Cari Alunni di IVAs, dopo aver discusso su questo tema in classe, in seguito allo studio di San Tommaso, potremmo aprire un forum e cercare di coinvolgere anche altri studenti... Considerare l'embrione come persona fin dal concepimento significa compiere un passo che ha delle implicazioni rilevanti in molti ambiti. Proponiamo due differenti visioni... voi quale abbracciate... perché?
Nel movimento teleologico e auto programmato dell’embrione verso più compiuti stati corporei e psichici di umanità, ( vi è ) la regia di una forma immanente, presente sin dall’inizio e che presiede all’intero processo. Nel lessico della tradizione classica a tale forma si assegna il nome di anima. (…) sin dall’istante del concepimento ( è ) presente una forma/anima spirituale, non soltanto vegetativa e “animale”. Essendo il processo teleologico di sviluppo dell’embrione manifestamente indirizzato alla pienezza dell’essere persona, l’intero processo si intende meglio nella sua unità se sin dall’inizio opera un principio spirituale costruttivo e formale. ( V. Possenti )
Quello relativo all’inizio di una “persona” come quello della sua fine ( è ) un problema filosofico e concettuale, che deve essere risolto tenendo opportunamente conto delle migliori conoscenze scientifiche disponibili ed adeguandosi ad esse. In questo senso, in quanto scienziati ed operatori del settore, noi informiamo che le recenti conoscenza ( … ) portano a dire che “prima” del 14° giorno della fecondazione è da escludersi che l’embrione abbia “vita personale” o sia “persona”. Non è nostro compito stabilire con precisione quando ciò avvenga, ma certamente non avviene al momento della fecondazione, bensì in un momento successivo ad essa. (documento degli scienziati con Rita Levi Montalcini )
Un'altra opinione:
L’argomento è molto interessante, ma allo stesso tempo molto complesso, poiché arrivare ad una conclusione certa e universale è improbabile. Io credo che lo spirito sia immanente nella materia sin dall’inizio. Come potremmo altrimenti immaginare la creazione di questo spirito e quando di preciso? Uno spirito deve esistere fin dall’inizio, magari nelle prime fasi non si ha una forma di spirito molto evoluta, ma una fonte, un principio da cui scaturirà la successiva creazione o meglio evoluzione, deve esistere. Potrebbe trattarsi di uno spirito inconscio inizialmente, ma esistente.
RispondiEliminaPenso anch'io che sia improbabile arrivare ad una conclusione universale su questo argomento in quanto non tutti condividiamo un’unica opinione.
RispondiEliminaNessuno può sapere ciò che si prova al momento della propria nascita poiché non ne conserviamo il ricordo. Tuttavia sappiamo, grazie alle recenti indagini, che l’embrione inizia il suo processo vitale il 14° giorno.
Anche se la scienza spiega così il normale funzionamento umano, credo comunque che prima del 14° giorno ci sia una forma umana, una forma di vita dentro una donna. Siamo dunque vita, atto di qualcuno che sta sopra di tutto. Per questo penso sia sbagliato far terminare lo sviluppo di questa creatura anche nel 1° giorno della fecondazione; ma, nonostante ciò, so bene che alcune situazioni presenti nella vita di ognuno di noi non consentono di poter mettere al mondo una nuova creatura.
Discutere sulla vita è davvero arduo, figuriamoci dare una risposta definitiva a tale interrogativo: quando comincia la vita? Molti grandi filosofi, e eminenti scienziati sin dal Medioevo hanno fornito teorie differenti su tale argomento senza trovare una soluzione definitiva poiché da questa discussione dipendono cruciali scelte dell’ordine pratico … Per dare una risposta, secondo me , la questione deve partire da un punto opposto: la morte. Se oggi si considera la morte come la fine delle attività celebrali e cardiache, trasferendo questo principio all’inizio della vita, potremo pensare questo processo come l’inizio delle attività cardiache e celebrali, ovvero dopo due o tre settimane dalla fecondazione. Però ci tengo a dire che non penso all’embrione di queste due prime settimane come non dotato di vita personale o che non sia persona, ma piuttosto come un essere in evoluzione.
RispondiEliminaInteressante prospettiv:-)
EliminaIn quale momento viene infusa l'anima razionale? Beh, come rispondere a una domanda così complicata che ha messo in dubbio il pensiero umano sin dal Medioevo... Vi sono diversi pareri sull'argomento; alcuni sostengono che l'anima razionale cominci a svilupparsi nel momento stesso del concepimento, altri pensano che essa venga aggiunta da Dio successivamente, o addirittura all'atto di nascita. Anche se è davvero difficile esprimere un'opinione su un così grande mistero, credo che durante il concepimento si sviluppino solamente l'anima vegetativa e quella sensitiva; l'anima razionale invece viene infusa in un secondo momento, assumendo anche le qualità delle prime due, da una forza esterna che è Dio. Tuttavia su tale questione non avremo mai certezza!
RispondiEliminaPer quanto riguarda l’interrogativo di quando ha inizio la vita, a mio parere, la risposta è “mai”. La vita, infatti, ha avuto inizio una sola volta circa tre miliardi e mezzo di anni fa e da allora non si sono più realizzate le condizioni perché questo fenomeno si ripetesse: la vita stessa ha distrutto i presupposti necessari alla propria origine. Possiamo quindi affermare che attraverso la riproduzione la vita non inizia: viene semplicemente trasmessa da un individuo ad altri individui.
RispondiEliminaInteressante prospettiva... ma... direi che dipende dai punti di vista... continuiamo a riflettere
Elimina"Essere o non essere... questo è il problema!" scrive Shakespeare... Sin dai tempi più remoti, infatti, il dubbio, la curiosità e forse anche un po' di spirito competitivo con la natura madre che tutto trasforma, con il Dio creatore che tutto illumina e con l'animo umano stesso che tutto scruta sospettosamente, guidano l'uomo, anzi, come dice San Tommaso, la Persona, dotata di intelletto e volontà, a viaggiare, realmente o solo con la fantasia, a ragionare, a chiedersi "perché?", a osservare il mondo, a progredire sempre più, a voler superare affannosamente l'altro, a volersi realizzare anche al costo di annullarsi... e tutto per rispondere a quella domanda: "perché?"... è questa la semplice parola che a parer mio fa da carburante a quel motore immenso che è l'universo... ciò ci riconduce, dunque, ad un'idea di principio, di nascita, appunto... Ed è proprio sulla nascita della vita che il nostro dibattito spiega le ali e ci porta a volare attraverso gli immensi mari di parole, gli alti monti di scritti e i distesi cieli, di illustri pensieri che costruiscono ciò che ci circonda... Perché l'uomo e tale? Perché lo diventa? Ma soprattutto, quando? varie sono le opinioni e gli studi scientifici e razionali, forse un po' troppi, che indagano su tale interrogativo e portano alla creazione, come d'altronde in tutte le circostanze, di due fazioni opposte: i sognatori che non riescono ad escludere quella scintilla divina in nessun fenomeno, e gli spiriti pragmatici che credono solo in ciò che può essere provato... Forse lei, Professore, conoscendomi sa da quale parte mi schiero ma vorrei comunque illustrare a lei e ai lettori del blog nonché ai compagni la mia teoria di sognatrice... Io sono pazzamente innamorata dell'amore e delle infinite forme in cui i frutti di questo meraviglioso albero ci nutrono... Amo, dunque, i bambini e sono arrivata ad una conclusione di cui mi sento davvero convinta: un bambino è frutto di due desideri che si incontrano, di due persone che si fondono in una e con esse di due anime, di due scintille che danno vita a quel piccolo embrione che porta in sè l'immensità... Come può, dunque, una vita che nasce dall'incontro di due anime non possederne una? come può un essere tanto desiderato esser definito solo un insieme di cellule? questo è ciò che penso, ma sono così piccola rispetto a tutti gli studi fatti... perciò, con il tono ironico che mi caratterizza direi: AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA! =) Ciao Prof!
RispondiEliminaCara Valeria, trovo che sia veramente bello ciò che scrivi, al di là del fatto che lo si condivida o meno... la passione con la quale esponi la tua idea e la poesia che ci metti emozionano. Continuaiamo a riflettere su questo tema... grazie a tutti per l'altezza che sta raggiungendo il dialogo.
RispondiEliminaQuesto argomento è molto complesso quanto interessante,mi trovo concorde con quanto dice Valeria: da due anime che si amano incondizionatamente non può che sbocciare una vita, forse inizialmente inconscia, ma che pian piano va plasmandosi. Premettendo che amo i bambini, forse avrò una visione troppo romantica, io ho una sorelline di undici anni più piccola, l'ho vista formarsi, nascere e crescere, perciò sarebbe incoerente per me dire che non vi sia vita fin dall'inizio. Crescere un bambino è meraviglioso, anche se non si può descrivere se non lo si prova, i bambini sono capaci di mettere in luce l'apetto "bambinesco" che si cela dentro ognuno di noi, guardandolo capisci che in un corpicino piccolo c'è una grande anima capace di cambiarti, allora mi chiedo com'è possibile tutto ciò? Penso non possa essere spiegato scientificamente e neppure dalla chiesa ma solo con l'amore!
RispondiEliminaCos’è che rendo l’uomo una Persona? S.Tommaso affermava che è l’anima che permette questa distinzione. Un interrogativo che molti si sono posti nel corso degli anni,infatti, è quando viene infusa l’anima e quindi in quale momento si verifica questa trasformazione. In molti casi questo punto è stato il centro di numerosi studi ma a quale conclusione si è arrivati?molti dicono che l’anima viene infusa nel momento in cui si verifica il concepimento, altri credono che succede un po’ di tempo dopo. Dopo aver letto le varie ipotesi ed essendomi documentata sull’argomento sono arrivata ad una conclusione: il bambino possiede l’anima nel momento in cui i genitori decidono di metterlo al mondo. Che senso avrebbe aspettare 14 giorni dalla fecondazione,come dicono alcuni studiosi, per dare ad un bambino “vita personale”? E’ proprio per questo che credo fermamente che ognuno di noi ha avuto un’anima da subito, che magari non ha avuto modo di manifestarsi, ma che c’è sempre stata!
RispondiEliminaMolti, nel corso della storia,hanno provato a definire il momento preciso in cui la vita ha inizio. Alcuni pensano che un embrione sia persona ed abbia quindi un’anima solo dopo essersi sviluppato, altri, come me, pensano che questo sia uomo nel momento preciso in cui viene concepito. Io penso questo perché tutto, in principio, è una piccola cosa in evoluzione, ma la sua natura è sempre quella. L’embrione è quindi uomo, pur in crescita ma è sempre uomo!
RispondiEliminaIl tema della vita ha sempre attratto la mia curiosità, e nel corso degli anni mi sono chiesto l'importanza di questo grande mistero.
RispondiEliminaSono stato educato secondo un'ottica cristiana e per questo motivo mi sento di dire che l'embrione già nel momento stesso del suo concepimento è vita.
L'embrione è vita perché già dalla sua formazione è un essere in evoluzione, il fatto stesso di essere un "essere" è per me sinonimo di vita.
La vita quindi inizia nell'atto stesso del concepimento, per questo non condivido quelle persone che decidono di fare un'interruzione della gravidanza: praticando un aborto, anche se nelle prime settimane di gestazione, mettono in atto, a tutti gli effetti, un'omicidio, per cui concludo la mia riflessione dicendo che l'embrione è a mio avviso persona e quindi una vita destinata a nascere!
Sull'attimo in cui la vita ha inizio si è aperto un vero e proprio dibattito che vede esperti di bioetica e opinione pubblica schierarsi su due fronti contrapposti. La vita umana ha inizio al momento del concepimento? oppure vi sono buone ragioni per pensare che fino a un certo grado di sviluppo l’embrione non sia ancora persona? C’è chi dà un’interpretazione più scientifica,razionale come lo stesso Aristotele; c’è invece chi va oltre abbracciando una visione più elevata e morale. Avendo discusso in classe e confrontandomi con opinioni diverse sono giunta alla seguente conclusione: se l’uomo è persona, dotato di intelletto e volontà, proprio come sosteneva S. Tommaso, com'è possibile che l’embrione frutto dell’incontro di due anime e pur sempre creatura di Dio, persona al massimo grado, sia qualcosa di diverso?! L'embrione, dunque, è vita, è persona oltre che un "insieme di cellule" e perciò trovo sconcertante come negli ultimi tempi vengano effettuati aborti come se niente fosse!!
RispondiEliminaSul momento preciso in cui la vita ha inizio si è aperto un dibattito... giungere a una conclusione sembra impossibile. C'è chi pensa che l'embrione possa definirsi persona solo dopo essere giunto ad un certo grado di sviluppo. C'è chi, invece, pensa che la vita inizi nel momento del concepimento. Io sono d'accordo con quest'ultima ipotesi e credo che l'aborto sia un omicidio e che l'embrione sia persona in ogni singolo atomo di cui è composto.
RispondiEliminaAbbiamo spostato l'attenzione sull'aborto, che è un problema serio e molto delicato. Tuttavia, cercare di comprendere quando un embrione diviene persona (al momento del concepimento o dopo) non serve solo per giustificare o meno un aborto, ma anche per comprendere il valore che la vita rappresenta di per sé. Esistono molteplici motivazioni che possono indurre una donna a praticare la triste via dell'interruzione di una gravidanza. Senza dare giudizi morali su questa pratica, continuiamo a discutere sul valore della vita e del suo perpetuarsi...
RispondiEliminaQuesto argomento è senz'altro interessante poiché ci riguarda personalmente, ma arrivare a una conclusione definitiva credo sia davvero impossibile. Nonostante ciò penso che l'anima sia infusa nell'embrione dal primo momento in cui si forma e dunque dal primo giorno. Mi schiero contro chi definisce l' embrione persona solo dopo 14 giorni dalla fecondazione perché quest'"essere" è pur sempre una forma di vita,è appunto una persona in evoluzione!!
RispondiEliminaCredo che la vita si formi nel momento stesso in cui compaiono le prime cellule da cui si formerà in futuro l'essere umano. Dunque già in queste prime cellule è presente un'anima poco complessa, che si svilupperà insieme all'embrione.
RispondiEliminaCari Alunni, vi invito a leggere quest'articolo.... tratto dal Corriere della sera.it
RispondiEliminaEmbrione, anima e fede
Non si emargini la ragione Il no alla definizione religiosa dell’uomo e all'affermazione secondo cui l’embrione ha un’anima. Il motivo? San Tommaso e una dottrina millenaria che stabilisce il confine dell’eresia STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
di GIOVANNI SARTORI*
[...] Riprendiamo il discorso dall’inizio: quale è la differenza tra vita in generale (anche di una rosa, anche di un moscerino) e vita umana. Io ho già risposto su queste colonne che l’uomo è caratterizzato da autocoscienza, dal sapere di sé. Questa risposta laica (o filosofica) ha molte varianti, sulle quali non mi voglio dilungare. Debbo però ribattere alla obiezione che in tal caso un ritardato mentale o anche un neonato non sarebbero mai, o ancora, un essere umano.
Obiezione pretestuosa, perché le definizioni precisano categorie e sono contenitori concettuali. Non sono strumenti contabili e non occorre che acchiappino tutto e tutti; basta che identifichino e, appunto, caratterizzino. In ogni caso, la definizione religiosa è e deve essere diversa: è che l’uomo è tale perché caratterizzato dalla presenza dell’anima. Questa è una definizione che io rispetto. Emi fa specie che sia io a doverla ricordare e difendere mentre la Chiesa di papa Wojtyla— scrivevo — dà mostra di essersene dimenticata. Questa asserzione ha suscitato l’ira di molti lettori che ribattono: lei è proprio un ignorantone (o peggio), è ovvio che l’anima arriva con l’embrione. Ovvio? Ovvio proprio no. Questa non è mai stata la dottrina della Chiesa (né preciserò, di nessuna Chiesa). Sul punto ho già citato San Tommaso. Ma l’ha fatto ancor meglio e più estesamente di me Umberto Eco (su «L’Espresso» del 17 marzo) che è un profondo conoscitore dell’Aquinate, che ne cita ben sei passi, e che riassumecosì: Dio introduce l’anima razionale solo quando il feto è un corpo già formato; dal che consegue che dopo il Giudizio Universale, quando i corpi dei morti risorgeranno, «a quella resurrezione gli embrioni non partecipano: in loro non era stata ancora infusa l’anima razionale e pertanto non sono essere umani».
Continua...
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RispondiEliminaIgnorantoni a parte, un filosofo cattolico che invece sa di queste cose mi risponde che San Tommaso «è vecchio » e che «non è necessario tornare indietro di sette secoli». Se così, povera Chiesa. Se San Tommaso è vecchio, lo sono ancora più Sant’Agostino e la Patristica. E altrettanto vecchi sono gli straordinari dibattiti che hanno stabilito quale sia la vera fede e quale l’eresia. La Chiesa cattolica dura da duemila anni poggiando su questo imponente bagaglio teologico. Se lo si dichiara vecchio e lo si ritiene sorpassato, allora cosa le resta? Passo a precisare, come promesso, che la tesi dell’«embrione eguale persona » non è sottoscritta, che io sappia, da nessuna altra religione. Non è condivisa dalla Chiesa Anglicana e dalla maggior parte delle Chiese protestanti. Ancor più significativo, non è condivisa dalle altre religioni monoteistiche. In riferimento al Talmud, il libro sacro dell’ebraismo, la dottrina è che l’embrione diventa gradualmente persona nel secondo mese di gravidanza, e cioè quando il feto dà inizio alla formazione degli organi. Analogamente nella religione islamica l’anima entra nel corpo quaranta giorni dopo la procreazione, dal che discende che oggi viene ammessa senza problemi la sperimentazione sull’embrione. La crociata del cardinal Ruini è dunque una crociata solitaria. Può benissimo darsi che in Italia la vinca. Ma sarebbe una vittoria di Pirro votata, altrove e alla lunga, a una pesante sconfitta. Tanto più che se la vince dovrà poi ripartire in crociata contro l’aborto. Altrimenti avremmo un embrione (che fino a 18 giorni dall’ovulazione ha ancora una dimensione inferiore al millimetro e non contiene organi o tessuti differenziati) tutelato, e un feto non tutelato, comunque meno tutelato. Un evidente assurdo.
Continua...
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RispondiEliminaA prescindere da questo assurdo, il fatto è che oramai la società cristiana dell’Occidente tiene alla vita, non accetta di morire soffrendo inutilmente, e quindi si affida alla medicina per le malattie che ci fanno soffrire e morire. La legge 40, scrive Veronesi, «è inumana e ingiusta». In Italia 30 mila bambini nascono ogni anno con gravi malformazioni. È giusto, è umano, farli nascere così? La gente teme di morire afflitta dal morbo di Parkinson o dall’Alzheimer, e la sperimentazione sull’embrione promette (forse a torto, ma questo non lo sa neanche la Chiesa) di curare malattie che ci terrorizzano. Il cardinal Ruini crede davvero che su queste questioni, su queste angosce, la gente voterà contro la medicina? Fermo restando — anch’io ho fermissime convinzioni bioetiche — che l’eugenetica deve essere soltanto curativa e che non deve mai imboccare la pericolosissima china di una umanità geneticamente manipolata. Allora, quando è che la vita diventa propriamente umana? La risposta che non crea problemi è la risposta ovvia, e cioè che la persona umana, l’individuo- persona, è tale quando esce dall’utero della madre, quando comincia a esistere in indipendenza, da solo. Questa era l’ottica del diritto (fino alla legge 40) che stabiliva al momento della nascita l’acquisto della capacità giuridica. E questa potrebbe essere l’unica discontinuità riconosciuta dalla biologia, che deve altrimenti essere «continuista ».
Ma, attenzione, non è che la biologia possa sostenere la tesi dell’embrione- persona. Anzi, la biologia ci mette di fronte al fatto (evoluzionista?) che la specie umana condivide con i primati, con gli animali superiori, più del 95 per cento del patrimonio genico; che il cuore (il primo organo che diventa funzionalmente attivo nella organogenesi) comincia a battere solo nella quarta settimana dopo la fecondazione; e che un altissimo numero di embrioni si perdono, e cioè che il più delle volte l’embrione non diventa un bambino. Oggi la Chiesa chiede ai giuristi cattolici e ai biologi cattolici di sottoscrivere la tesi che l’embrione è già un essere umano. Ma chi la sottoscrive lo fa come credente, non certo come giurista o uomo di scienza. Questa tesi è razionalmente insostenibile. E comunque non ci siamo lo stesso. La religione non esiste per far nascere quante più persone possibili (soffriamo già, globalmente, di sovrappopolazione), e ancor meno per prolungare artificialmente la vita (per decenni) di una vita puramente vegetale. La religione esiste per sconfiggere la morte, per promettere all’uomo la immortalità. E a questo fine occorre l’anima. Senza l’anima non c’è resurrezione dei corpi né vita eterna. E dunque la Chiesa ci deve saper dire quando arriva. Sennò rischia di non arrivare mai. La Chiesa di papa Wojtyla non ha osato smentire tutta la sua teologia (che ha sempre escluso che l’«anima razionale» arrivi all’istante del concepimento) e quindi tace, o comunque sorvola, su quando l’anima cominci ad «animare l’uomo».
Ne sta risultando una religione che si appiattisce su una concezione biologica della vita, che accusa di omicidio chi lascia morire una «vita vegetativa» che mentalmente è già morta, e che fa prevalere la potenzialità di vita di un embrione sulla «vita spirituale» (autocosciente) di chi è attualmente in vita e chiede ai progressi della medicina di essere curato. Il lascito di San Tommaso è di una ratio confortata fide. Ma oggi mi imbatto sempre più in una fede fanatizzata che emargina la ragione e la ragionevolezza. Sbaglierò, ma in tutto questo c’è qualcosa di profondamente sbagliato.
*professore emerito alle università di New York e Firenze
02 gennaio 2006
Caro professore, devo ammettere che questa vostra domanda mi ha fatto sorgere diversi dubbi. Tuttavia io ho sempre pensato che esista una sola anima, sensibile e razionale, e che essa si formi al momento del concepimento, cioè nell’esatto istante in cui inizia ad esserci un corpo e quindi la vita. Infatti sostengo che tutto ciò che può essere considerato vita, possiede un'anima, e perché no anche gli animali secondo me ne possono avere una. L’anima nasce col corpo, è un qualcosa di indefinito che ci rende unici e ci distingue dagli altri. L’anima per me è amore e sentimento ed è creata da Dio. Oggi il materialismo assoluto vuole dimostrare attraverso prove scientifiche che l’uomo è semplicemente un animale più evoluto e che l’anima immortale non esiste. La scienza non può dimostrare l’esistenza di un'anima, perché non è lo può verificabile con i suoi mezzi. Secondo me esiste anche una conoscenza spirituale, che è presente in ognuno di noi. L’anima è ciò che noi siamo, non ciò che abbiamo, è il nostro io interiore. Noi siamo persone, non cose. L’embrione non è una cosa, ma una persona in divenire, un individuo che possiede già una vita spirituale, un'anima che però non segue l’evoluzione del corpo. L’anima dunque è secondo me presente in ogni forma di vita, ed è infusa nel bambino al momento del concepimento.
RispondiEliminaCara Domenica,
RispondiElimina"Sostengo che tutto ciò che può essere considerato vita, possiede un'anima, e perché no anche gli animali secondo me ne possono avere una"... mi piace questa parte del tuo intervento....
Questo argomento è molto importante da discutere anche con altre persone perchè così possiamo confrontare il nostro pensiero con quello degli altri.
RispondiEliminaPenso che al giorno d'oggi "eliminare" un'anima è molto facile attraverso una semplice firma (ABORTO. Quella firma secondo me conta molto e c'è chi non è cosciente dell'azione compiuta perché dal primo giorno ESISTE UN'ANIMA.
Questo argomento è molto interessante: ci fa riflettere su cose che magari non ci eravamo mai chiesti. Nessuno sa quando viene infusa l'anima. Per i cristiani Dio partecipa alla nascita di ogni nuovo individuo e ogni anima è il frutto di un suo intervento. Io sono d'accordo con la dottrina cattolica secondo cui l'anima viene infusa nell'embrione nel momento in cui l'amore di due persone lo genera.
RispondiEliminaCaro professore,
RispondiEliminainnanzitutto volevo ringraziarla per aver dato la possibilità, a noi alunni, di poter discutere e scambiarci delle idee su una così delicata questione. Io, come ho già detto, credo che l'anima intellettiva non venga infusa nell'embrione al momento della fecondazione ma in un momento successivo. Per rispondere all'opinione di alcuni miei compagni, volevo dire che è vero, si, che una creatura nasce dall'unione tra un uomo e una donna, grazie all'amore e all'anima stessa, e quindi l'embrione dovrebbe essere subito dotato di anima razionale, ma è anche vero il fatto che è stata dimostrata scientificamente l'impossibilità che il feto sia "persona" prima del 14° giorno dal momento del concepimento. Dunque ribadisco che, a mio parere, in un secondo momento alla fecondazione l'amore divino si unisce a quello umano infondendo nell'embrione l'anima intellettiva generando una vera e propria "vita personale".
Essere razionale per me vuol dire cercare sempre una spiegazione ad ogni cosa. Esserlo a volte è un bene ma a volte è anche un male. Quelli troppo razionali a questo dibattito risponderebbero senz’altro che l’unica teoria valida è quella provata scientificamente, quelli meno razionali, che io definisco più “sentimentali”, non vogliono attenersi semplicemente alla scienza ma preferiscono credere che ognuno di noi è diventato “persona” nel momento stesso in cui si è deciso che doveva venire al mondo. Questo perché è sicuramente più romantico a mio parere pensarla così. Eppure non si può neanche dire che ciò che dice la scienza sia sbagliato perché purtroppo e per fortuna essa dà spesso delle risposte certe. Dico anche purtroppo perché molte volte ha solo confuso ulteriormente l’umanità che non sapeva più a cosa credere e da che parte stare. Dico tutto questo perché a me piace essere più sentimentale che razionale perché così si impara di più a sognare credendo ai sentimenti. Sì, perché mettere al mondo un figlio è la manifestazione di amore più grande che ci possa essere e per questo ribadisco che non avrebbe senso a mio parere dare vera vita dopo alcuni giorni ad un embrione dal momento che la sua natura è proprio essere PERSONA! Perché dovrebbe aspettare 14 giorni, come dicono alcuni, perché esso diventi ciò per cui esiste?
RispondiEliminaCara Elisa... che cosa intendei dire quando sostieni che è stato dimostrato scientificamente? Se ci fosse questa certezza, forse non staremmo qui a discuterne... mi pare che ancora non ci sia una risposta definitiva a tal proposito, quindi dovremo continuare a ricercare... anche con una semplice discussione come questa che abbiamo aperto...
RispondiEliminaConcordo con alcuni miei compagni che sostengono non ci sia una conclusione definitiva per stabilire quando l'anima viene infusa... sono dubbiosa; ma da cattolica sostengo che quest'ultima viene infusa nell'embrione nel momento in cui questo è generato,quindi è sin da subito vita e persona!
RispondiEliminaCaro Prof, come si è capito questo argomento è per me fonte di stupore, dubbio ma anche di una piccola certezza..ma procediamo con ordine..osservando l'uomo e la natura non mi spiego come sia possibile che alcune persone non siano credenti..basta guardare le venature di una foglia, i colori delle farfalle, il sorriso di un bambino..è impossibile che tutto ciò sia solo frutto di uno scontro di atomi..ci deve per forza essere una natura superiore, una natura buona, il sommo bene platonico insomma..è tutto così stupefacente..noi ci crediamo grandi ma rispetto all'universo siamo piccole bricioline che si muovono senza direzione..o per meglio dire la ricercano costantemente..alcune la trovano, altre continuano a vagare alla ricerca di un rifugio..forse gli scienziati possono definirsi fortunati ad avere un così grande patrimonio a loro disposizione, forse sono loro le bricioline divenute nutrimento e non spazzatura..ma un'altra ipotesi non si può escludere..può essere la ragione la sola fonte di vita? o forse la mollichina più spettacolare è il piccolo embrione che giace nel grembo materno?..mi piace pensare che quell'esserino pensi, provi dei sentimenti anche se questo non può spiegarsi razionalmente..passo dunque a spiegare la mia certezza, e non è la prima volta..abbiamo studiato tanti filosofi, matematici, teologi che non trovano un punto d'incontro,è una battaglia all'ultimo sangue..il povero professore sopra citato è stato definito ignorantone solo perchè dice una verità un pò scomoda..tutti, infatti, amano vivere nella convinzione dogmatica della vita e non sarò di certo io a sconvolgerla..perciò vorrei concludere dicendo che è bello cercare risposte, è bello vivere nel dubbio e avere uno scopo..ma quanto è bello vivere la vita con un pò di poesia anche se può sembrare inspiegabile???
RispondiEliminaCara Valeria, L'unica via credo che sia la continua ricerca, rispettando tutti, anche coloro che non sono credenti... ognuno, in fondo, crede in qualche cosa. Anche l'ateo ha fede nell'inesistenza di dio. Siamo tutti convinti di qualcosa. Occorre essere aperti alle diverse ed infinite possibilità... Credo... ahahahaha
EliminaIo sono contro l'aborto in quanto credo che una persona debba assumersi le sue responsabilità senza ricorrere alla via più facile come quella dell'aborto. Secondo me l'anima sensitiva è presente nell'embrione dal primo0 momento e quindi l'embrione diventa bambino nel primo istante in cui è concepito.
RispondiEliminaSecondo me, abortire è più di un omicidio in quanto non si fa altro che uccidere una creatura innocente per colpa dei genitori, anche se alcuni pensano che all'inizio della gravidanza il bambino non essendosi ancora formato è privo d'anima; secondo me l'anima è nel bambino dal primo secondo.
RispondiEliminaNon sarei così categorico...
EliminaDal mio punto di vista, morire per le proprie idee non è giusto perché ognuno ha il diritto di esporre ciò che pensa senza avere nessuna paura delle altre persone o di chi giudica gli altri…
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