Carissimi Alunni di IV Bs, questo è lo spazio per pubblicare le vostre recensioni sul libro di Sharo Gambino che state leggendo... inoltre potrete dialogare con me e chiedere tutto quello che non vi è chiaro... o semplicemente scambiarvi opinioni... buona lettura... e... buona scrittura...
"Più certi semo noi, che un tanto letterato sa governare, che voi che sublimate l'ignoranti, pensando che siano atti perché son nati signori, o eletti da fazione potente. Ma il nostro Sole sia pur tristo in governo, non sarà mai crudele, né scelerato, né tiranno un chi tanto sa. Ma sappiate che questo è argomento che può tra voi, dove pensate che sia dotto chi sa più grammatica e logica d'Aristotile o di questo o quello autore; al che ci vol sol memoria servile, onde l'uomo si fa inerte, perché non contempla le cose ma li libri, e s'avvilisce l'anima in quelle cose morte; né sa come Dio regga le cose, e gli usi della natura e delle nazioni. Il che non può avvenire al nostro Sole, perché non può arrivare a tante scienze chi non è scaltro d'ingegno ad ogni cosa, onde è sempre attivissimo al governo. Noi pur sappiamo che chi sa una scienza sola, non sa quella né l'altre bene; e che colui che è atto a una sola, studiata in libro, è inerte e grosso. Ma non così avviene alli pronti d'ingegno e facili ad ogni conoscenza, come è bisogno che sia il Sole. E nella città nostra s'imparano le scienze con facilità tale, come tu vedi, che più in un anno qui si sa, che in diece o quindici tra voi, e mira in questi fanciulli."
RispondiElimina(La Città del Sole)
"A tutto avrebbe rinunciato, tranne che a ragionare con la propria testa" scrive Sharo Gambino nel suo libro riferedosi a Tommaso Campanella. E' questo ciò per cui Campanella lotta. Questo libro, infatti, oltre a raccontare di come Campanella affronta la propria vita e le conseguenze del suo modo di pensare, ci fa riflettere sull'importanza di arrivare alle proprie scelte attraverso la ragione e non di accontentarci solamente di quello che già altri, prima di noi, scrivendo libri, hanno pensato. Bisogna dunque riflettere, ragionare con la propria testa e poi, solo dopo aver fatto ciò, confrontarci con gli altri. Un altro punto su cui si batte Tommaso Campanella è la libertà. Libertà che nessuno ha il diritto di togliere a qualunque essere umano. "Dio ha voluto l'uomo libero e tale lo ha creato e nessuno ha il diritto di privarlo di questo bene inestimabile, nessun potente della terra può calpestare la dignità di chi ha meno fortuna". Perciò, questo ci fa capire che tutti gli uomini devono sentirsi uguali tra loro. Non ci devono essere persone più potenti delle altre. No, di certo c'è bisogno di chi governi, ma governare, afferma Campanella, significa semplicemente operare perché tutti vivano in pace e serenamente. Tutto questo può avvenire però solo attraverso la ragione, la consapevolezza di quello che si è, il coraggio e la volontà di migliorare e di cambiare la convinzione di chi crede di essere migliore solo perché più importante socialmente. Proprio per questo Campanella avrà molti oppositori, sarà giudicato uomo pericoloso, rinchiuso in carcere e torturato. Resterà recluso per più di vent'anni, sottoposto a violenze atroci e sarà costretto a fingersi pazzo per poter sfuggire alla pena di morte. Ma continuerà ugualente a scrivere, speranzoso in un futuro migliore. Perché è così che bisogna essere. Finché c'è vita bisogna avere speranza, speranza che le cose mutino in meglio. Allora, messo in carcere perché accusato di eresia e di aver preteso un mutamento del Regno con leggi nuove da lui stesso elaborate. Oggi, Campanella è visto come colui che volle difendere i giusti, i poveri, gli innocenti, la libertà degli altri a scapito della propria. Ed infatti come scrive in una lettera inviata a Ferdinando II dei Medici "Il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente sempre crucifige i suoi benefattori, ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo".
RispondiElimina"Il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente sempre crucifige i suoi benefattori; ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo". Testuali parole sono le ultime scritte da Campanella in una lettera destinata a Ferdinando II de' Medici il 6 luglio 1638, e da ciò che oggi studiamo possiamo notare la veridicità di questa profezia, poiché ancora oggi sono molti coloro che si concentrano sulla sua figura. Da ciò che l'autore del libro, Sharo Gambino, racconta nella "Vita di Tommaso Campanella-Dieci cavalli bianchi", vengono messe in evidenza le grandi qualità di questo personaggio, il quale verrà descritto da Luigi Firpo all'interno della biografia romanzata come "....-filosofo e teologo,politico e scienziato, cospiratore e poeta- che sempre meglio rivela ai nostri occhi la sua straordinaria ricchezza e le sue tensioni drammatiche".
RispondiEliminaNel testo viene narrato, in maniera semplice e audace,l'excursus storico di Tommaso Campanella, il quale verrà carcerato per circa trent'anni, trascorsi da una prigione all'altra, ricchi di avvenimenti e nuove conoscenze, che renderanno frate Tommaso celebre e immortale. Il Gambino ci presenta il protagonista non solo attraverso il suo punto di vista, ma anche attraverso le lettere e i pensieri di Tommaso stesso. Egli nasce in Calabria e già all'età di vent'anni comincia a viaggiare per approfondire il suo bagaglio culturale, già molto ricco per un giovane frate, ma successivamente, costretto a far ritorno nella triste e arretrata Calabria, nota l'estrema differenza sociale e culturale tra i meravigliosi posti in cui è stato ospitato, come Roma, Napoli o Firenze e la realtà dei paesi in cui è nato e cresciuto.
Ecco, dunque, che nasce in lui il desiderio di cambiare la condizione della povera gente sottomessa ai prepotenti! Ecco come comincia il calvario di Tommaso Campanella!
"Il re e il papa rubano ed in grosso et poi gli altri più vicini rubano milioni ed insomma tutti per le loro pratiche robano", dice. Con questo pensiero si attiva per eliminare gli Spagnoli dalla Calabria, invano, poiché viene imprigionato e sottoposto a molte torture. Emergono svariati modi di tortura a cui il Campanella è sottoposto, descritti minuziosamente nei due capitoli intitolati "Il tormento della corda" e "La veglia". Ma ciò che colpisce il lettore è la piscologia del personaggio: rivoluzionario, grande d'ingegno e d'animo, capace di riflettere ed essere lucido anche nelle situazioni più tragiche che lo colpiscono. Nuove caratteristiche di lui si scoprono pagina dopo pagina in questo piccolo volume, nel quale, con poche ed esaurienti spiegazioni e interventi,introdotti da cari amici del frate, si esprime al meglio il messaggio che Campanella vuole lasciare e che rende giustizia alla sua vita fatta di sofferenza e progionia.
Questo libro è composto da diciotto capitoli. L’autore, Sharo Gambino, narra la vita di Tommaso Campanella. Inizialmente questo testo descrive il filosofo di Stilo dicendo che è un uomo che vuole migliorare la Calabria, rendendo più accettabile la condizione dei poveri e rendendo i calabresi uomini “liberi”. In questo periodo la Calabria è dominata dagli spagnoli, infatti questi si ribellano al pensiero di Campanella e scoppia una rivolta. Successivamente Campanella viene carcerato e torturato. Questo libro descrive interamente tutte le orribili torture che Campanella riceve nei suoi anni di carcere in quanto egli non vuole ammettere di aver fatto scoppiare la rivolta. Campanella è un uomo caratterialmente “duro”: egli non svela mai la verità nei suoi anni di carcere, infatti per questo motivo, inizialmente viene trasferito da una cella all’altra, poi viene portato in una fossa, anche qui torturato per circa quattro anni. Campanella ama leggere e scrivere infatti nei suoi anni di carcere cerca di acculturarsi leggendo anche di nascosto e durante le torture egli riesce persino a fingersi pazzo, infatti quando gli viene chiesto di dire la verità risponde “dieci cavalli bianchi”, frase che dà il sottotitolo a questo libro, ma l'Inquisizione non crede a tutta questa finzione, infatti viene tenuto sotto-controllo pure di notte. La parte finale di questo libro descrive Campanella trasferito al carcere di Roma in cui il Papa permette in lui colloqui con intellettuali. Appena Campanella viene liberato dal carcere, ritorna di nuovo in Calabria e infine si trasferisce in Francia fino alla morte.
RispondiEliminaIn “Vita di Tommaso Campanella “Sharo Gambino” traccia una biografia romanzata di questo grande monaco-filosofo calabrese infatti fa qualche accenno alla bellezza dei luoghi e, soprattutto, al coraggio e alla forza che contraddistingue gli uomini di questa terra. Tommaso Campanella è uno di questi, egli ha vissuto molti anni in carcere e tiene sempre saldo nei suoi pensieri il desiderio di costituire una repubblica con uguali diritti per tutti. Tutto questo descritto con uno stile semplice e lineare ma, allo stesso tempo brillante e coinvolgente che fa sì che il lettore rimanga affascinato da questo grande uomo, il quale, anche se condannato dall’Inquisizione per eresia, non si perde d’animo e lotta sapendo di non essere colpevole. Proprio da qui si capisce la posizione dell’ Inquisizione nella vita di Tommaso Campanella. Essa funge come diavolo tentatore del filosofo e vuole che si lasci tentare e cada nella sua rete. Egli, però, lo sconfigge con una sola frase: “Il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente sempre crucifigge i suoi benefattori, ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo “. …..Il libro è molto istruttivo perché riesce a far capire in modo molto efficace la grande tenacia di Tommaso Campanella nel raggiungere il suo sogno o nel realizzare le sue idee. Sarebbe bene che i giovani potessero avere il desiderio di conoscere delle figure che hanno dato molta rilevanza e importanza al nostro territorio.
RispondiEliminaNel leggere il libro “Vita di Tommaso Campanella” di Sharo Gambino, edito dalla città del Sole, ci si rende conto della grande cultura e del profondo interesse che questo scrittore nutre per una terra così tormentata e allo stesso tempo bella come la Calabria. Il libro è una biografia romanzata, cioè narra della vita di Tommaso Campanella. E’ la storia dell’esistenza di questa figura eccezionale che rappresenta un vero simbolo per la Calabria. La storia del monaco-filosofo che passa la maggior parte della sua vita in carcere, viene descritta con uno stile semplice e coinvolgente. L’autore, in questo testo, mette in risalto la grande forza di volontà che riesce a far superare a Campanella le terribili punizioni inflitte dall’Inquisizione, che lo accusa di eresia. E' per questo che l’autore stesso sotto-titola il libro “Dieci cavalli bianchi”. Infatti, il monaco-filosofo ai lunghi ed infernali interrogatori decide di rispondere con una poetica immagine: “Dieci cavalli bianchi”, fingendosi pazzo per sfuggire così ad una morte sicura.
RispondiEliminaLa lettura di questo libro è importante perché, non solo dà un alone di magia a questa terra meravigliosa, ma, nella figura di questo frate, ognuno di noi può riscoprire il senso profondo della perseveranza e della forza di volontà, per portare avanti gli ideali in cui crede.
“E poi, sia nato a Stignano, sia nato a Stilo, Frate Tommaso Campanella era calabrese ed è gloria calabrese. Questo deve soddisfare un po’ tutti al di fuori d’ogni altra considerazione”. Adesso vorrei soffermarmi su questa frase che spiega il bisogno di dare i natali a un così grande uomo, il quale, ancora oggi, dopo 371 anni dalla morte, è studiato da noi giovani. Questo, quindi ci dovrebbe fare riflettere... Campanella non è poi così lontano da noi. Come scrive Luigi Firpo: ”Al di là delle vicende caduche e dei fuggevoli trionfi dei suoi persecutori,restano nel tempo, valide per ogni discorso futuro,le sue parole più alte:la fede ostinata nella ragione, gli ideali di pace fra le genti e la giustizia sociale. In esse questo grande sconfitto continua a vivere e la sua lunga sofferenza si illumina di un significato non perituro”.
Tra i numerosi romanzi, racconti e saggi scritti dall’illustre autore calabrese Sharo Gambino troviamo il romanzo “Vita di Tommaso Campanella”; che inizialmente era stato pubblicato con il nome di “Dieci cavalli bianchi”, perché questa è stata una delle tante risposte folli che il monaco stilese ha dato ai suoi aguzzini. Il filo conduttore che si può rintracciare nella storia è quella delle carceri, in quanto è stato incessantemente mandato da un carcere all’altro con una doppia accusa: quella della Chiesa e quella del Regno spagnolo. La prima accusa (quella della Chiesa) è stata per eresia per “aver detto e predicato cose contrarie a quelle della religione cristiana”; e la seconda accusa di essere stato a capo della rivolta contro il Regno di Spagna.
RispondiEliminaCampanella, infatti, nega sin dall’inizio questi attacchi che gli vennero fatti, tanto che dopo aver subito molte torture capì che l’unica soluzione per salvare la propria vita era quella di fingersi pazzo. Questi avvenimenti portano Campanella ad avere una vita segnata dal dolore ma nonostante ciò la fede cristiana non lo abbandona neppure nei momenti più cupi.
Tuttavia negli anni trascorsi dietro le sbarre, tra una sofferenza e l’altra “con le pupille stanche e sofferenti per la scarsità della luce, con le dita gelate, ma con la mente e l’intelligenza d’una lucidità straordinarie”, il monaco di Stilo continua incessantemente a scrivere, ma più di una volta gli è stata messa a soqquadro la sua produzione letteraria, altre volte viene portata via e per questa ragione che di alcune opere possediamo solo dei frammenti.
Oggi leggendo questo romanzo ci soffermiamo a riflettere sulla figura di quest’uomo così combattivo di fronte agli ostacoli, nonostante per quasi trent’anni gli viene negata ogni tipo di libertà, costretto a rimanere chiuso in un'orrida e umida cella da persone considerate di un livello socialmente superiore. Il suo essere così “guerriero” lo si può notare da una lettera che scrive a Ferdinando II dei Medici il 6 luglio del 1638 in cui dice che “il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente sempre crucifige i suoi benefattori; ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo”.
Sharo Gambino pubblica il romanzo di Tommaso Campanella per la prima volta con il titolo “Dieci Cavalli Bianchi”, in cui ne sottolinea soprattutto la grandezza umana segnata dalle sue esperienze, non di certo definibili piacevoli. Finito in carcere con l’accusa di aver pubblicato scritti non attinenti alle aspettative che in quel periodo la Chiesa esigeva, dopo esser stato riconosciuto innocente, finalmente viene lasciato libero, con l’obbligo di ritornare in Calabria e restarci per sempre. Qui inizia un periodo che lo mette a dura prova. Dopo aver organizzato una ribellione contro il governo spagnolo, a cui aderirono molti uomini provenienti da diversi paesi, una delle prime delusioni che Campanella riceve, si verifica quando uno dei suoi amici lo tradisce e viene arrestato per la seconda volta e resta in cella per quasi trent’anni. La personalità di Campanella viene messa a dura prova. Nonostante le terribili torture a cui è sottoposte, non crolla mai nei suoi ideali, soprattutto non abbandona la fede, neanche quando essa sembra aver abbandonato lui. Da uomo astuto si finge pazzo sperando di ritrovare la libertà, infatti afferma: “finché c’è vita c’è speranza”. Nonostante le sofferenze inaudite non ha mai mostrato segni di sconforto o scoraggiamento, neanche durante uno dei momenti più dolorosi della sua prigionia, anzi, riesce a trasmetterci la speranza che lui non ha mai perso; scrive molte opere, altro conforto che lo accompagna in questi momenti in cui “le sue pupille - sono - ormai stanche e sofferenti per la mancanza della luce, infatti la sua mente e la sua intelligenza sono sempre state lucide”. Ecco l’insegnamento che a noi giunge: quello di non mollare mai
RispondiEliminaIl libro “Vita di Tommaso Campanella” è una biografia romanzata scritta da Sharo Gambino, in narra la vita di Tommaso Campanella, monaco filosofo nato a Stilo il 5 settembre 1568. La sua è una vita segnata profondamente da tanto dolore ma soprattutto da tanta speranza. Vissuto sotto il dominio spagnolo e intollerante alle ingiustizie perpetrate ai danni della povera gente egli aspira a una società più giusta, in cui la borghesia e il popolo abbiano pari diritti e pari doveri. Per questo decide di rivoltarsi al dominio spagnolo sostenuto anche da molti paesi confinanti con Stilo. È proprio da qui che inizia il calvario di Tommaso Campanella, una vita passata in carcere segnata da profondo dolore, ma soprattutto da tante torture che lo portano a fingersi pazzo per evitare morte. Emerge la figura di un uomo astuto che pur di salvarsi escogita vari piani, ma durante questa reclusione continua a scrivere con grande entusiasmo sempre ricco di idee e di pensieri: “ le torture possono indebolire il corpo ma non potranno mai intaccare l’anima perché essa è immortale”. Non perde mai di vista il suo obbiettivo: trasmettere il proprio sapere al popolo. Costretto a restare chiuso in una cella non si dà mai per vinto: “la libertà sempre e principalmente la libertà piena e totale” questa era la preoccupazione maggiore di Tommaso Campanella. Restando in contatto con diverse personalità importanti di quel tempo riesce a far giungere le sue opere in quasi tutta Europa. In questa biografia emerge la figura di un grande uomo, il quale pur non avendo nessun motivo per continuare a vivere lotta fino alla fine: si attacca alla fede e alla magia divenendo immortale… e riuscendo a travalicare i secoli, parlando anche a noi del XXI secolo.
RispondiEliminaScrivendo questo libro, Gambino propone con la figura di Tommaso Campanella, uomo eccezionale dal pensiero utopistico e vero emblema della Calabria, un invito alla lettura del romanzo. Il racconto è arricchito dalla leggenda sulla magica "Erba di Campanella", che cresce solamente nelle campagne intorno a Stilo e che è capace di donare il sapere, e con la questione dell'attribuizione della città natale di Campanella, contesa ancora oggi tra i comuni di Stilo e Stignano. Gambino sottotitola il libro "Dieci cavalli bianchi", dalla risposta folle che Campanella a un certo punto pronuncia durante i lunghi e penosi interrogatori. La lettura piacevole del romanzo è data dalla verve narrativa, dallo stile semplice e lineare, dalla facilità di scrittura e dal profondo interesse per tutto ciò che è "calabrese", come il termine dialettale "Spagnari", il quale deriva da Spagna, poichè gli Aragonesi che "occupano" la Calabria dal 1503 al 1707, con la loro ferocia incutono terrore. Tommaso Campanella in una lettera indirizzata a Ferdinando II dei Medici, scritta il 6 luglio 1638, dice: "Il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente sempre crucifigge i suoi benefattori; ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo". Anche da questa frase intuiamo la grande importanza di quest'uomo, il quale non cede alle atroci sofferenze e si mostra fedele alle proprie idee.
RispondiEliminaIl libro intitolato “Vita di Tommaso Campanella” è stato scritto da Sharo Gambino. È suddiviso in 17 capitoli dallo stile molto semplice. Le prime pagine sono dedicate alla presentazione del romanzo fatta da Giulio Palange; successivamente tratta della vita di Tommaso Campanella. Il frate Tommaso è un uomo molto coraggioso che vuole migliorare la Calabria, cioè far diventare gli uomini “liberi”. Ha una vita molto travagliata, infatti fu molte volte in carcere (circa ventisette anni) perché viene accusato di aver fatto alcune rivolte contro gli spagnoli e la chiesa inoltre viene sottoposto a delle torture; poiché ogni volta che gli vengono poste delle domande lui rispondeva :” Dieci cavalli bianchi” questa frase è il sottotitolo del libro in questione. È trasferito da una cella all’altra, alla fine è rinchiuso in una fossa oscura dove a causa della scarsità della luce soffre. Ama leggere e scrivere infatti durante gli anni passati in carcere scrive molte opere tra cui “La città del sole” e molte poesie. Leggendo questo romanzo si resta molto affascinati per il protagonista che ha saputo sconfiggere il mondo anche rinchiuso in una cella umida. Tommaso Campanella in una lettera inviata a Ferdinando II de Medici del 16 luglio 1638 dice che :” Il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente sempre crocifigge i suoi benefattori, ma poi resuscitano al terzo giorno o al terzo secolo” Da questa frase emerge la grande personalità di Campanella, uomo tenace nelle sue convinzioni.
RispondiEliminaNell’opera è narrata la vita dell’illustre filoso e frate domenicano Tommaso Campanella. Apparentemente il libro potrebbe essere considerato una biografia ma in realtà catalogarlo come tale sarebbe riduttivo in quanto l’opera porta il lettore quasi a vivere sulla propria pelle le vicende che hanno caratterizzato la vita del filosofo. Sharo Gambino infatti scrive una biografia romanzata proprio per aumentare il coinvolgimento del lettore nella vicenda. L’autore conduce il lettore nelle antiche cittadine dove il frate visse e soprattutto nelle carceri in cui fu costretto a soggiornare per la maggior parte della sua vita accusato di eresia da parte del Tribunale dell’Inquisizione e di essere il capo di una congiura contro il governo spagnolo dal tribunale di Napoli. Da ammirare è la determinazione di Campanella poiché nonostante le torture subite si finse pazzo e riuscì a salvarsi da una pena di morte altrimenti certa in quanto i suoi aguzzini non avrebbero mai condannato a morte una persona non sana di mente :”Nessun giudice avrebbe mai osato condannare alla pena di morte chi prima non si fosse pentito dei peccati commessi, per evitare alla sua anima di andare all’inferno”. Nonostante questo però non bisogna idealizzare Campanella come l’uomo perfetto poiché in lui sono evidenti anche le “classiche” debolezze dell’uomo infatti inizialmente pur di discolparsi dall’accusa del tribunale di Napoli negò con fermezza il suo coinvolgimento nella rivolta nonostante pare che egli fosse uno dei suoi maggiori istigatori. Tuttavia la sua forte personalità, la sua determinazione e soprattutto la sua grande intelligenza fanno sì che l’esistenza del frate giunga fino ai giorni nostri.
RispondiEliminaQuesto libro si suddivide in 17 capitoli. Preceduti da una presentazione di Giulio Palange. Con uno stile semplice e lineare che coinvolge il lettore, l’autore raccontata la vita avventurosa e piena di sventura del giovane monaco stilese: egli fu arrestato con l’accusa di essere il mandante di una rivolta contro il regno di Spagna nonché eretico . in questo susseguirsi di capitoli traspare l’audacia e la determinazione di campanella, il quale nega insistentemente l’accusa rivoltagli, e proprio per evitare la pena di morte si finge pazzo, ma ugualmente viene condannato a ventisette anni di reclusione. campanella però non si arrende pur vivendo in condizioni terribili, egli continua a studiare e a scrivere numerosi. Durante la narrazione, emerge la grande forza di volontà che che gli consente di superare i terribili supplizi dell’inquisizione. Gambino sottotitola il libro “dieci cavalli bianchi”, ricordando la risposta che campanella dà in uno dei lunghi interrogatori a cui viene sottoposto, per farsi considerare pazzo. Gambino colora il racconto della vita di questo monaco con due episodi principali: il primo è il racconto della leggenda sulla magica “erba di campanella”, che cresce solo nelle campagne di stilo, ed è capace a donare a chi la mangia ogni sapere “ da qui la sua grande sapienza” ; il secondo episodio è il racconto che gambino fa sull’attribuzione della provenienza natia di campanella e che ancora oggi non si conosce realmente, poiché c’è una disputa tra Stilo e Stignano .
RispondiEliminaVita di Tommaso Campanella è una biografia romanzata scritta da Sharo Gambino, è composta da 18 capitoli e narra le avventure del frate ribelle, il quale, accusato di essere un eretico nemico della religione cattolica, viene condannato al carcere a vita, ma comunque in questo lungo periodo continua a studiare e a scrivere nuove opere. La personalità di Campanella è caratterizzata soprattutto dall’amore incondizionato che nutre per la scienza e soprattutto per la libertà, infatti è una guida per la povera gente calabrese che viene sottomessa dai nobili spagnoli: egli è il promotore della ribellione contro il governo spagnolo e quindi comincia a denunciare le ingiustizie dei potenti. Campanella crede fermamente che non ci debbano essere prepotenti e che tutti gli uomini debbano essere uguali, ma il sogno di poter fare della Calabria una terra libera svanisce quando viene arrestato con l’ accusa di aver tramato una congiura contro il re di Spagna. L’ unica nota stonata della personalità di Tommaso Campanella è che non si assume le proprie responsabilità e ancora peggio scarica le accuse ad altri e continua a negare fino a fingersi pazzo, perché era soltanto la pazzia che avrebbe potuto salvarlo da morta certa. Durante questo lunghissimo periodo trascorso in carcere, Tommaso Campanella continua a scrivere senza interruzioni con grande entusiasmo. Il frate ribelle muore il 21 maggio 1639 a Parigi. Colpisce subito, all’ inizio del romanzo, il fantastico racconto di quest’erba magica che cresce nelle campagne di Stilo e dona a chi la mangia sapienza e intelligenza. Lo stile di questo romanzo è semplice, la lettura è scorrevole e Sharo Gambino ha saputo illustrarci con molta leggerezza e semplicità la figura di questo frate calabrese, il quale a tutto avrebbe rinunciato tranne che a ragionare con la propria testa e a credere nelle cose di cui era convinto.
RispondiElimina“Il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente sempre crucifige i suoi benefattori, ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo”.
RispondiEliminaQueste frasi che Tommaso Campanella scrive a Ferdinando II dei Medici nel 1638 ci devono far riflettere perché effettivamente i meriti di una persona vengono riconosciuti sempre dopo la morte. Tommaso Campanella ai tempi in cui visse dovette subire umiliazioni, torture a causa del suo pensiero contrastante con quello della Chiesa, e con quello del governo spagnolo, che a quei tempi dominava l’Italia. Ebbene oggi Campanella è ritenuto per temperamento e vocazione un profeta religioso, poiché pensiero e vita sono coerenti al suo ideale di uno stato teologico universale. Ci deve far riflettere il modo di vivere di questo filosofo nostro conterraneo. A tutto avrebbe rinunciato tranne che a ragionare con la propria testa. Convincersi per lui significa osservare la natura, studiarla, fare esperimenti e non basarsi soltanto su ciò che dicono i libri. Leggendo questa biografia romanzata di Sharo Gambino, si capisce quanto Campanella soffrisse per la Calabria: sfruttata dai nobili, tormentata dalla fame e dalle malattie, dall’ignoranza. Egli non può restare indifferente, perché in queste condizioni una persona non può dirsi creatura diletta di Dio. Egli ha avuto il coraggio di denunciare la prepotenza che in Calabria faceva da padroni, gli ribolliva il sangue e avrebbe fatto di tutto per trasformare i calabresi in uomini veri, liberi, dignitosi. Il suo scopo purtroppo non è stato compiuto e ha pagato a caro prezzo i suoi ideali di libertà, di uguaglianza. Oggi in Calabria basterebbero un paio di uomini dalla personalità di Campanella per risollevare la Calabria economicamente e moralmente, perché se ancora vivesse e vedesse il modo di pensare, di governare in questa regione non rimarrebbe certo inerte. Tanti secoli sono passati dalla sua morte ma le sue idee non sono morte…
Il libro è molto semplice da leggere e il significato si apprende subito. Esso è composto da 17 capitoli. Nella prima parte parla della magica erba di Campanella e delle sue avventure che lo portano più volte in carcere e alla tortura. Durante la sua vita viene accusato di eresia e di ribellione al governo spagnolo. Potremmo condividere la frase secondo la quale “Dio ha voluto l’uomo libero e tale lo ha creato e nessuno ha il diritto di privarlo di questo bene inestimabile, nessun potente della terra può calpestare la dignità di chi ha meno fortuna. Non ci debbono essere potenti e tutti gli uomini devono sentirsi uguali tra loro e se qualcuno non rispetta questa legge divina deve essere combattuto ed eliminato”. Purtroppo ai giorni nostri questo non esiste perché ogni uomo pensa solo a se stesso. Ma non sono d’accordo con lui quando nega il suo pensiero ai “MAGGIORI” e si finge pazzo perché è proprio lui a dire che l’uomo non deve essere sottomesso da nessuno, Ma c’è da dire anche che si finge folle per non essere ucciso quindi è un uomo abbastanza furbo e tenace.
RispondiEliminaSharo Gambino, nato a Vizzano , è giornalista,saggista, autore di testi teatrali nonché scrittore del libro “Vita di Tommaso Campanella(dieci cavalli bianchi)” .Egli, pur sapendo dei molti scritti sulla vita di Campanella ,decise di scrivere lo stesso il libro,in modo semplice per i suoi figli, per infondere in loro l’amore per la scienza, per la libertà seguendo e avendo come punto di riferimento il Frate, modello di coraggio e onestà. La biografia romanzata , divisibile in due parti, è composta da 17 capitoli, facili da comprendere e brevi. Inizialmente il testo entusiasma e alimenta curiosità nel lettore per via del fantastico racconto di quest’erba magica ,che cresce sul monte Consolino, in grado di fornire sapienza e intelligenza a chi ne fa uso .
RispondiEliminaIn seguito, viene accertato il luogo di nascita di Tommaso Campanella ,infatti , da sempre stignanesi e stilesi si contendono l’ambito onore di aver dato i natali al monaco, autore della Città del Sole. Tuttavia , nonostante la lotta si trascini da anni, la cultura ufficiale e gli storici affermano che il poeta e filosofo emise il suo primo vagito a Stilo, presso il Borgo di S. Biagio. Già dall’età di cinque anni, Campanella, mostrò la sua ambizione e voglia di sapere, tanto, che tutti i giorni si recava davanti a quella che voleva sembrare una scuola, ma, solo per figli di famiglie agiate. Il maestro, Agazio Solea, decise di impartire l’insegnamento anche a questo giovane di ceto più basso, figlio di Geronimo un semplice calzolaio e Catarinella Martello. A quei tempi, le popolazioni calabresi erano sottoposti alla dominazione spagnola, ma, la vera vittima del governo era il popolo costretto a mantenere le terre attive e a pagare ingenti tasse sottostando ai nobili, ai potenti e ai superiori. Oltre alle angherie di quest’ultimi si diramò la peste che decimò le morti. Per fortuna, la famiglia Campanella non fu colpita, ma Tommaso ,che all’epoca doveva come tutti i bimbi giocare, divertirsi e svagarsi dovette crescere in fretta.
RispondiEliminaIniziò a frequentare la Chiesa e al contempo ad appassionarsi alla magia. Trasferitosi in diversi conventi, girò Napoli, Bologna … grandi città che gli permisero di guardare il mondo con occhi diversi e di conoscere personalità importanti. Successivamente, costretto a far ritorno in Calabria si predisse di voler cambiare la condizione degli abitanti sfruttati, torturati, maltrattati, poveri d’animo e bisognevoli d’aiuto. Tutti gli uomini sono uguali e hanno pari dignità, nessuno può calpestare quella dell’altro. In futuro, sarebbe nata la “repubblica dei santi”,un’umanità unita dalla stessa religione, si sarebbe composto un unico gregge il cui pastore sarebbe stato Frà Tommaso. I buoni propositi, il grande sogno e le tante aspettative svanirono nel nulla , e , per Campanella ebbe inizio un lungo calvario . Accusato di aver organizzato la congiura, di aver formulato tesi contrarie a quelle proposte dalla Chiesa(eresia), di voler eliminare la figura del re venne arrestato. Per circa trent’anni cambiò diversi carceri subendo torture continue ,come la Veglia, e privazioni senza mai dichiararsi colpevole ma bensì pazzo per evitare la pena di morte. Seppur di nascosto, continuò a scrivere e a far trapelare le sue idee fuori dalle prigioni ,forte della sua fede. Una volta libero, morì il 21 Maggio 1639 all’età di settant’anni circa, stremato da quella vita in parte ingiusta, ma oggi i suoi pensieri arricchiscono le generazioni, e, ciò che scrisse a Ferdinando dei Medici si rivelò : “ Il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente sempre crucifige i suoi benefattori; ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo”. Egli, orgoglio calabrese viene ricordato per i suoi valori e principi , per la sua testardaggine che lo portava ad avere idee proprie seppur contrastanti con quelle degli altri. In vita, confutò perfino le tesi del filosofo Aristotele appoggiando quelle dell’amico Galileo Galilei, dimostrate scientificamente. Da subito, mi sono appassionata al testo e ho ammirato questo grande uomo che facendo privilegiare le sue teorie è riuscito ad essere non superiore agli altri ma migliore.
RispondiEliminaIl significato di questo singolare libro lo si può subito notare dopo avere solo letto un paio di pagine nelle quali si discute del luogo di nascita del grande monaco filosofo di Stilo o appunto, Stignano. La frase che secondo me deve essere l’inizio di un cambiamento dentro di noi, abitanti della Calabria, è quella riguardante il fatto che non ha senso basarsi sul contrastare diverse tesi che parlano della nascita a Stilo o Stignano del monaco Campanella, ma proprio come dice il libro “E poi sia nato a Stilo o a Stignano, Frate Tommaso Campanella era calabrese ed è gloria Calabrese. Questo deve soddisfare un po’ tutti, al di fuori di ogni altra considerazione”. Questo libro è interessante , non solo perché parla di vicende storiche e altri fatti dello stesso genere avvenuti nella terra del Mezzogiorno, ma parla di come un uomo è riuscito a sopravvivere alle animalesche e barbare azioni dei propri simili. Queste torture sono dovute ad un cambiamento che Campanella voleva fare in un mondo privo di equilibrio tra gli esseri, in poche parole egli voleva fare un unico gregge con il proprio pastore. Questo sogno lo si può vedere nella sua opera tra le più importanti fra quelle scritte durante la sua vita di prigionia, la così chiamata da lui stesso La Città del Sole, libro in cui Campanella parla proprio di questa città, questo mondo ideale da lui voluto. Campanella deve, senza alcuna ombra di dubbio, essere capito da noi tutti soprattutto perché il mondo deve cambiare(come parla nelle sue opere) necessariamente. Noi non possiamo continuare con questi problemi creati da noi stessi, noi non possiamo vivere con la paura, non si può vivere con queste complicazioni create dalla criminalità dei nostri giorni, non possiamo essere perseguitati dal terrore, vivere nel silenzio e non parlare. Per cambiare il mondo ci vuole ben altro. Allora il messaggio di Campanella è evidente, deve avvenire un mutamento, l’uomo non può comportarsi da animale, non può e non deve vivere una vita di solo piacere. L’uomo è qualcos’altro è un essere dotato di uno straordinario dono che si chiama intelletto attraverso il quale, deve rendere al meglio la sua vita che deve fungere da sostegno per gli altri. Dunque se ciò non avverrà, non potrà esistere un futuro o meglio, se quest’ultimo dovesse esistere come dice Campanella: “ Il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente crucifige i suoi benefattori, ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo”.
RispondiEliminaCaro Ferdinando, sono contento che tu abbia letto e apprezzato il libro di Gambino su Campanella. Il prossimo anno scolastico leggeremo insieme "La Città del Sole" è potrai vedere la forza delle parole del nosto Tommaso...
RispondiEliminaNon posso negare come abbia trovato alcune difficoltà per la lettura del libro, naturalmente non per la sua complessità bensì per la mancanza di voglia e tempo proprio perché trovandomi nella vacanze estive la mia attenzione era rivolta ai numerosi divertimenti che come sappiamo l’estate regala. Iniziata la lettura del libro la svogliatezza che nei confronti dello studio mi aveva fino a quel momento accompagnato è completamente svanita, dissolvendosi come la nebbia quando viene colpita dai raggi del sole. Durante la lettura mi sono accorto di come mi sbagliavo giudicando Tommaso Campanella come un filosofo di poco conto proprio perché prima che il professore ce ne parlasse io non sapevo neanche chi fosse e purtroppo ho potuto costatare, dialogando con alcuni amici, che molti di loro non conoscevano questo grande filosofo. Avventurandomi nella lettura di questa biografia ho avuto l’opportunità di imparare nuove cose che mi hanno entusiasmato molto proprio perché, essendo il filosofo calabrese nel libro venivano citati luoghi a noi molto vicini che io ho avuto l’opportunità di visitare ma che credevo non fossero di così grande importanza avendo dato i natali al frate domenicano e questo mi ha permesso di rivalutare la nostra Calabria in positivo come terra di cultura, sapienza e ricca di grandi menti, rispetto a come numerose volte veniamo valutati. La storia di Campanella mi ha appassionato fin da subito soprattutto caratterialmente per la grande determinazione e voglia di non fermarsi alle verità che ci vengono trascritte e riportate su un libro ma trovando la verità da se, attraverso prove certe perché è proprio qui che sta l’errore umano, nell’affidarsi alle cose che dicono gli altri senza riflettere sulle verità che queste presentano. La cosa che mi ha maggiormente colpito e che non dimenticherò è la speranza che quest’uomo ha tirato fuori dalla propria anima, nei momenti in cui uomini normali sarebbe caduti, subendo torture che solo al pensiero mettono i brividi, strazi e tormenti dove altri avrebbero implorato l’arrivo della morte. Grazie a questo libro e al suo protagonista ho avuto conferma che i grandi uomini, quelli che hanno fatto la storia del mondo vengono giudicati sempre dopo per quello che veramente sono stati e hanno rappresentato, perché purtroppo tante e troppo volte la mente dell’uomo è ceca e vive nell’oblio. Personalmente io provo immensa stima per Campanella perché è riuscito ad apprezzare il valore della vita passando momenti in cui l’unica cosa che vuoi è la morte e battendosi per la libertà, il dono più bello della vita. Per questo io dico che Tommaso deve essere la dimostrazione per tutti che la speranza è l’ultima a morire. Adesso che conosco la vita del filosofo calabrese non vedo l’ora di conoscere anche il suo pensiero sull’anima, l’amore e l’essere, in modo tale da colmare la mia fame di sapere.
RispondiEliminaFinalmente, anch’io sono giunta alla conclusione della lettura del libro “Vita di Tommaso Campanella” di Sharo Gambino.
RispondiEliminaDevo dire che è proprio vero il detto “non giudicare un libro dalla copertina”, perché inizialmente, leggendo soltanto il titolo, ho pensato fosse un libro noioso in quanto non rientrava sul mio genere di lettura, invece è stato il contrario…Iniziando a leggere il racconto, molte cose mi hanno fatto riflettere.
Tra le prime pagine è comparsa la famosa “erba di Campanella” che donava la sapienza a coloro che la mangiavano che mi ha suscitato tanta curiosità, perché avrei voluto conoscere anch’io quest’erba “magica”.
“E poi, sia nato a Stignano, sia nato a Stilo, Frate Tommaso Campanella era calabrese ed è gloria calabrese. Questo deve soddisfare un po’ tutti, al di fuori d’ogni altra considerazione.” Questa frase mi ha colpita molto, perché anch’io trovavo inutile la discussione sul luogo di nascita di Campanella; egli fu un grande uomo e credo che tutti gli abitanti della Calabria dovrebbero essere orgogliosi di aver avuto un filosofo di grande valore nato nella loro Terra, tralasciando il luogo di nascita, senza avere invidia tra di loro.
Campanella era una figura davvero fantastica, mi ha colpito tanto il suo modo di pensare: “A tutto avrebbe rinunciato tranne che a ragionare con la propria testa e a credere nelle cose in cui era convinto. E convincersi, per lui, significava toccare con mano, non contentarsi di quello che dicono i libri e cioè accettare quel che altri, gli autori dei libri, hanno pensato, ma osservare la natura, studiarla, fare esperimenti, fare le proprie esperienze e confrontarle con quelle degli altri”. Ecco che in poche righe, Campanella riesce a riassumere la realtà. Magari tutti gli uomini fossero così! Egli cerca di scoprire e capire cose nuove, esprimere le sue idee senza aver paura dell’opinione degli altri. Il suo coraggio non è paragonabile a nessuno, ha trascorso la maggior parte della sua vita dietro delle sbarre e addirittura all’interno di una fossa, e nonostante tutto, è sempre riuscito a studiare e ad arricchire la sua cultura. Ecco che “se non vedo, non credo” si mette in gioco…è proprio vero! Campanella aveva ragione, secondo me, molte volte ci affidiamo alle parole o alle esperienze raccontate, ma non possiamo mai sapere la verità dei fatti se non proviamo con la nostra pelle. Non tutti ragionano con la propria testa purtroppo, la gente si fa trascinare dal primo chi incontra e poche persone riescono ad usare il proprio cervello. Questa pensiero di Campanella mi ha fatto riflettere davvero tanto, collegando le sue parole alla realtà di oggi. Era grande amico di Galileo Galilei che aveva prove certe su quanto avevo studiato, mentre criticava la teoria aristotelica in quanto aveva affermato cose che non aveva dimostrato. Campanella è un grande! E non vedo l’ora di studiarlo ancora più a fondo grazie alle vostre spiegazioni prof, che ascolterò tra pochi giorni.
Anch’io sono molto curiosa di leggere il suo grande capolavoro “La città del sole”, e sapere qual era la città ideata dal nostro Tommaso, anche se sono più che convinta che resterà solamente un’utopia, perché creare una città in cui vi sono pari meriti per tutti, nobili, schiavi, contadini, senza nessuna distinzione, sia una cosa impossibile, perché ogni uomo tende sempre di più ad essere il migliore, senza aiutare il prossimo e continuare a pensare soltanto a sé stesso. Campanella è stato un uomo esemplare per tutti, che ha lottato per la sua libertà e ha continuato a maturare il suo amore per la conoscenza nonostante le sue difficoltà subite.
Grazie prof per avermi consigliato questo grande libro.
Finalmente sono giunta alla conclusione del libro. All'inizio pensavo che senza l'aiuto del prof avrei trovato difficoltà, ma mi sbagliavo. Infatti giorno dopo giorno ero curiosa di scoprire cosa mi avrebbe riservato la lettura del libro. La "Vita di Tommaso Campanella" è una biografia scritta da Sharo Gambino, volle intitolare il libro proprio “Dieci cavalli bianchi”, la risposta che Campanella disse a un certo punto dei lunghi interrogatori. Il libro racconta la vita avventurosa del domenicano di Stilo, uomo che vuole migliorare la Calabria.Il suo modo di pensare, e il coraggio di denunciare la prepotenza che in Calabria faceva da padrone, lo condurranno in carcere dove continuerà a studiare e a scrivere nuove opere. Le prime pagine sono quelle che mi hanno entusiasmato di più, quelle che parlano dell'erba magica, che tutti noi vorremmo trovare, che dà l'intelligenza e la sapienza. Leggendo il libro sono stata colpita dalla determinazione e dal coraggio di Campanella, il quale scopo era quello di rendere gli uomini liberi. "La libertà, sempre e principalmente la libertà, piena, totale" questa era la preoccupazione maggiore di Tommaso Campanella, il suo pensiero fisso. Penso che dobbiamo soffermarci sulla figura di quest'uomo così combattivo che a tutto avrebbe rinunciato, tranne che a ragionare con la propria testa e credere nelle cose in cui era convinto, e che, nonostante le terribili torture non si arrese mai. Questo libro è la testimonianza che i grandi uomini esistono, quelli che non si arrendono e che combattono, come Campanella, per portare avanti le proprie idee, e per realizzare i propri scopi. Sono pronta a scoprire cosa ancora ci riserverà Campanella.
RispondiEliminaVita di Tommaso Campanella è una biografia scritta da Sharo Gambino suddivisa in 17 capitoli.
RispondiEliminaIl pensiero di Campanella è simbolo storico convenzionale del passaggio tra medioevo ed era moderna. Le idee in fatto di religione e l'interesse per le arti magiche portarono Campanella a fuggire da Napoli. Accusato di eresia viene rinchiuso in carcere e ma riuscì a salvarsi dalle torture fingendosi pazzo.
Il capitolo che mi ha colpito di più s'intitola "La Veglia".
La Veglia era una tortura usata in casi estremi. La tortura normale era la "corda" e durava mezz'ora, al massimo un'ora, la veglia implicava tratti di corda prolungati per quaranta ore: per due giorni il condannato non dormiva ed era continuamente interrogato. Nel caso della veglia non ci si preoccupava delle infezioni e il condannato ogni mezz'ora veniva fatto sedere su una specie di cuneo appuntito, venendo così lacerato nelle carni: Campanella perse circa due libbre di sangue durante la veglia. Con una forza d'animo incredibile, egli riuscì a fingersi pazzo fino alla trentaseiesima ora, quando gli sfuggì un'invocazione di aiuto che sembrava tradire la sua funzione: "Il Signore Iddio lo ha giurato. Accorri in mio soccorso"; ma poi con estrema prontezza pronunciò una frase del tutto insignificante: "Dieci Cavalli Bianchi". I giudici finalmente si convinsero della sua follia e dopo altre quattro ore Campanella venne ufficialmente dichiarato pazzo.
Il riconoscimento gli assicurava, quindi, il diritto di continuare a vivere... e finchè c'è vita c'è speranza.
La lettura della vita di Tommaso Campanella, scritta da Sharo Gambino, ha destato in me particolare interesse e attenzione. Innanzitutto, mi è piaciuto il tema trattato dall’autore nella parte iniziale, che si sofferma nel presentare l’immensa cultura di Campanella, non tralasciando le sue origini calabresi. L’autore del libro è interessato a cogliere gli aspetti più importanti sia dal punto di vista dell’ambiente ma anche quelli riguardanti le tradizioni calabresi, inoltre è necessario sottolineare i contrasti sorti i tra due paesi vicini, a causa della nascita del filosofo e tutto ciò è sbagliato perché la sua appartenenza non è del singolo paese, ma è una ricchezza per tutta la Calabria. Arrivato a questo punto devo affermare che commentare la sua esistenza non è certamente una cosa semplice, perché è densa di avvenimenti, ed è caratterizzata da un’instancabile attività svolta nella lettura di diversi testi e nella composizione di altri scritti. Dalla lettura del libro emerge il notevole attaccamento del filosofo nei confronti della Chiesa, che gli ha dato la forza di resistere alle più atroci torture, subite nel corso della sua vita, trascorsa prevalentemente nelle carceri. Uno dei temi più interessanti dell’opera è a mio avviso quello della conquista della libertà, non soltanto materiale ma anche quella morale; perciò è stato davvero un peccato aver perso diversi testi, che sarebbero stati di inestimabile valore per le generazioni future. Inoltre, confrontare la vita del filosofo con quella moderna risulta impensabile ed improponibile, perché nella maggior parte dei casi non riusciamo a valorizzare e ad apprezzare quanto abbiamo.
RispondiEliminaIl libro riguardante Tommaso Campanella è stato davvero interessante… Ho avuto modo di conoscere e ammirare la vita burrascosa e imprevedibile del filosofo che passa da un momento di gioia a un lungo calvario che culmina nella morte avvenuta in una cella dove lui ha passato la maggior parte della sua vita, ma intorno a lui la commozione e il rimpianto dei suoi seguaci, dimostrando l’influenza che Campanella era riuscito ad esercitare nella gente o almeno in quei pochi uomini restati al suo fianco. La vita di Campanella è per tratti commovente si ha quasi pietà anche se quelle scene non abbiamo potuto vederle, perché al solo pensiero che chiunque ricevesse le torture che il povero campanella ha passato, ti arriva un colpo al cuore. Durante il suo calvario è incredibile la forza con cui riesce a resistere a quei crudeli atti, è incredibile il coraggio con cui affronta per anni la situazione, la tenacia con cui nega per tutto il tempo le colpe che gli vengono attribuite e l’immensa intelligenza che in esso non muore mai anzi perdura in ogni attimo della sua vita e grazie ad essa egli non smette mai di scrivere anche quando gli viene negata la possibilità di farlo, lui continua imperterrito a scrivere libri, lettere affinché magari qualcuno gli potesse dare una mano e anche alcune poesie,davvero ammirabile è la sua lucida fino all’ultimo respiro nonostante le atrocità subite. Memorabile per me è la frase simbolo del libro e che Campanella scrisse un anno prima della morte: “Il secolo futuro giudicherà di noi, perché il presente crucifige i suoi benefattori; ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo.” Quasi una profezia di Campanella che durante la sua vita in molti casi praticò la magia, profezia che si è avverata perché è nel nostro secolo che la figura di Campanella ha attirato l’interesse dell’uomo, la figura di un uomo forte colto e dotato di un’intelligenza fuori dal comune, di grande astuzia è stata l’idea di fingersi pazzo e che gli permise di ritornare libero per un po’ di tempo. Forse un po’ troppo tardi Campanella è divenuto cosi famoso….Nei tratti precedenti alla sua tortura l’idea, che potremmo definire utopica, che Campanella vuole portare a termine è sacrosanta, realizzare una repubblica di liberi ed eguali. Vedere la gente soffrire alla dipendenza dello stato ed essere sfruttata suscita grande amarezza e anche rabbia sia in Campanella sia in noi che vediamo la gente soffrire e fare sacrifici per guadagnarsi il pane e poi sapere che quei pochi spiccioli devono bastare solo per pagare le tasse imposti dai potenti. Egli non può restare a guardare e quindi deve essere il precursore del cambiamento, deve fare qualcosa per aiutare il suo popolo: questa è la grande personalità di Campanella, un uomo che deve essere da esempio. L’unica cosa che non condivido di lui o chi per lui, è stato il tentativo di avvelenare il papa e il re, uccidendo non si risolve nulla e solo con la forza della ragione che l’uomo può e deve portare a termine le proprie idee giuste o sbagliate che siano ma sempre nel bene del popolo. Ora la mia curiosità più grande è conoscere nel dettaglio il pensiero di Tommaso Campanella di cui sicuramente avrò la possibilità di conoscere nei prossimi mesi.
RispondiEliminaLa gerarchia sociale, da sempre esistita, non piaceva a Campanella e voleva a tutti i costi cambiarla. Tommaso Campanella, frate calabrese descritto da Sharo Gambino nel libro “Vita di Tommaso Campanella”, voleva, infatti, essere pastore di un unico gregge in cui non ci fossero più ricchi e poveri ma soltanto uomini liberi. I primi a sentirsi sotto attacco furono proprio i più ricchi che non volevano rinunciare ai propri beni, al contrario i meno fortunati ascoltavano e seguivano Campanella con molta ammirazione e speranza poiché volevano cambiare le loro situazioni. Il frate purtroppo non riuscì mai a trasformare i suoi sogni in realtà e fu arrestato. Il carattere di Tommaso emerge con grande imponenza proprio quando è in carcere. Campanella non è rimasto sempre in Calabria anzi ha viaggiato moltissimo e perciò conoscendo grandi personaggi del periodo, rafforza la propria cultura e si rivela un grande amante della letteratura. Gambino sottolinea con grande insistenza il forte amore di Tommaso per la scrittura, poiché nonostante in carcere gli era proibito scrivere e molte volte dopo aver perquisito la sua cella, gli furono presi e smarriti molti scritti, lui continuò, instancabile, a scrivere e a voler pubblicare i propri scritti. Molti furono anche gli invidiosi e avversari di Campanella che fecero sempre di tutto per vedere lo stesso morto. Dotato di una grande astuzia, però, Campanella, riuscì a fingersi pazzo e di conseguenza salvarsi dalla pena di morte. Gli furono afflitte delle torture impensabili da superare ma nonostante tutto Campanella riuscì a resistere perché voleva continuare a vivere. Dopo moltissimi anni passati in prigione, talvolta in condizioni disumane, Campanella è di nuovo libero ma ancora per poco, poiché ancora minacciato dai vari invidiosi dovette scappare in Francia dove morì. Questa biografia di Tommaso Campanella è davvero un bellissimo libro interessante e per niente noioso. E’ stato uno dei pochi libri che mi ha dato lo stimolo e la curiosità di continuare a leggerlo poiché la tensione e la suspense non abbandonavano il lettore. Mi sono sentita inoltre anche molto coinvolta nel leggere questo libro perché si è occupato soprattutto della nostra Calabria e di situazioni e scenari per niente lontani ed estranei a tutti noi.
RispondiEliminaIl meraviglioso libro che ha scritto Sharo Gabbino e che racconta la biografia di un grandissimo uomo del cinquecento, Tommaso Campanella, mi ha colpito molto. Campanella era un calabrese, filosofo , politico, scienziato innamorato del sapere e della poesia. Fin da piccolo dedicò la sua vita allo studio e all'arricchimento delle sue conoscenze, volendo sperimentare in prima persona tutto ciò che lo circondava senza farsi influenzare dalle idee e opinioni che altri prima di lui avevano lasciato. Era appunto un uomo che ragionava con la propria testa e su tutto ci metteva del suo . Egli attraverso le sue idee cercò di cambiare la società del tempo , diventando il paladino della "libertà" . A quei tempi la libertà era un lusso concesso soltanto ai nobeli e ai proprietari terrieri mentre i contadini erano sottoposti ad un lavoro durissimo e ad una vita sacrificata a servire uomini uguali ma diversi solo economicamente. Campanella lotto' durante tutta la sua vita affinché tutto ciò cambiasse, tanto che organizzò una grandissima rivolta contro gli spagnoli , ma non andò a buon fine e fu condannato trascorrendo più di trent'anni nelle carceri , e subendo torture durissime , allo scopo di estorcergli una confessione cioè essere stato l' artefice della rivolta. In quella circostanza per salvarsi dalla pena di morte egli utilizza la sua astuzia e intelligenza fingendosi pazzo ma non fu creduto e dovette lottare e soffrire duramente prima di essere liberato. Una sua frase che mi ha colpito fu " il secolo futuro giudicherà di noi, ,perché il presente sempre crucifige i suoi benefattori, ma poi risuscitano al terzo giorno o al terzo secolo ". Credo che questa frase sia molto vera e significativa anche perché può essere collegata alla storia di Gesù il quale cercò di salvare il mondo ma fu condannato, torturato e mandato a morire come un criminale sulla croce. Soltanto oggi capiamo gli errori compiuti millenni fa dagli uomini del passato quando condannarono un innocente, Gesù. La storia di Campanella mi sembra molto simile alla vicenda accaduta e conferma il fatto che la gente viene subito giudicata negativamente , tralasciando la conoscenza della verità la quale forse dopo anni e anni viene alla luce. Questo libro mi ha molto colpita anche perché parla della calabria e dei suoi molti paesi, i quali ancora oggi esistono e che in parte ho anche visitato.
RispondiEliminaInoltre grazie a quello che scrive Sharo Gabbino, Tommaso Campanella è diventato uno dei miei scrittori preferiti di cui mi piacerebbe leggere molto altro per avere così la possibilità di farmi anch'io delle idee personali guidati da ub grande maestro proprio come era lui.
Dopo aver letto la biografia di Gambino, io mi sono sentita fiera di essere Calabrese. La Calabria è stata sempre considerata una regione di poca importanza, non in grado di offrire alla propria popolazione le opportunità necessarie per l'affermazione di ciascun cittadino. Io invece penso che qualsiasi persona che crede nelle proprie capacità ed ha un vero talento può affermarsi sia in Calabria sia in qualsiasi altra regione d'Italia. Un esempio di tutto cio è Tommaso Campanella, frate di un paesino della Calabria. Campanella credendo fermamente nei propri ideali, si fece appoggiare da molti suoi concittadini per organizzare una rivolta per essere liberi. "A tutto avrebbe rinunciato tranne che a ragionare con la propria testa" questa è per me una delle frasi più espressive e importanti di tutto il libro. Molte volte ci facciamo influenzare da ciò che ci circonda e soprattutto ci facciamo trascinare dagli altri e finiamo per vedere la realtà in modo storpiato e non riusciamo più a ragionare con la nostra testa. Io credo fermamente nel confronto e nello scambio d'idee ma credo altrettanto fermamente che infine dobbiamo essere noi a decidere cio che pensiamo sia giusto o sbagliato. Inizialmente l'idea di leggere un libro durante le vacanze non mi ha entusiasmato molto ma dopo svariate pagine mi ha entusiasmato molto e mi ha costretta a leggerlo fino alla fine poiché la curiosita non mi ha mai abbandonata. Inoltre penso che quella di promuovere e farci conoscere personalità importanti della Calabria, sia un'idea davvero buona e dovremmo farlo anche in tutte le altre materie, non solo in filosofia, dato che molte volte ci dimentichiamo che abitiamo in un territorio sicuramente in molte occasioni protahonista di eventi fondamentali per l'intera Italia. Vorrei ringraziarla prof per averci consigliato di leggere questo bellissimo libro.
RispondiEliminaLeggere questo libro e quindi conoscere per intero la vita di questo filosofo, da me conosciuto fino a poco tempo fa solo per nome, è stato davvero molto interessante.
RispondiEliminaTommaso Campanella è stato uno dei maggiori filosofi calabresi e dovremmo essere fieri di aver avuto qui, nella nostra terra, un uomo di così grande e rara intelligenza che purtroppo la società di quel tempo non ha saputo o, per meglio dire, voluto apprezzare.
Il suo sogno di fare di ogni calabrese un uomo libero, la sua idea di fratellanza e il suo sogno di costruire una repubblica universale basata sull'eguaglianza andavano infatti contro il potere monarchico e soprattutto contro la chiesa che da diverso tempo era intenta a rafforzare ed espandere il suo potere.
Oggi per fortuna siamo venuti a conoscenza delle sue meravigliose opere e grazie a queste ogni generazione futura potrà migliorare il suo pensiero.
Per quanto riguarda la sua storia, quel che più mi ha colpito della sua vita è stata sicuramente la sua tenacità e la sua fermezza, quella sete insaziabile di sapere e la voglia di vivere per questo, che credo gli abbia permesso di reggere le torture più strazianti.
E adesso prof, passata questa estate e terminata la lettura del libro di Sharo Gambino, siamo pronti a ricominciare il nostro percorso di filosofia che, a giudicare da questo primo "assaggio" si prospetta abbastanza interessante.
Il prossimo passo sarà "La città del sole".
Qualche accenno riguardante questa sognata repubblica ci é già stato dato e non vediamo l'ora di poterlo leggere insieme poiché con l'inizio del nuovo anno potremo anche usufruire delle sue spiegazioni e dei suoi approfondimenti
Non posso assolutamente mettere in dubbio la bellezza del libro di Sharo Gambino ma devo ammettere che questo tipo di libro che tratta soprattutto la biografia del monaco calabrese per me non è molto avvincente e non riesce a esprimere al meglio l’essere di Campanella stesso. Nonostante “La città del sole” sia un’opera utopistica, penso riesce a trasmettere le idee di Tommaso in un modo migliore della biografia. Il libro mi ha fatto soprattutto riflettere sui diritti e le possibilità degli uomini del passato e di oggi, per questo dopo aver letto il libro, mi sono considerata molto fortunata a vivere in quest’epoca poiché l’essere umano è molto rispettato dalla legge. La cultura secondo me inoltre è fondamentale per la nostra vita e questo tema l’ho ritrovato molte volte nel libro.
RispondiEliminaContestualizzare un'opera come la Città del Sole e comprendere perché sia stata scritta possa aiutare nel processo ermeneutico... tuttavia l'opera di Gambino non è una biografia nel vero senso della parola, perché non è un libro storico ma un romanzo... andremo avanti nella lettura dell'opera di Campanella, la quale, senza dubbio, saprà dirci molto di più sul suo autore...
EliminaPenso che questo libro sia la testimonianza che i grandi uomini esistono, quelli che per portare avanti le proprie idee delle volte sacrificano anche la propria vita. Secondo me la figura di quest’uomo Tommaso Campanella deve essere un esempio per tutti, per la sua forza, la sua ostinazione, e tutto questo per giungere al suo scopo rendere l’uomo libero. Ci rendiamo conto del valore di questi uomini solamente dopo la morte, e oggi grazie hai libri sappiamo le grandi cose che hanno compiuto. Mi sono chiesta molte domande a cui però non sono riuscita a darmi una risposta: cosa avrei fatto io se fossi stata al suo posto? Avrei sopportato tutto ciò, oppure mi sarei semplicemente arresa
RispondiEliminaHo apprezzato molto Tommaso Campanella perché lottò affinchè tutti abbiano lo stesso diritto, quello della libertà. Ho visto in lui una persona disposta a perdere la propria vita per gli altri, affrontando con coraggio e sapienza tutte le ingiustizie e maltrattamenti che ha dovuto subire. Io credo che oggi non esistono più persone come Campanella, che hanno a cuore il bene degli altri, infatti viviamo in mezzo a tante scorrettezze,torti,favoritismi e malvagità ma siamo indifferenti e lasciamo che se ne occupi qualcun altro al nostro posto. Io penso di non avere il coraggio di questo grande uomo tuttavia avrei tanta voglia di cambiare molte cose e penso che un uomo come lui se sarebbe vissuto ai nostri tempi mi avrebbe dato quella forza di agire o tantomeno di non restarmene a guardare.
RispondiEliminaIl libro di Sharo Gambino, non per essere ripetitiva, ma mi ha particolarmente interessata; di Campanella ho apprezzato ed ammirato il suo carattere combattivo, privo di arresa e reattivo davanti qualsiasi situazione. Ha portato avanti le sue idee e ha sempre ragionato con la sua testa senza farsi influenzare da nessuno, cosa che tutti dovremmo fare, in modo da poterci distinguere e mostrare per come siamo realmente e per quanto valiamo. Fra Tommaso aveva un grande progetto,istituire una Repubblica, dove tutti avessero gli stessi diritti e pari dignità. A suo tempo, gli uomini di basso ceto e i più deboli sottostavano ai potenti, a quelli che si ritenevano superiori. Forse, nella nostra società attuale, le cose sono solo apparentemente cambiate. Ce ne possiamo accorgere uscendo da casa, già nelle scuole o nei paesi dove si vanno a formare i “gruppi”, ci sono i potenti che si approfittano degli indifesi, le distinzioni, i derisi e gli isolati perché diversi nell’agire dagli altri. Il sogno di Campanella rimarrà tale perché in un mondo in cui dominano le invidie, il denaro e gli averi non saremo mai fratelli e a differenza di come accadeva nella sua città ideale ,”la città del sole”, non condivideremo mai nulla, non ci aiuteremo tutti a vicenda, non formeremo un'unica e sola grande famiglia.
Il libro di Sharo Gambino è stata una lettura interessante, in quanto ci descrive un personaggio, Tommaso Campanella, pieno di coraggio e forza, che combatteva per creare una società con pari diritti per tutti. Questo suo “progetto di uguaglianza” mi ha fatto riflettere: oggi, l’ideale repubblicano di Campanella, credo rimarrà solo un’utopia, perché ormai il mondo è diventato uno schieramento tra poveri e ricchi, deboli e potenti, e quindi il tentativo di creare una società in cui si è tutti fratelli risulterebbe senza successo. La società di oggi peggiora di giorno in giorno, l’uomo pensa solo a sé stesso senza considerare il bene altrui, quindi anche se ci fosse una minoranza di persone che cercherebbero di creare pari diritti, come Campanella, non basterebbero a sconfiggere il male che circonda ogni uomo.
RispondiEliminaA dire il vero il libro riguardante la vita di Tommaso Campanella non mi è piaciuto più di tanto. Innanzitutto perché le biografie non sono comprese nel mio genere di libri, ma soprattutto perché non è tanto bello ricordare il periodo in cui i dominatori spagnoli dominavano sul nostro territorio, opprimendo la popolazione. Inoltre questo non è l’unico motivo, perché molte persone erano martoriate con le torture più estreme, come quelle subite da Campanella. Perciò questo è un periodo buio dove in pratica non era concessa la libertà di pensiero e in molti casi veniva applicata la pena di morte, ma la cosa peggiore è che tutto questo, avveniva in diverse occasioni per futili motivi. Un’altra cosa davvero negativa, era il modo in cui erano trattate le persone all’interno delle carceri, posti praticamente invivibili. A questo punto, solo un paragone con la società moderna è irrealizzabile, perché noi possiamo condurre una vita serena, mentre i nostri antenati non avevano questo privilegio e per questo motivo noi dobbiamo apprezzare maggiormente quello che abbiamo.
RispondiEliminaCaro Antonino, dici che non è bello ricordare.... be' allora che senso ha studiare la Storia? Forse l'intento è proprio quello di non dimenticare le atrocità che l'uomo ha commesso nel passato... a tale scopo sono stati istituiti il Giorno della memoria per gli Ebrei morti nei campi di concentramento ed il Giorno del ricordo per i morti delle foibe nella ex Jugoslavia.... che ne pensi?.....
EliminaLa vita di Tommaso Campanella è stata caratterizzata da numerosi travagli, ricca di solitudine e di sofferenze a causa della lunga prigionia ed è proprio sulle ragioni di quest’ultima che vorrei incentrare il mio breve commento. A parer mio, tutto questo è stato dovuto in particolar modo al suo comportamento un po’ troppo da “eroe” che lo ha portato a credere di poter realizzare una Repubblica di uomini uguali e liberi in un periodo nel quale il meridione era completamente sotto il dominio di una grande potenza, qual’era appunto la Spagna. Le violenze, le razzie i soprusi e le ingiustizie che il popolo calabrese era costretto a subire a quel tempo da questi “stranieri” erano davvero troppe e comprendo benissimo che Campanella abbia desiderato di poter guarire la sua terra d’origine da queste piaghe; tuttavia sono convita che egli si sarebbe dovuto fermare un po’ a riflettere sulle conseguenze che le sue azioni avrebbero comportato alla sua persona e non agire quasi d’impulso poiché, quella non sarebbe stata una semplice ribellione contro ad esempio un “signorotto” accusato di spadroneggiare troppo in un piccolo paese di campagna ma una rivolta contro la Spagna, uno degli stati più potenti di quel tempo.
RispondiEliminaDopo aver letto il libro della vita di Tommaso Campanella posso dire che nonostante ho molto apprezzato il suo impegno nel cambiare la società di quel tempo, ho visto in lui un uomo che pur di non morire ha abbandonato le sue idee accettando anche di subire torture durissime. A mio parere non è stato un atteggiamento coerente rispetto a quello che era il suo progetto, infatti abbiamo visto molti personaggi nella storia, che pur di rinunciare alla propria vita, non hanno rinnegato il proprio pensiero. Inoltre mi sarei aspettata un comportamento simile da un uomo che all’inizio della lettura del libro mi aveva trasmesso molto coraggio e voglia di impegnarmi nel mio piccolo a cambiare molte ingiustizie in questo mondo che peggiora ogni giorno di più.
RispondiEliminaSe devo esprimere un’opinione riguardante il libro “Vita di Tommaso Campanella”, inizio dagli aspetti negativi. Innanzitutto non mi è piaciuto il modo di scrivere di Gambino, l’ho trovato ripetitivo e monotono, in particolare nella parte riguardante la nascita del filosofo che è anche quella che mi è piaciuta di meno, annoiandomi; al contrario quella riguardante le torture che ha subìto, costretto a fingersi pazzo pur di battersi per le proprie idee è stata quella che mi ha maggiormente colpita, infatti, quando il professore mi ha chiesto in classe cosa avrei fatto al suo posto, non sapevo cosa dire, perché penso che pur essendo sbagliato, anch’io avrei fatto così. Questa lettura mi ha insegnato a non arrendermi mai e credo che mi servirà quando dovrò studiare il suo pensiero.
RispondiEliminaInizio il mio commento critico riaffermando la mia profonda stima nei confronti di Tommaso Campanella e ringraziando Sharo Gambino di avermi offerto uno breve spunto sulla vita del Filosofo Calabrese. Sicuramente non mi trovo nella posizione di giudicare il lavoro di Gambino anche se per quanto mi riguarda ho trovato il libro troppo sintetico e concentrato in questioni poco aderenti alla vita del filosofo in se, come le vicende e i compromessi riguardanti il paese natale di Campanella che ho ritenuto di poca importanza. Dopo aver letto il libro mi schiero pienamente con il sogno di un paese libero dalla schiavitù come l’Italia in quel periodo però non condivido la scelta di attuare un tentativo di ribellione con l’aiuto di personaggi non coinvolti ed esterni al problema italiano quali i Turchi, e purtroppo metto in risalto la poca scaltrezza mostrata da Campanella nel fidarsi di personaggi che si sono mostrati successivamente come traditori. Come dimostratasi il piano di Campanella è risultato un fallimento e, anche se non nego la sua grande voglia di libertà, l’arditezza con cui si è impegnato in tale impresa per ottenere diritti uguali per tutti gli uomini, sottolineo la debolezza di un progetto di ribellione male organizzato e subito scongiurato dai nemici prima che fosse messo in atto. Infatti credo che egli prima di combattere il nemico avrebbe dovuto unificare tutti i regni italiani in modo da creare una specie di unione di tutti gli italiani contro i parassiti spagnoli per poter vincere una battaglia sennò persa in partenza. Inoltre vorrei mettere in risalto come Campanella abbia passato 24 anni della sua vita chiuso in un buco, e penso che egli si sia andato incontro a qualcosa più grande di lui cercando di cambiare le cose e realizzare un sogno utopico per quanto inseguito anche a costo della vita. Naturalmente è impossibile sorvolare sui meriti di campanella che è riuscito a infondere nuovi ideali di pensiero e saldi principi soprattutto in campo umano, che saranno attuati dagli uomini che verranno in seguito e renderanno il nostro paese libero dopo anni di sottomissioni. Mi lego al pensiero di campanella sul fatto che la storia ci sarà grata in futuro perché proprio la storia è creata dagli uomini e come tutte le cose ha bisogno di sacrifici e campanella è un esempio di grande sacrificio che renderà l’umanità migliore. Non vorrei essere critico nei confronti del libro ma devo ammettere che non mi ha soddisfatto particolarmente, certamente non per la sua composizione che al contrario mi ha fornito informazioni che conserverò e spero possano presentarsi utili, ma soprattutto per il tipo di libro scelto in quanto non amo particolarmente le biografie. Concludo affermando che terrò conto delle opere compiute da campanella per la nostra patria e considererò i suoi atti come fonte di ispirazione in questa vita dove c’è sempre da combattere e da ribellarsi.
RispondiEliminaVita di Tommaso Campanella di Sharo gambino è un libro che mi ha appassionata molto soprattutto coinvolta … è stato interessante conoscere la vita di un grande filosofo cm campanella … è sorprendente come egli finse di essere pazzo pur di non essere condannato a morte e tutte le torture che dovette sopportare e come resistette alla “veglia”… Inoltre mi è piaciuto molto quando parla dell’erba magica, a chi la mangiava dava intelligenza … Sono contenta di aver letto questa biografia e spero intraprendere altre letture simili.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il libro scritto da scritto da Sharo Gambino, come avevo già affermato nel precedente commento, posso ribadire il concetto sul quale vorrei soffermarmi nuovamente. E’ straordinariamente magnifico come Campanella, sottoposto a ripetute torture, riesca ad avere la lucidità per scrivere un libro (la Città del Sole )di una particolare importanza dal punto di vista morale..Io credo che nel momento in cui un uomo, che ha in mente diversi ideali, diversi tipi di visioni che sono contrarie rispetto a quelle degli altri, allora deve combattere fino in fondo(proprio come ha fatto Campanella) per mettere quanto meno in questione, ciò che più pensa. Questa situazione come ben sappiamo è capitata anche ad uomini come Giordano Bruno o Galileo Galilei che volevano affermare la propria concezione su come sia l’universo…Il primo non ha ritirato la propria tesi(proprio come ha fatto Campanella)rimanendo saldo fino alla fine(in quanto è stato condannato al rogo)mentre il secondo per paura della propria incolumità, ritirò quanto detto prima. Dunque sono situazioni che devono far riflettere. Confesso che, il libro era senza dubbio un testo ricco di cultura e di sapere che comunque va letto perché serve senza alcuna ombra di dubbio, però devo dire che seppur interessante, non è il mio genere di libro in quanto amo qualcosa di più avventuroso. Tuttavia non posso che essere contento di aver conosciuto nei dettagli una persona così lontana(per quanto riguarda la temporalità) e così vicina a me in quanto entrambi cittadini calabresi…
RispondiEliminaLeggere il libro di Sharo Gambino dal titolo “Vita di Tommaso Campanella”, è stata una bella iniziativa. E’ stato un libro che mi ha colpito molto sin dalle prime pagine, perché è un libro che mi ha incuriosito molto. All’inizio si parla di un’erba che si pensava desse intelligenza a chiunque la mangiasse. Al giorno d’oggi credo che se si sapesse una cosa del genere, molte sarebbero le persone che avrebbero curiosità di cercarla ed eventualmente vedere se ciò che si dice su di essa era vero. In realtà secondo me, quest’erba esiste ed è propria a tutti gli uomini perché è la conoscenza,che secondo me non può essere acquisita mangiando erbe o cose del genere, ma solamente studiando e imparando ogni giorno sempre di più. Per quanto riguarda la vita di Tommaso Campanella,penso sia stata una vita molto travagliata fatta di sofferenze e sacrifici. Il punto in cui il libro mi ha colpito di più è stato il momento nel quale hanno iniziato a torturare Campanella. Penso che uomini così coraggiosi non ce ne siano, perché egli anche se era stato per molti anni in carcere e magari aveva la possibilità di uscire confessando tutto, ha preferito continuare a dire di essere innocente fingendo di essere pazzo. Comunque il fatto che Tommaso Campanella era Calabrese mi rende molto orgogliosa, perché non pensavo che ci potesse essere un uomo così coraggioso e sapiente nei nostri paesi.
RispondiEliminaIo credo che ognuno sia dotato di qualcosa. C’è chi possiede un dono e chi ne possiede un altro ma è giusto apprezzare e dare il merito a chi è portato a fare una qualsiasi determinata cosa, a prescindere dal rapporto di parentela, di favoritismo è da qualsiasi altro tipo di legame che vi è, perché ognuno deve essere guidato a fare ció per cui è portato e non a fare qualcosa di cui non ne conosce nemmeno le radici.
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