia attenzione nel leggere "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà", è quello dedicato alla sovrappopolazione.In particolar modo ha suscitato in me un sentimento misto di stupore e curiosità l'episodio che ha riportato l'autore e del quale è stato protagonista. Egli racconta di aver avuto ospiti a cena una coppia di americani provenienti da un paese poco popolato. Nel momento in cui erano in procinto, essendo la cena servita, di prendere posto a tavola, udirono il suono del campanello. A tal proposito Konrad Lorenz esclamò infastidito,suscitando scandalo negli ospiti:. Bene,credo che ciò che lo scrittore intende comunicarci è il fatto che l'uomo è così abituato ad essere circondato dagli altre persone, da non riuscire a provare più alcun sentimento nei loro confronti, ad eccezione della più completa indifferenza o peggio ancora insofferenza. Lo stesso Konrad Lorenz ammette che colui che, al momento della cena bussa alla sua porta, viene percepito come un elemento di disturbo, un imprevisto, qualcosa che non è stato calcolato. Sì, perché oggi i rapporti sussistenti tra gli individui sono frutto di calcoli dettagliati. C'è chi calcola quanto dare e quanto può guadagnare dal legame con l'altro. Un po' come se stesse stipulando un qualsiasi contratto lavorativo. Credo che l'uomo sia angosciato, abbia paura di dare senza aver prima la certezza di ricevere. Tale certezza rappresenta la condizione "Sine qua non". O forse ha dentro sé una quantità limitata di amore, di educazione all'accoglienza, di disponobilità, che riserva solo a una ristretta cerchia di persone, a scapito di chi ne rimane fuori. Credo comunque che fortunatamente non esistono schemi generali entro i quali far rientrare tutti gli uomini, non si può generalizzare e non tutti gli individui rispecchiano il modello d'uomo sopra descritto.
RispondiEliminaCerto, le generalizzazioni sono pericolose, ma uno scienziato come Lorenz non può farne a meno. Egli afferma che la maggior parte della gente si comporta così, ma sostiene anche che i suoi ospiti erano perplessi per la sua affermazione, perché felici di incontrare altri esseri umani, abituati com'erano a stare soli. Penso che il problema sia legato alla nostra distrazione: corriamo per non perdere tempo e perdiamo la parola dell'altro... e con essa la possibilità di sentire noi stessi...
RispondiEliminaHa ragione prof. Non ci avevo pensato. Adesso penso di poter ipotizzare che Konrad Lorenz abbia voluto, attraverso il racconto di quell'episodio, cotrapporre due individui differenti. Da un lato propone un uomo che abituato a vivere lontano dal caos, ha avuto modo di agire secondo il precetto delfico "gnosci te ipse". Ha cioè approfondito la conoscenza di sé a sé stesso. Ha preso atto di come realmente è. Ha ascoltato se stesso ed è quindi pronto ad ascoltare l'altro senza aver paura di ciò che udrà, del confronto con quest'ultimo. Credo possiamo dire che ha seguito il percorso dello spirito di hegel. Egli infatti dall'essere soggettivo, quindi solo, a confronto solo con se stesso, passa ad essere un individuo a contatto con altri individui. Dall'altro lato troviamo invece un uomo che, preso dal codurre una vita frenetica, non si è mai fermato a riflettere su se stesso, a cogliere la propria essenza. Forse non lo ha fatto timoroso di ciò che avrebbe potuto scoprire. Se infatti la sua coscienza gli comunicasse di essre altro rispetto a ciò che egli superficialmente ha sempre visto o voluto vedere, se lo mettesse tragicamente a conoscenza del fatto di essre diverso dalla "massa", allora potrebbe anche rimanere da essa escuso.
RispondiEliminaBellissima Riflessione, Cara Antonella. Collegare due autori... due pensieri... due mondi... tanti mondi e tutto ciò che conosciamo, questa è la cultura. Attraverso la connessione di ciò che abbiamo introiettato creiamo il nostro pensiero critico. Sono d'accordo con quello che dici. Una lettura filologica interessante. Brava
RispondiEliminaDopo aver letto il saggio “ Gli otto peccati capitali della nostra civiltà ”, la cosa che subito ho pensato è stata che, anche a distanza di tanto tempo, molte cose non sono cambiate e questa non è di certo una cosa positiva. Le nuove scoperte sia nel campo tecnologico sia industriale avrebbero dovuto migliorare le condizioni del nostro territorio, invece per alcuni aspetti c’è stato una sorta di regresso. Tra i tanti argomenti trattati e le tante tematiche, quella su cui mi sono soffermata è stata “ La competizione tra gli uomini”. Lo sviluppo tecnologico indubbiamente ha favorito il progresso intellettuale ma ha anche allontanato l’uomo dalla sua natura e dai valori atavici. L’espressione “Homo homini lupus “ è divenuta oramai un understatement , cioè è diventata oramai un’affermazione ironica per nascondere quella che era la verità: a volte la competizione fra uomini è più pericolosa di un potente predatore. La stragrande maggioranza degli esseri umani contemporanei apprezza ciò che gli consente di superare e di vincere il prossimo, che egli percepisce come un nemico. Lorenz utilizza l’espressione “the time is money” cioè il tempo è denaro, per sottolineare che oramai l’uomo cerca di incrementare il più possibile il proprio patrimonio e di soddisfare i propri bisogni, senza pensare, per esempio, come afferma l’autore, che la mezz'ora guadagnata guidando una macchina molto veloce, può portare l’uomo a guidare più pericolosamente e, quindi, questa continua corsa porta l’uomo a sopravvalutare i rischi a cui potrebbe andare incontro. La paura e l’angoscia portano l’uomo a non riflettere su se stesso e su quella che sarà la sua vita al di là di quella corsa sfrenata. Questa paura porta l’uomo a perdere di vista il reale senso della vita: secondo me l’uomo non deve per forza inseguire e raggiungere un obbiettivo solo perché gli altri lo fanno e quindi per paura di rimanere indietro, ma deve sviluppare una sana competizione o, meglio, deve cercare di inseguire ciò che lo rende felice, in modo tranquillo ascoltando sempre se stesso senza averne paura.
RispondiEliminaUms... ascoltando sempre se stesso senza averne paura... se molti dei nostri politici si ascoltassero seriamente penso che avrebbero proprio paura di quello che sentono... a volte la paura ci salva la vita e a volte ci libera dalla convinzione che quello che pensiamo è sempre giusto. Lorenz ci proprone una riflessione spietata, non certo una via per la felicità... egli sa che l'uomo è pericoloso... ogni uomo, compresi noi stessi che stiamo qui a parlare... ma continuare a frlo ci aiuta a guardare con più onestà agli errori e agli orrori che quotidianamente mettiamo in atto...
RispondiEliminaNel saggio “ Gli otto peccati capitali della nostra civiltà” vengono affrontati i mali che colpiscono la nostra civiltà, e nonostante questo saggio sia stato scritto molti anni fa i problemi trattati affliggono ancora oggi la nostra società. Questo dovrebbe portarci a riflettere, io mi sono soffermata sul IV capitolo “La competizione fra gli uomini”. Io sono pienamente d’accordo sul fatto che oggi l’uomo è diventato predatore della stessa umanità, vittima (forse) di una competizione sfrenata, di una corsa per raggiungere il "meglio": si desidera avere sempre di più. Konrad Lorenz dice che ciò è causato dalla paura, paura di essere superati o prendere decisione sbagliate, per questo le interminabili competizioni portano a superare i limiti e (cosa per me più angosciante) a dimenticare i valori della vita. Tutto diventa insignificante tranne il successo, vivere per ottenerlo, sì, perché quando si inizia la corsa mentre non ci si può fare distrarre e gli uomini di oggi sono così, corrono senza farsi distrarre per superare l’altro, perdendo gli aspetti le cose più importanti: gli affetti, l’amore, la stima… propongo di soffermarci a riflettere e scrutare la sensibilità che sicuramente fa parte del nostro essere e tirarla fuori per migliorare la nostra società.
RispondiEliminaStiamo facendo propiro questo... con la nostra discussione.... grazie per il contributo
RispondiEliminaIl libro di Lorenz è molto interessante, si occupa dei pericoli che corre l'umanità. Leggendolo mi sono soffermata sul capitolo VII; in cui l'autore parla della tradizione ormai demolita. Se non si conservano le tradizioni non si può creare il nuovo. L'uomo crea i simboli, il linguaggio discorsivo e il pensiero astratto, i quali gli hanno dato la possibilità di diffondere le conoscenze che ha acquisito. Così l'evoluzione di una civiltà è più rapida della filogenesi di una specie. L'uomo non dovrebbe cercare di impadronirsi della natura utilizzandola senza freni. Ciò ha contribuito ad accrescere l'antropocemtrismo, fenomeno che ha generato anche problemi enormi nelle famiglie. I luoghi della sicurezza e del dialogo si sono trasformati e i figli non hanno più rispetto dei genitori, perché non comprendono che essi rappresentano la memoria collettiva, senza la quale non si può vivere.
RispondiEliminaCara Eufemia, potresti sviluppare meglio e in modo più ampio quello che hai solo accennato nell'ultima parte del tuo intervento, perché penso che sia molto interesante....
RispondiEliminaPrima di lasciare un commento sul capitolo 8,l'indottrinamento, vorrei scrivere alcune riflessioni sul capitolo precedente. Leggendo ho capito quanto quelle pagine mi rispecchiassero, quando Lorenz afferma: "La posizione di gran parte dei giovani di oggi verso i genitori è caratterizzata da una forte dose di presuntuoso disprezzo... la gioventù in rivolta reagisce nei confronti della generazione precedente allo stesso modo in cui un gruppo culturale o etnico reagisce nei confronti di un gruppo straniero e nemico". Mi rendo conto che spesso mi dimostro ostile verso le conoscenze dei miei nonni o molto spesso dei miei stessi genitori, pensando che ormai esse siano passate e poco ragionevoli, dimendicando i loro anni d'esperienza di gran lunga maggiori rispetto ai miei. Riguardo alle tradizioni che mi vengono tramandate so che non tutte debbano essere considerate adatte al mondo d'oggi, ma "non bisogna fare l'errore che induce la goiventù "illuminata dalla scienza" a gettare a mare l'ingente tesoro di conoscenze e di saggezza contenuto nelle tradizioni. Perciò cercherò di non prendere alla leggera tutte le leggende che mi vengono raccontate, poiché da esse si possono attingere nuovi insegnamenti.
RispondiEliminaNuovi Insegnamenti e vecchie saggezze... sono d'accordo
RispondiElimina"Quello che uno pensa è quasi sempre sbagliato. Ma quello che una sa, è giusto". Così comincia il capitolo intitolato "l'indottrinamento", in cui questo grande pensatore spiega come da una semplice ipotesi possa nascere una dottrina o addirittura una fede, a causa della quale l'odio degli uomini, pronti a difenderla ad ogni costo, sfocia nella guerra. Emerge chiaramente la sua opinione quando dice che oggi è fin troppo facile cadere vittima di una di queste, a causa dei mass-media, i quali fanno sì che "una teoria ancora da verificare diventi non solo patrimonio dell'opinione scientifica, ma anche dell'opinione pubblica". Ovviamente chi non si conforma all'opinione pubblica viene screditato o peggio calunniato. Anche un semplice consiglio del professore, o una sua idea possono diventare una dottrina, basta solo che un numero elevato di individui ne diventino seguaci. "Una tale dottrina, assurta al grado di religione universale, dà ai suoi seguaci la gratificazione soggettiva di una verità eterna che ha il carattere di rivelazione". Quasi sempre gli uomini diventano portavoce del "diavolo", come emerge dalla citazione di Goethe, senza accorgersi che questo condurrà alla "morte dell'individualità", parola d'ordine di tutto il capitolo. In conclusione: è giusto ammettere che le varie ipotesi debbano essere verificate attraverso negazioni o confutazioni ("so di non sapere" celebre affermazione di Socrate), in modo tale da pervenire alla verità, anche se parziale e non universale, ma non è moralmente corretto convincere gli altri a seguire il nostro pensiero, certi che questo sia infallibile, solo per raggiungere i fini personali. Fortunatamente siamo dotati di capacità di pensiero raziocinante ed è un nostro diritto naturale farne uso.
RispondiEliminaSono d'accordo... tutto va messo sotto la lente del nostro personale giudizio, anche quello che ci diconoi professori. Pensiero critico... pensiero critico... sempre...
RispondiEliminaPrima di parlare del capitolo 8 vorrei dire che sono molto d'accordo su quanto afferma Veronica riguardo i genitori, i nonni, soprattutto le loro tradizioni, le loro leggende... Ad esempio proprio ieri parlavo con i nonni di Carmela che mi raccontavano della loro infanzia, del loro modo di pensare, delle loro giornate, che erano ogni giorno, sin da piccoli, indirizzate al lavoro nei campi, ecc... Io sinceramente molto spesso resto ad ascoltare le persone anziane perché da persone che hanno passato tante sofferenze c'è solo da imparare e vorrei che anche la mia generazione facesse altrettanto, invece di seguire programmi televisivi tipo "uomini e donne", o altro. Per quanto riguarda il libro mi vorrei soffermare sulla questione della moda. Lorenz nel capitolo afferma che "la moda è il mezzo più irresistibile per rendere manipolabili le grandi masse". Sono pienamente d'accordo con l'autore perché ormai nella nostra società ci distinguiamo attraverso l'abbigliamento: sottolineamo la nostra appartenenza a un rango sociale. Personalmente sono molto deluso quando sento dire: "a mio figlio ho comprato i pantaloni di tot euro... deve andare vestito per bene... ecc...". Ormai non riusciamo più a capire che non conta come siamo vestiti, se abbiamo cose di marca o meno, ma è importante il nostro livello di cultura, il nostro ruolo nella società... al giorno d'oggi il 'simbolo di prestigio' più che essere la cultura sembra essere il possesso dell'ultimo modello di televisore, di mobili, di vestiti, ecc.... Sinceramente non saprei che proporre, o meglio credo che la nostra società non sia in grado di cogliere un radicale cambiamento, anche se questo che stiamo facendo è già un piccolo passo avanti.... staremo a vedere...
RispondiEliminaCaro Antonio, hai proprio ragione... il nostro compito è quello di continuare a parlarci, tra noi e tre generazioni... Grazie
RispondiEliminaQuello che mi ha colpito di più in questo libretto "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" è stato il capitolo II nel quale l'autore parla della sovrappopolazione. In questo capitolo Konrad Lorenz affronta il problema dello smisurato incremento della popolazione umana. Tutti i vantaggi che l'uomo ha ricavato da una conoscenza sempre più approfondita della natura che lo circonda, i progressi della tecnologia e della scienze, tutto questo, che sembra destinato a lenire le sofferenze umane, tende invece a favorire la rovina dell'umanità. E la cosa terribile di questo processo è che saranno proprio le più elevate e nobili qualità dell'individuo ad essere travolte. Quindi si arriverà al punto che nessuno di noi sarà consapevole della nostra carenza di affetto e di calore umano. Il problema dell'uomo, riguardo la sovrappopolazione, è che non può essere capace di amare tutti gli uomini, di conseguenza, l'uomo tende a tenere a distanza molte altre persone che meriterebbero la propria amacizia. Purtroppo questo processo tende a condurre l'uomo verso una "spaventosa" indifferenza verso gli altri individui, infatti nelle grandi città possono verificarsi violenze o rapine in pieno giorno, senza che alcun passante intervenga. Questa ultima riflessione di Lorenz mi ha lasciata abbastanza turbata, perché non posso credere e non voglio credere, che esista al mondo una tale indifferenza verso il prossimo.
RispondiEliminaKonrad Lorenz apre il capitolo 8, in cui affronta il problema dell'indottrinamento, con una frase del suo maestro naturalista Oskar Heinroth: "Quello che uno pensa è quasi sempre sbagliato , ma quello che uno sa, è giusto". Questa frase riassume specificamente tutto il processo evolutivo del sapere umano, che consiste nel formere un'idea, successivamente metterla a confronto con l'esperienza, e infine giudicare se l'idea precedentemente formata è giusta o sbagliata. Questo processo rappresenta il metodo più importante grazie al quale l'uomo è in grado di giungere alla conoscenza. Successivamente Konrad Lorenz parla delle teorie, e dice che, quando un'ipotesi è stata sufficentemente verificata a livello sperimentale, può meritare il nome di teoria, e quando si può presumere che questa teoria non venga più modificata nei suoi principi ma soltanto completata da ipotesi supplementari, può essere considerata come vera, e quindi crediamo fermamente in essa.
Non ho capito però se sei d'accordo su quanto dice Lorenz sul problema dell'indottrinamento...
RispondiEliminaL’ottavo capitolo del saggio di Konrad Lorenz analizza e descrive il fenomeno dell’indottrinamento. L’autore inizia a trattare l’argomento citando un’espressione del naturalista e irrisore delle scienze morali Heinroth: “quello che uno pensa è quasi sempre sbagliato, ma quello che uno sa, è giusto”. Questa frase, come dice lo stesso Lorenz, spiega il progresso del sapere sia umano che di qualunque altro genere, affermando che inizialmente si “forma un’idea”, la quale viene confrontata con l’esperienza e, solo dopo quest’operazione, si può dare un giudizio e capire se l’idea precedentemente formulata fosse vera o falsa. Tale processo è quello che comunemente (a volte anche involontariamente) viene usato dall’uomo: ciò che inizialmente assume la forma di pura ipotesi, basata soltanto su indizi, in un secondo momento può essere sia confermata sia negata. Quindi non tutto ciò che viene supposto si può considerare come “vero”, anzi, può anche rivelarsi il contrario.
RispondiEliminaCome disse Lorenz: “queste due fasi della conoscenza non sono così nettamente distinte, né i risultati della seconda fase sono così inequivocabili come si potrebbe far credere dalla frase di Heinroth”. Tale affermazione mi riporta a Cartesio. Egli aveva fatto del dubbio il metodo di tutta la sua filosofia e, partendo appunto da un dubbio (come fa Lorenz) giungeva ad una certezza. Chi, comunque, formula un’ipotesi “deve essere grato a chiunque gli indichi nuove vie per dimostrare l’insufficienza, poiché tutto il lavoro di verifica consiste proprio nel vedere l’ipotesi resistere a tutti i tentativi di confutarla”. Anche se, non dobbiamo considerare tutte le ipotesi valide per tutti; fortunatamente abbiamo tutti un cervello pensante e siamo portati a non accettare e quindi a non prendere per vera ogni ipotesi. Ognuno di noi ha le proprie idee…
Cara Luana, il problema è che bisogna capire se ciò che frulla nella nostra testa sia veramente tutta un'elaborazione personale... a volte pensiamo che lo sia ma è il frutto dei condizionamenti "globali"...
RispondiEliminaNell' ultimo capitolo del libro di Lorenz viene trattato un ennesimo pericolo che incombe sull'umanità ossia la minaccia delle armi nucleari, che confrontata con gli altri 7 peccati, è la più facile ad evitarsi. Ovviamente sarebbe più intelligente e utile non produrre affatto quest'arma, ma dato che l'umanità, tutto si è mostrata fuorché intelligente questa semplice soluzione non è pensabile. La conseguenza più importante di questa faccenda è la paura della morte, e l'impotenza che ne deriva rende l'uomo incapace di agire moralmente e senza considerare le conseguenze delle sue azioni, in quanto spinto sollo dall'egoismo e dalla voglia di realizzare i propri desideri. Secondo me il non saper ragionare dell'uomo è dovuto all'indottrinamento che ha avuto e di cui l'autore ci offre una descrizione nel capitolo VIII. Infatti non vi è più un modo di ammaestrare che porta a pensieri diversi ma si è arrivati ad una situazione in cui le idee dell'uno son uguali a quelle dell'altro e da qui si arriva al punto in cui tutto quello che viene detto è considerato giusto e vero, e quindi si è arrivati ad una società in cui il senso critico non esiste. E sicuramente si riferiva a queste conseguenze Goethe quando affermava che l'indottrinamento di massa assumeva delle caratteristiche sataniche.
RispondiEliminaCara Antonella, sei un po' impietoso con gli esseri umani... credo che i liberi pensatori, gli artisti, gli scienziati... di cose buone ne abbiano fatte... tuttavia esiste l'egoismo, di cui parla Lorenz... ed anche chi tenta di manipolare gli altri a proprio vantaggio; ma noi siamo qui a parlare proprio per scongiurare l'apatia e l'annullamento delle coscienze...
RispondiEliminaConcordo pienamente con ciò che avete scritto, a proposito dei condizionamenti!! Luana
RispondiEliminaNell’ultimo capitolo di "Gli otto peccati capitali della nostra società" Konrad Lorenz tratta un argomento molto interessante ossia la minaccia delle armi nucleari per la nostra umanità. Questo capitolo espone in maniera oserei dire diretta e sintetica come l’uomo attraverso “la sua insaziabile sete di potere” rischia di cadere spesso nella stupidità. Lorenz trattando tale problema diventa in un certo senso ottimista poiché questo ottavo peccato,rispetto ai sette precedenti è l’unico che potrebbe essere evitato. Il rimedio che potrebbe essere adottato per queste armi devastanti, dice Lorenz, è sicuro e inequivocabile, basta non produrle o non usarle. A mio avviso entrambe queste proposte sarebbero certamente un ottimo rimedio ma in me sorge spontanea una domanda: perché produrre ma non usare una qualsiasi cosa? Naturalmente sono consapevole del fatto che non stiamo parlando di “giocattoli” se così si può dire, bensì di armi nucleari… tuttavia credo che quando l’uomo produce qualcosa lo fa con lo scopo di usarla così come le armi nucleari. Basta ricordare le due bombe nucleari sganciate dagli Stati Uniti rispettivamente nelle due città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki durante la Seconda guerra mondiale. Come dice lo stesso Lorenz i danni causati da questi ordigni diabolici non provocano soltanto vittime al momento del loro impiego ma le loro conseguenze si protraggono nel lontano futuro. Il capitolo si conclude con un interrogativo, e credo che questo interrogativo sia lo stesso che purtroppo oggi anima gran parte dell’umanità: PER QUANTO TEMPO ESISTERA’ ANCORA IL MONDO? Visti gli eventi mi verrebbe da dire poco ma credo che potremmo fare ancora molto per renderlo in un qualche modo “migliore” e “duraturo” purtroppo le proposte non bastano, non è sufficiente avere buoni propositi ma bisogna avere il coraggio di attuarli e magari di cambiare.
RispondiEliminaCara Graziella, la consapevolezza che possiamo distruggere il pianeta è già un buon inizio per cercare di evitare il punto di non ritorno. Purtroppo pensiamo che debbano essere sempre gli altri a fare qualcosa... ognuno di noi è responsabile del futuro, quindi parlare e proporre non è sufficiente, ma è col dialogo che si cambia ciò che non va... continuiamo a farlo
RispondiEliminaAnche nel capitolo “Le armi nucleari ” emerge la lucidità di Lorenz nell’evidenziare un concetto che oggi ancora più di ieri fa discutere. Si tratta dell’inarrestabile mania di grandezza dell’uomo. Un’arma così potente come quella nucleare può far sentire l’uomo padrone del mondo, e dargli la convinzione che possa essere in grado di controllare tanto il futuro quanto il presente. Allo stesso tempo l’uomo difficilmente si prende la responsabilità delle proprie azioni in quanto rimane un essere facilmente condizionabile nell’ambito socio culturale in cui si trova. In questo capitolo ritorna il concetto ribadito in quello della sovrappopolazione e successivamente in tutti gli altri in cui si parlava del fatto che l’individuo che si condiziona finisce per perdere quelle caratteristiche uniche della specie umana. L’uso delle armi artificiali provoca senz’altro una violenza senza freni che sarebbe facilmente evitabile se solo l’uomo cominciasse a non produrne e a non usarne più.
RispondiEliminaSono d'accordo, penso che Lorenz abbia inserito per ultimo questo capitolo perché la potenza distruttiva delle armi è il risultato dei "peccati" di cui ha parlato negli altri capitoli... sulla responsabilità di cui parli, sono convinto che sarebbe sufficiente che ognuno di noi cominciasse ad assuimersi le piccole responsabilità quotidiane per cambiare le cose...
RispondiEliminaNell'ottavo capitolo del libro "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà" Lorenz affronta il problema dell'indottrinamento. Il processo del sapere si forma da un'idea che si mette a confronto con l'esperienza e con i dati registrati dai nostri sensi e si giudica se l'idea è giusta o sbagliata a seconda che i fattori coincidano(pattern matching). Ogni idea che abbiamo pensato come pura congettura può risulare sbagliata, alla prova, ma dopo un numero sufficiente di controlli positivi sappiamo che è giusta. In campo scientifico questo processo si chiama formulazione dell'ipotesi e verifica. Ogni studioso di scienze naturali cerca conferme di questo tipo e questo si chiama ipotesi di lavoro. Ciascuna ipotesi di lavoro apre la strada ad un'altra ipotesi di lavoro, che considerata dal punto di vista psicologico diviene fede. Quando un'ipotesi viene verificata al livello sperimentale diventa teoria, e se noi crediamo fermamente in essa e ci sono molti seguaci di questa teoria, diventa dottrina. Che cos'è che dà vita ad una dottrina? Sicuramente un grande maestro responsabile che trascina gli allievi come Freud. Una teoria si diffonde anche attraverso i mass media e diventa moda. A questo punto Lorenz attacca la teoria behaviorista americana che sostiene che tutti gli uomini diventerebbero uguali qualora fossero messi in grado di svilupparsi nelle medesime condizioni ambientali, quindi gli uomini non possiedono caratteri ereditari, ma sono come tabula rasa, e quindi facilmente influenzabili da qualsiasi tipo di moda e plasmabili da individui con un comportamento sociale favorevole ai loro bisogni. Quindi c'è una morte dell'individualità umana e un condizionamento degradante dal quale ci si può aspettare qualsiasi cosa. Secondo Lorenz, l'errore fondamentale della dottrina behaviorista consiste nel trascurare proprio le strutture: la loro descrizione viene considerata superflua, mentre sono considerati legittimi soltanto i metodi operazionali e statistici. In sostanza viene trascurata l'indagine descrittiva delle leggi che governano il comportamento dell'essere vivente. La causa, secondo Lorenz, dell'appiattimento umano, l'alienazione della natura, che provoca la scomparsa dell'attitudine dell'uomo ad aver rispetto di qualche cosa, la competizione economica, si manifestano nei fenomeni di disumanizzazione della scienza.
RispondiEliminaSintesi perfetta... ma tu che ne pensi, cara Valeria?
RispondiEliminaIl tema affrontato da Konrad Lorenz nell'VIII è l'indottrinamento. La domanda che ci saremo tutti posti, è come si giunge a questo femomeno. Si parte semplicemente dal sostenere un'ipotesi per poi giungere consapevolmente ad affermare che si tratti di un presupposto accertato. Il supporre che certe cose siano realmente vere, fa parte di un modo di procedere indispensabile per l'individuo che voglia soddisfare la propria sete di conoscenza. La speranza di essere nel giusto fa parte delle motivazioni che spinge il ricercatore ad avvalorare la propria tesi. Da qui si va a creare tra l'individuo e l'ipotesi un legame di fede che a sua volta porta l'uomo ad amare la propria ipotesi. Ma tutto ciò non porta ad una buona ipotesi di lavoro, affinché sia valida deve acquistare probabilità. Una volta che ciò accade la tesi viene definita universale e chi non si conforma all'opinione pubblica viene tacciato di eresia, calunniato e sottoposto all'odio sociale. "Ogni volta che un gruppo di uomini si sono battuti in difesa di dottrine contrastanti" dice Philip Wylie "ciascuno delle due fazioni ha manifestato la più violenta avversione per l'altra, ciascuna era convinta che l'altra fosse invischiata nell''errore pagano... è così aveva inizio una guerra santa". Questa è la prova di come l'indottrinamento si va a manifestare nelle sue forme peggiori, quando accomuna grandi masse di individui, interi continenti e magari anche tutta l'umanità nelle stesse false credenze. E' proprio questo il pericolo che oggi giorno ci minaccia. Attraverso l'indrottinamento potrebbe venire imposto un falso codice di valori che porterebbe a una manipolazione recando dei vantaggi nel campo commerciale e delle grandi industrie. Questo è un problema che sovrasta nella nostra società, tutto ciò oggi giorno viene generalizzato o addirittura minimizzato soltanto perché recherebbe dei danni al mondo del commercio trattare tali argomenti. E' per questo che ognuno di noi dovrebbe staccarsi dalla massa per poter osservare il particolare e non l'universale, per comprendere meglio tutto ciò che ci circonda evitando di cadere nel buco nero del marketing.
RispondiEliminaCosa proponi per sottrarsi all'omologazione dell'indottrinamento?
RispondiEliminaL'ottavo capitolo del libro di Konrad Lorenz "Gli otto peccati capitali della nostra civiltà", tratta l'indottrinamento. All'inizio, Oskar Heinroth, naturalista delle scienze morali, dice: "Quello che uno pensa è quasi sempre sbagliato, ma quello che uno fa è giusto". Questa frase spiega il processo di evoluzione di tutto il sapere umano, che consiste nel formulare un'idea, confrontarla con l'esperienza e con i dati già prima registrati dai nostri sensi, e alla fine viene giudicata l'idea che abbiamo formulato per constatare se è giusta oppure sbagliata. Io non sono d'accordo con lui perché a mio parere non sempre le cose che si pensano sono sbagliate, ma neanche le cose che si fanno sono giuste. Una cosa che pensiamo in quel determinato istante può essere sbagliata ma attraverso una serie di controlli possiamo sapere se è giusta. Per fare questo bisogna anche ragionare con la propria mente. Questo confronto rappresenta il metodo più importante che grazie ad esso un essere umano può raggiungere la conoscenza. Il nostro sapere costituisce un'immagine semplice della realtà che esiste, e ci sforziamo di ricordarlo, e quindi noi consideriamo alcune cose vere e siamo convinti che il nostro sapere è esatto (L'amore con cui pensiamo una cosa dipende dalla durata di tempo in cui la pensiamo. L'autore si sofferma parlando anche delle industrie. Molti sono stati manipolati dagli interessi commerciali delle grandi industrie e alcuni non se ne rendono conto. Tutto il materiale che si butta viene riciclato, imballato, per poi realizzare oggetti o altre cose, come per esempio macchine, bottiglie, elettrodomentici, ecc. L'artigianato viene distrutto, i contadini non possono sopravvivere. Noi siamo contenti in base alle esigenze delle industrie ad adattare il nostro modo di vivere. Dobbiamo indossare abiti che sono adatti a noi e mangiare il cibo. Per quanto riguarda infine la moda, è il mezzo per manipolare le grandi masse e uniformare le proprie esperienze. Attraverso l'abbigliamento si appartiene ad un determinato ceto. La moda di oggi crea simboli. L'indottrinamento è un pericolo che ci minaccia ed è diffuso in molti individui
RispondiEliminaTanta carne al fuoco, cara eufemia... penso che la critica che muovi a Lorenz nella prima parte del tuo scritto sia un po' frettolosa, visto che Lorenz scrive l'intero libro per incoraggiare il libero pensiero...
RispondiEliminaIo penso che gli studiosi come Lorenz sono sempre alla ricerca di spiegazioni per quanto riguarda i mali umani e sociali. Certo, da quello che emerge, Lorenz è un anti americano. Gli americani cercano di costruire mode, sono i più grandi industriali del mondo; costruiscono di tutto, e la moda appiattisce l'uomo in quanto viene manipolato poichè segue dei modelli prestabiliti, viene indottrinato e quindi svalutato psicologicamante e di conseguenza vittima degli stessi modelli che lui stesso ha costruito.
RispondiEliminaDevo dire che il capitolo in cui viene affrontato il peccato dell' indottrinamento è molto interessante, in esso Lorenz spiega come da una semplice idea possa nascere una teoria e paragona questo processo alla costruzione di un edificio in cui l'ipotesi è l'impalcatura... Secondo lo scrittore questa teoria ancor prima di essere verificata diviene patrimonio dell'opinione pubblica questo è frutto dei mass-media e cioè giornali, tv, radio ormai oggetti della quotidianità, infatti oggi chi si sottrae all'azione di questi nuovi mezzi di comunicazione viene considerato un caso patologico anche se secondo me questo non ha fatto altro che oscurare un po' della nostra fantasia. Le pubblicità, i sondaggi di opinione vengono utilizzati allo scopo di catturare la nostra curiosità, la moda che una volta era un modo con cui l'uomo evidenziava la propria appartenenza a un gruppo culturale o etnico oggi invece essendo condizionati dalla società in cui viviamo (cioè un insieme di egoismo, maleducazione e tanto altro), tendiamo a comprare vestiti sempre più costosi non capendo però che non sono certo queste cose a rendere importante una persona bensì la cultura, l'umiltà per esempio....
RispondiEliminaNel capitolo VIII de " Gli otto peccati capitali della nostra civiltà", Konrad Lorenz parla dell'indottrinamento. Io mi sono soffermata solo su una piccola parte di questo capitolo, anche se ci sarebbero molte altre cose da commentere. Lorenz ad un certo punto in parla del "dogma behaviorista", ora cito un pezzo di quello che dice a proposito: << Il dogma rafforza ogni dottrinario nella propia convinzione, e non fa nulla per conciliare tra loro le diverse dottrine religiose >>. Io condivido pienamente quello che Lorenz dice qui, ed è proprio così che bisogna fare, venire ad un accordo con tutte le altre religioni, studiarle, convivere e accettarle. Io sono ortodossa e molte cose cambiano tra la mia religione e quella catolica, ma per fortuna nessuno mi ha costretto o convinta a convertirmi al catolocessimo. Come dice Lorenz nel paragrafo successivo: <>. Ecco questi americani, liberali e intellettuali si sono fatti corrompere e si sono convertiti, bèh a me qualcuno mi ha pure chiesto perché non mi converto o cose varie ma penso che alla fine non abbia senso convertirmi, se io credo in Dio allora per me Dio si trova in ogni religione e in ogni posto, anzi a volte mi capita di fare la croce nella mia religione altre volte come la fanno i catolici ma non è che io abbia notato una differenza nei confronti di Dio verso di me, non è cambiato niente. Su questo punto, voi che ne pensate prof? Ecco perché per me sarebbe una buona idea conciliare le diverse dottrine religiose, però senza alcun 'condizionamento' così come affermavano i difensori ortodossi di tale dottrina, che l'uomo nasce come un foglio bianco, e che tutto ciò che egli pensa, sente, conosce o crede è il risultato del suo 'condizionamento'.
RispondiEliminaCara Anca, quello che penso è che il tuo è uno dei più bei commenti al libro di Lorenz. Sono d'accordo con te... ognuno deve essere libero di decidere, seguendo le proprie radici, perché da esse giunge la linfa vitale che ci consente di creare rami nuovi, fiori profumati e fronde armoniose...
RispondiEliminaNella parte del libro dedicata all'indottrinamento, Konrad Lorenz scrive: <>. Personalmente sono d'accordo con quanto scitto dall'autore. Secondo me oggi, il pensiero dell'uomo è molto influenzato dai mass-media. A molti basta accendere la TV, sfogliare un giornale o seguire qualche trasmissione radiofonica, per convincersi di quanto comunicato da questi. Notevole importanza ha poi senza dubbio la pubblicità, che induce la massa a comprare ogni sorta di prodotto presentandolo come necessario e indispensabile. Dietro questo meccanismo c'è ovviamente il desiderio da parte di proprietari industriali di arricchirsi, di accumulare quante più riccheze possibile. Le nostre menti vengono quindi continuamente bombardate da immagini convincenti e manipolate dall'insaziabile voglia di denaro. A mio avviso, una volta comprese le cause di tale processo, bisognerebbe cercare di capire perché la mente umana è così fragile, così facilmente influenzabile. Dopo il medio grado di benessere raggiunto nei nostri paesi, Dopo i progressi ottenuti nelle varie discipline, dopo che la cultura è divenuta un bene comune, l'uomo dovrebbe essere più consapevole, dovrebbe avere maggior spirito critico e rimanere poco attratto da quanto viene trasmesso mediante i mass-media. Invece è l'esatto contrario. Forse agisce spinto dalla voglia di uniformarsi agli altri, di essre uguale agli altri per evitare di essere da questi'ultimi giudicato. Poichè come Lorenz scrive: <>.
RispondiEliminanell'ottavo capitolo viene descritto l'ultimo degli otto peccati capitali della nostra civiltà ossia l'indottrinamento. Secondo Konrad noi tutti ci troviamo semplicemente costretti ad adattare il nostro modo di vivere alle esigenze della grande industria e, siamo, talmente condizionati da non rendercene conto. questo perchè le masse sono facilmente manipolabili, basti pensare alla "moda", l'ultimo modello in fatto di automobili o vestiti è per l'uomo simbolo di prestigio. Ormai viviamo in una società dove "apparire" è meglio che essere, in cui non conta l'intelligenza o la cultura ma solo l'estetica.
RispondiEliminaLa sensazione che ho avvertito leggendo capitolo dopo capitolo questo libro è la seguente: L'uomo nella sua progressiva ascesa verso quella che è l'autodistruzione, è guidato da un forte sentimento di angoscia, di paura, di terrore nei confronti di ciò che sarà "la fine". La fine dell'intera umanità così come quella del singolo. L'uomo tende ad agire in modo rapido e frettoloso, dominato dall'impulso, dall'istinto, senza tener conto di quelle che saranno le conseguenze delle sue azioni, delle sue scelte poco ponderate. Ad ogni azione corrisponde sempre una reazione (terzo principio della dinamica). Probabilmente egli giustifica il suo atteggiamento autoconvincendosi che agisce nell'unico modo in cui può agire, in prospettiva ad una fine del mondo, annunciata come vicina, ormai prossima, con tanto di giorno, mese ed anno. Probabilmente interpreta in maniera errata la famosa fase di Orazio " carpe diem", "cogli l'attimo". Infatti anzichè vivere ogni istante della propria esistenza, con la consapevolezza che questo non si ripeterà mai più uguale a sè stesso,con la stessa intensità, con lo stesso carico di emozioni, tipici di quegli avvenimenti mai verificatisi prima. Vive in modo superficiale e dannoso, si lascia andare ora a questa, ora a quella situazione, non progetta, non sceglie, non vuole impegni ne responsabilità. Tanto così come tutto è cominciato, tutto finirà. Così come un giorno la sua vita ha avuto inizio, allo stesso modo un giorno avrà fine. Aristotele diceva che l'essenza dell'uomo ormai giunto alla fine dei suoi giorni, soggetto alla morte, continuerà a vivere nella restante umanità. Mi chiedo allora, cosa succede nell'uomo se si vede privato di questa speranza? Come avrebbe sviluppato, Aristotele, il proprio pensiero filosofico, se fosse vissuto ai giorni nostri? Sarebbe ancora convinto di quanto affermato in un lontano passato? A questa mia domanda certamente non otterrò mai alcuna risposta certa, ma almeno posso affermare ora, dopo aver letto le ultime righe del libro di Lorenz, che la mia sensazione ha trovato conferma. Credo sia incredibilmente triste avere una tale visione pessimistica riguardo la storia del genere umano. E' triste vivere autodistruggendo se stessi e gli altri, in funzione di un fine. Sono convinta che nel momento in cui non saremo più, rivivremo nell'essenza dell'umanità. Così come i filosofi rivivono ogni qualvolta il loro pensiero è oggetto di studio di un nuovo individuo. Così come gli scrittori rivivono tra le pagine dei libri da loro scritti. Gli scienziati e i fisici, negli enunciati delle leggi e delle teorie che portano il loro nome. I medici ogni volta che le loro scoperte son servite a salvare una vita.
RispondiEliminaCara Antonella, ma se il mondo venisse distrutto... nemmeno i filosofi avrebbero più a chi parlare... se l'umanità esisterà esisterà in essa il suo passato... per questo dobbiamo difenderla...
RispondiEliminaKonrad Lorenz apre l’VIII capitolo del saggio con una frase del naturalista e irrisore delle scienze naturali, Heinroth: “quello che uno pensa è quasi sempre sbagliato, ma quello che uno sa è giusto”, egli spiega come il sapere umano da una semplice ipotesi può giungere ad una vera e propria formulazione di una dottrina e difenderla ad ogni costo, giusta o errata che sia, è difficile dire se ce ne sia una che valga davvero e tenga conto di vari fatti specifici; bisogna capire se tutto ciò sia solamente qualcosa di personale (a volte può essere) ma ciò che più influenza un pensiero è appunto il condizionamento globale che induce una grande massa di individui o addirittura l’intera umanità a credere nella medesima falsa credenza. Sono molto d’accordo con le idee espresse da Veronica e Luana in cui dicono che tutti noi siamo dotati di capacità di pensiero, ed è bene farne uso, non bisogna inoltre convincere gli altri di un nostro pensiero.
RispondiEliminaUno degli ultimi capitoli di questo libro tratta l'indottrinamento e mi ha particolarmente colpito la frase citata da Oskar Heinroth: "Quello che uno pensa è sempre quasi sbagliato, ma quello che uno sa, è giusto". Sono pienamente d'accordo su ciò in quanto tutto quello che un individuo pensa non può mai esserne convinto fino a che la sua idea non la mette a confronto con l'esperienza mediante i sensi, in effetti è solo alla fine che l'uomo può giudicare verificando se l'esperienza coincide con l'idea e capire se questa era giusta o sbagliata. Ma se un individuo è convinto che le proprie idee possano essere giuste questa convinzione è data dal perfezionamento dei mezzi tecnici che provoca una uniformità di idee che non si era mai vista in nessun'altra epoca della storia. Sono molto contraria a questo poiché l'uomo non deve cogliere le idee attraverso i mezzi tecnici ma deve pensare con la propria mente e se alla fine l'idea che si era posta inizialmente è risultata sbagliata, ha capito lo sbaglio commesso e di conseguenza ha imparato, e forse alla fine ottenendo anche soddisfazione.
RispondiEliminaIl capitolo VIII "l'indottrinamento" tratta di un argomento che mi ha colpito: oggi un individuo che si sottrae all'azione dei mass-media, ad esempio alla televisione è considerato un caso patologico. Nella società in cui vivviamo quasi tutti i singoli individui fanno uso di telefonino o di qulsiasi altro mezzo di comunicazione. In effetti sono rare le persone che si sottraggono a questi mezzi. Questo "problema" porta le persone a non essere informate su ciò che accade nel mondo. Inoltre codeste vengono escluse e considerate "diverse" e porta loro ad avere una carenza culturale e a non essere in grado di affrontare un discorso con gli altri proprio perché non riescono ad usare un linguaggio corretto. Credo che queste persone debbano essere aiutate e guidate per "aprirsi" verso il mondo della comunicazione per raggiungere così uno sviluppo culturale.
RispondiEliminaProbabilmente la filosofia dovrebbe essere utilizzata dall'uomo come forma di prevenzione contro molti mali sociali, come quelli descritti da Konred Lorenz. Dobbiamo lasciare che i filosofi ci parlino, ma certamente, dobbiamo farlo prima che sia troppo tardi, prima che questi ultimi non abbiano più nessuno a cui parlare
RispondiEliminaNaturalmente.... concordo
RispondiElimina“… c’è del marcio nella specie Homo Sapiens”. Questa è la semplice constatazione che usa Konrad Lorenz per descrivere i rischi di cui è vittima l’umanità, con cui concordo pienamente. I più importanti fra essi sono: la sovrappopolazione che scatena aggressività , la devastazione dello spazio vitale, la competizione esasperata fra gli uomini, il venir meno dei sentimenti, il deterioramento dello stesso patrimonio genetico, il rifiuto violento della tradizione, l’indottrinamento esasperato, e infine le armi nucleari. L’uomo della civiltà moderna è troppo annoiato di tutto e va alla ricerca di stimoli nuovi tanto che tale mania del nuovo intacca tutti i rapporti dell’individuo con gli oggetti del mondo circostante: tale malattia, perché di ciò si tratta, fa in modo che ci si stanchi presto del possesso di una macchina o di un paio di scarpe: tali oggetti perdono attrattiva come la perdono l’amico o la patria perché ormai non c’è più distinzione. Naturalmente,da tutto ciò, gli unici a guadagnarci sono i grossi produttori e le multinazionali, che grazie ai bisogni artificiali inculcati nelle masse incolte, sfrutteranno la veloce circolazione delle merci e dei consumi. Con l’evoluzione del sistema informatico e delle tecnologie, la comunicazione di massa è diventata oramai planetaria. È cosa ovvia agli scienziati della comunicazione, ai giornalisti che il pensiero collettivo e le abitudini generali non si formano spontaneamente, ma sono il più delle volte creati a tavolino e poi innescati nel circuito della comunicazione; ma il pensiero, finchè rimane solamente un’ idea astratta, non avrà possibilità di consolidarsi nella coscienza addormentata degli uomini: occorre, dice Lorenz, che la teoria si trasformi in convinzione, e che poi aumenti il numero dei credenti. Eccoci alla creazione della opinione pubblica. Una volta formatasi l’opinione pubblica, tutti coloro che la contestano vengono esclusi dal gioco mediatico e magari accusati pure di eresia: l’indottrinamento esige l’accomunare di grandi masse di individui, interi continenti e tutta l’umanità nella stessa falsa credenza; ma questo porta alla rovina dell’umanità. I creatori dell’opinione pubblica credono che condizionando l’uomo, da esso ci si possa aspettare qualsiasi cosa e farne ciò che si vuole, sia contro la natura che contro l’uomo stesso e contro la sua profonda essenza. In realtà, non siamo che schiavi degli interessi commerciali del grande capitale e della grande industria alle cui esigenze adattiamo il nostro modo di vivere. Il mezzo per tutto ciò è la moda, che riesce a convincere la grande massa dei consumatori che il possesso dell’ultimo modello in fatto di vestiti,televisore, perfino animale, ecc., rappresenti il più inequivocabile “simbolo di prestigio”. Così, se per l’opinione pubblica, un domani, per esempio sarà cosa normale che una coppia di omosessuali possa adottare dei bambini, la gran massa andrà dietro alla moda, e quindi se sarà di moda accettare tali idee, ben vengano nella nostra società.
RispondiEliminaOscar Heinroth dice: “Quello che uno pensa è quasi sempre sbagliato, ma quello che uno sa, è giusto”. Con questa frase egli vuole esprimere il processo evolutivo di tutto il sapere umano e di tutto il sapere generale. L’aumento del numero di individui uniti in un unico gruppo culturale provoca un’uniformità di idee. Prima ci si forma un’idea, poi la si mette a confronto con l’esperienza e con i dati registrati dai nostri sensi, e infine, si giudica se l’idea è giusta o sbagliata. Questo metodo è stato definito da Karl Popper “pattern matching”. Durante un processo conoscitivo ciò che in un primo momento si pensa può risultare sbagliato, dopo diversi controlli si sa che è giusto. Ma, tuttavia, inequivocabili e in campo scientifico questo processo si chiama formulazione dell’ipotesi e verifica. L’ipotesi è una supposizione provvisoria che ha un senso solo se esiste la possibilità di dimostrarla in base ai dati raccolti. Un’ipotesi, inoltre, non è verificabile. Ogni nostra conoscenza è solo un’approssimazione di ciò che desideriamo conoscere e per avere più notizie di ciò che vogliamo conoscere occorre formulare quell’ipotesi di lavoro che apre meglio la strada a un’altra ipotesi che riesce a spiegare di più e quest’ipotesi di lavoro è la verità. Noi non possiamo evitare di considerare vere certe cose e d’essere convinti dell’esattezza del nostro sapere e questo equivale a una fede. Quando un’ipotesi diventa una teoria noi crediamo fermamente in essa e io penso che ci sono molte cose in cui ognuno di noi crede e altre a cui non si crede ma non possiamo affermare che qualcosa esiste o no se non si è ai stati personalmente testimoni di quel qualcosa. Per poter dare un fondamento alla propria conoscenza, dice Lorenz, l’uomo non può far altro che assumere alcuni fatti certi per poter giungere a una conclusione finale. Il supporre tramite l’ipotesi, che certe cose siano vere. Fa parte di un modo di procedere indispensabile per l’uomo che voglia soddisfare il proprio desiderio di conoscenza. Acquista probabilità quando dopo molte ricerche non emerge nessun altro fatto che la smentisca. Essa può essere tale che tutte le verifiche da essa stessa imposte non possano fare altro che confermarla. Tuttavia, secondo Lorenz, non si deve cadere nell’errore di ridurre l’ipotesi a una semplice ipotesi di lavoro perché per quanto produttiva essa non ci fornirà delle nuove conoscenze. Il passo per giungere alla formazione di una dottrina si ha quando ai due fattori esaminati che trasformano la teoria in convinzione si ha la possibilità di diffondere una teoria e questo fa si chi mentre all’inizio era solo un’ipotesi ora diventi patrimonio dell’opinione pubblica e chi non si adatta a quest’ultima viene calunniato e su di lui viene scaricato un odio sociale definito mobbing. L’indottrinamento si manifesta nei suoi effetti satanici quando accomuna grandi masse di individui nella stessa falsa credenza. Ed è proprio questo il pericolo che oggi ci minaccia. Ma c’è anche un altro pericolo che ci tocca ogni giorno da vicino ed è quello di non rendersi conto fino a che punto siamo manipolati dagli interessi commerciali dell’industria. In ogni città o paese si rimane impressionati da tutti gli striscioni con scritte propagandistiche i cui slogan devono persuadere le persone per fare si che le diverse merci vengano vendute e abbiano successo e poi io penso che non è la marca che fa l’oggetto perché, per esempio, un paio di scarpe anche se sono del quelle del mercatino sempre scarpe sono, non c’è bisogno che si debbano spendere tanti soldi in un negozio solo perché c’è la marca. Ma ormai ai giorni d’oggi si fa risparmio su tutto non si butta via niente di quello che può essere riutilizzato. Noi tutti quindi ci troviamo costretti ad adattare il nostro modo di vivere alle esigenze del’industria. Il mezzo più facile per manipolare le grandi masse è la moda. Angelica Latella
RispondiElimina"Noi sedicenti uomini liberi della civiltà occidentale, non ci rendiamo neanche più conto sino a qual punto siamo manipolati dagli interessi commerciali della grande industria." Così Konrad Lorenz mette in risalto due degli aspetti, a mio avviso, peggiori dell' uomo: non solo la sua influenzabilità ma anche la sua vanità inquanto quest'ultimo si crede fin troppo intelligente per essere manipolato, non rendendosi conto di come in realtà i potenti lo manovrino a proprio piacimento.
RispondiEliminaLa verità è che, addomesticato dai mezzi di comunicazione e sviato da distrazioni sempre più incalzanti, l' uomo perde gradualmente coscienza di se e della realtà, tendendo poi ad accettare tutto ciò che gli viene propinato dalla televisione come realtà assoluta.
Così ci si trova ad adattarsi al volere della comunità o, meglio, a ciò che la comunità crede di volere ma che in realtà è solo il frutto di un indottrinamento serrato e il singolo che tenta di sfuggire a questa suggestione finisce per essere screditato e tagliato fuori dalla società che lo circonda.
A questo punto la mia domanda è: che ne sarà di
noi?
Riusciremo a svegliarci da questo torpore o siamo condannati ad essere semplicemente ignari spettatori di un futuro scelto per noi da altri?
Sono molto d'accordo con quello che ha affermato Antonella C, "la filosofia dorebbe essere utilizzata dall'uomo". Molti credono sia un qualcosa utilizzata con molta audacia per far giungere a una conclusione convenzionale per il filosofo stesso o per colui che ne fa uso, un modo per sviare! Io non sono affatto d'accordo con chi dice questo, poichè la filosofia è qualcosa che ci permette di riflettere e di approfondire il nostro pensiero e tirarlo fuori in maniera corretta e dovremmo come dice Antonella ascoltare i filosofi. Credo sia un buon modo per iniziare a diminuire i mali (di cui Konrad c'è n'ha fornito un quadro completo) che popolano la nostra società..ascoltare e pensare.
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