rotte mediterranee... nel mare delle differenze... per uscire dal labirinto
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martedì 2 febbraio 2016
Aldo Masullo... Piccolo teatro filosofico
Il pensiero è un ininterrotto gioco di domande e di risposte. Ognuno di noi, quando è solo, riesce a pensare perché dialoga con se stesso. Si pone domande, si dà risposte, obietta ad esse, ripropone le domande con le modifiche suggerite dalle obiezioni. Il dialogo tra due, o più, interlocutori è la dialogicità incarnata in una "corrente" di parole sonanti. Perché dunque i problemi estremi del pensiero umano non dovrebbero appunto nella forma del dialogo trovare la naturale sede del proprio essere discussi, insomma pensati? Il dialogo è la situazione umana in cui irrompe la filosofia. Che senso hanno allora i dialoghi scritti? Essi sono le trascrizioni autentiche del dialogo interiore dell'autore nella sua solitudine, per lo più affollata di fantasticati personaggi come, questa volta, un Benedetto papa e il principe Amleto, Giordano Bruno e un procuratore di Stato, Eraclito e un vecchio orologiaio. In effetti, mostrare il libero esercizio dell'intima dialogicità è un amichevole, provocante invito ad altri a esercitarlo in proprio.
Cari alunni della Terza As... a voi la parola sul dialogo di Aldo Masullo tra l'anima e l'automa letto in classe...
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Consiglio di leggere questa intervista....
RispondiEliminahttp://www.agenziaradicale.com/index.php/rubriche/rimandi/880-la-verita-del-dialogo-e-il-bisogno-di-maestri-aldo-masullo-firma-piccolo-teatro-filosofico
Intrecciare percorsi mentali non preordinati è dialogo: è l’anima che, secondo Platone, nel discutere con altri sulle questioni di fondo del vivere umano dialoga con se stessa, intima pluralità nella singolarità dell’esistere, irriducibile identità nella plurale differenza”.
“Nelle filosofie del dialogo, il dialogo è solo teorizzato come esercizio del logo, ma non praticato: ridotto così a tema di trattazione scritta, è proprio ciò che Platone si rifiutava di fare. Si tratta di meditate elaborazioni e acute analisi, tutte consegnate alle mute pagine di scritti magistrali, momenti di pensiero passati. Manca il dialogo ‘in carne ed ossa’, il pensiero vivo presente che interrogando s’interroga. Mancano coloro che insieme pensando parlano, intersoggettiva realizzazione dell’ideale dialogo dell’anima con se stessa. La filosofia senza nulla perdere del suo vigore può farsi scrittura, se mostra in azione la sua dialetticità, se lo scritto registra l’atto del pensiero vivente, colto mentre accade nella temporalità della storia e lasciato aperto fluire, inesauribile invito ad altre menti”.
RispondiEliminaL'anima è e non può non essere
RispondiEliminaDomenico 3As
Parmenideo... essenziale... logicamente ineccepibile. Bravo!
EliminaA ognuno di noi almeno una volta è capitato di isolarci dal mondo che ci circonda trovandoci soli con noi stessi a riflettere, credo però che dobbiamo fare attenzione a questo. Il rischio, infatti, è quello di isolarci talmente tanto dal mondo esterno che non riusciamo neanche ad ascoltare il pensiero degli altri che potrebbe, a mio parere, essere utile per la crescita di ognuno di noi. I pensieri ci distinguono sicuramente dagli altri esseri viventi come animali e piante ma ancor di più ci distingue da essi l’espressione di questi attraverso dialoghi scritti e orali. È sempre difficile esprimere i propri pensieri e molte volte fare arrivare il messaggio che vogliamo trasmettere a chi ci ascolta, lo è ancora di più. Abbiamo da poco iniziato a studiare la filosofia, nonostante ciò ho capito, grazie soprattutto a Socrate, che la filosofia si propone di dare una risoluzione ai nostri dubbi più profondi attraverso il dialogo. Socrate è stato definito sofista proprio perché dava molta importanza al dialogo facendo vedere come dentro di ognuno di noi ci sono le risposte che cerchiamo. Nadia 3As
RispondiEliminaL'importante è cominciare a interrogarsi...
EliminaCaro professore,
RispondiEliminadevo dire che dapprima, durante la lettura di questo dialogo tra l'anima e l'automa, non ho capito affatto il messaggio che esso riportava. Solamente dopo essere tornato a casa e aver riflettuto accuratamente sul che cosa spingesse i due protagonisti a litigare che sono pervenuto ala verità. Il messaggio che vuole lanciare Masullo si ricollega all'affermazione di un grande filosofo, o meglio sofista, studiato da noi circa due mesetti fa.Infatti, Protagora,diceva che intorno a ogni esperienza, vi sono due logoi in contrasto fra di loro. Ciò che egli vuole dire è che partendo da prospettive opposte, è possibile sostenere a proposito di una medesima realtà due tesi fra loro contraddittorie. Quindi, sempre secondo la mia opinione, è questo il motivo del litigio, o meglio discussione, tra l'anima e l'automa che, in quanto svolgendo compiti diversi, riescono a vedere solo un lato della verità, ovvero quello che già conoscono e non si sforzano di comprendersi a vicenda.
Ciò che intende dire Masullo... be' è complesso, ma quello che mi interessa è sapere che cosa pensi tu...
EliminaLa riflessione su questa lettura mi ha portato indietro nel tempo e precisamente a quando poco tempo fa ho rispolverato la filmografia di Robin Williams. Una frase in particolare de "L'uomo bicentenario" riecheggiava nella mia mente : "Come robot avrei potuto vivere per sempre, ma dico a tutti voi oggi, che preferisco morire come uomo, che vivere per tutta l'eternità come macchina". Già all'inizio del lungo dialogo, in realtà può essere meglio apprezzato il significato di questa frase che ritengo pertinente. L'anima infatti sostiene orgogliosamente che seppur dotato di corpo e moto l'Automa non esisterebbe. Funziona ma non è nato. Qualora non dovesse funzionare lo butterebbero via rimanendo inoperante. Non può sognare perché non vive e non può morire perché non è mai stato vivo, viene solo smontato o distrutto. Se dovessi spiegare il mio punto di vista direi che l'automa è programmato per riconoscere i colori ma è solo l'anima a poterne cogliere le sfumature. Allo stesso modo l'automa è in grado di sostenere la conversazione con l'anima, porta avanti le sue idee, difende ciò che è ma quando l'anima inizia a mescolare vita e sensibilità e soprattutto a parlare di autotrasformazione l'Automa ne è sconvolto e non ha che da tornare in silenzio non essendo abituato a una cosi grande varietà. Nonostante non avesse corpo, l'anima ha dimostrato che un corpo vuoto, incapace di cercare nello spazio interno al suo essere, rimane sostrato. La macchina sarà anche stata creata per rispondere ad alcune esigenze ma di certo non si farà mai domande, non cercherà risposte dentro di se non si trasformerà, non è essere in atto e in potenza essa è ciò per cui è stata creata con un inizio e una fine e quindi limitata. L'anima non ha limiti, può espandersi ed evolversi.
RispondiElimina“Il corpo potete bruciarlo, il pensiero no” è la frase che più mi ha colpito nel piccolo tratto letto a scuola del dialogo tra Giordano Bruno e il Procuratore dello stato, all’interno del libro di Masullo. A mio parere ciò che rende grande l’anima del genere umano è proprio la capacità di pensare, quel pensiero che non può essere “bruciato” e annientato da nulla. Quel pensiero che porta a relazionarci e a scambiare le nostre idee con il singolo, gli altri, il mondo. La grandezza del pensiero risiede proprio qui: nell’essere, al tempo stesso, un dialogo con noi stessi e con la nostra anima che “interrogando s’interroga”. Talvolta, però tale riflessione, il rapportarci soltanto con la nostra interiorità, può condurre al rischio di isolamento dal mondo interno e ci porta ad essere “schiacciati” dalla società che raramente si impegna a comprendere fino a fondo il nostro pensiero. Allora, come ci insegna Socrate “il dialogo è il sommo bene” quindi non limitiamoci a dialogare solo con noi stessi ma, tiriamo fuori attraverso il pensiero e delle domande le risposte che abbiamo dentro la nostra anima e usiamo il dialogo per comunicare con il mondo, per aprirci, confrontarci, crescere e maturare.
RispondiEliminaSalve Prof,
RispondiEliminaripensando alle parole lette in classe e fermandomi a riflettere su di esse, ho cercato di capire il messaggio che voi, con la lettura di questo dialogo tra l'anima e l'automa, volevate trasmetterci. All'inizio non lo nego, ma ho trovato delle grandi difficoltà nel cercare di capire ciò che volevate dirci con questa lettura, ma poi riflettendo mi sono soffermata soprattutto sulla discussione tra l'anima e l'automa.
L'automa si occupa di riprodurre i movimenti imitando a volte l'aspetto di un uomo o di un animale, a differenza dell'anima che invece lei non ha limiti. Quindi possiedono delle qualità ben diverse e la discussione nasce appunto perché l'anima e l'automa non cercano di comprendersi e di sostenersi a vicenda, ma si limitano a tenere in considerazione solo un punto di vista della verità.
L'automa, infatti, viene paragonato ad una 'macchina' e così si limita solamente a rispondere agli stimoli e alle esigenze senza mai porsi delle domande o dei dubbi, mentre l'anima si interroga ed è sempre alla ricerca di risposte in sè.
E proprio per questo motivo l'anima svolge un dialogo con se stessa.Tante volte mi capita di costruire un dialogo con me stessa, di pormi io stessa delle domande per capire tutto ciò che mi circonda e che ho vicino, e vado, come l'anima, alla ricerca di risposte, le quali alcune volte riescono a colmare i miei vuoti interiori mentre altre volte non fanno altro che estenderli, portandomi a pormi altre domande. Quest'anno ho iniziato a studiare la filosofia, e da come ho capito, inizialmente veniva usata come mezzo dagli uomini per cercare delle risposte alle domande che si ponevano.Ora, ho capito infatti che la filosofia ci aiuta a superare i nostri dubbi e a ritrovare, non negli altri, ma in noi stessi la loro soluzione attraverso un dialogo, non solo con gli altri, ma soprattutto con noi stessi.
l'anima è l'essenza della vita, tutto ciò che non ha un'anima è nulla. "Vivere significa nascere e morire: se non nasci e non muori, non sei mai stato vivo."
RispondiEliminaLa mia riflessione riguardo al dialogo letto in classe di Aldo Masullo tra l'anima e l'automa è che l'anima si contrappone all'automa proprio perché essa indaga dentro di sé, si pone milioni di domande e allo stesso tempo cerca di darsi delle risposte...essa appunto si pone come trascendenza quindi riflettendo, argomentando, relazionando... cerca di eliminare quei dubbi che ostacolano la nostra mente portandoci molte volte ad essere delusi a livello morale e psicologico. L'automa invece si pone come calcolo...presupponendo un qualcosa, e non fa un'introspezione internamente, appunto riflettere su tanti aspetti. Capita molte volte anche a me di ritrovarmi in tale situazione... da non riuscire a ricercare una verità certa pur ponendomi tante domande...trovandomi in grande difficoltà. Quindi è proprio attraverso il dialogo con gli altri e soprattutto con me stessa che mi aiuta a uscire da una situazione piena di ostilità trovando la soluzione certa per affrontare tutto.
RispondiEliminaInizialmente, devo ammetterlo, non avevo capito a fondo il significato di questo dialogo fin quando non siamo giunti al termine dello stesso, cioè quando l'automa ha deciso di interrompere questo dialogo perché non era in grado di comprendere che cosa fosse il "dentro" di cui l'uomo parlava. Letto ciò, ho capito il significato: l'uomo non potrebbe mai essere paragonato ad una macchina, perché quest'ultima si limita ad imitare e riprodurre ciò che le viene imposto; il pensiero dell'uomo è invece immenso, non ha limiti. Infatti l'uomo, al contrario della macchina, è capace di dialogare con sé stesso, a volte anche litigando perché una parte di lui la pensa in un modo e l'altra la pensa in maniera differente. Il dialogare con sé stessi può essere costruttivo, ma se è fatto in maniera ossessiva tende a danneggiarci, causando l'isolamento. Detto ciò dico che è importante dialogare tanto con sé stessi ma ancora di più con gli altri perché il dialogo apre nuovi orizzonti, ci fa scoprire nuovi modi di pensare prima a noi sconosciuti.
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