Translate

mercoledì 12 novembre 2014

La Filosofia al Femminile




Luce Irigaray nasce a Blaton (Belgio) il 3 maggio 1930. Studia filosofia presso l'Università di Lovanio e si laurea nel 1955. Dopo aver insegnato in un liceo di Bruxelles, si trasferisce in Francia. Nel 1961 riceve una laurea in psicologia presso l'Università di Parigi e nel 1962 il Diploma di psicopatologia. Dal 1962 al 1964 lavora per la Fondazione Nazionale della Ricerca Scientifica in Belgio. Dopodiché inizia a lavorare come assistente presso il Centro Nazionale della Ricerca Scientifica di Parigi, dove è attualmente direttrice di ricerca. Nel 1968 riceve un Dottorato in Linguistica. Nel 1969 analizza Antoniette Fouque, una leader femminista dell'epoca. Dal 1970 al 1974 insegna presso l'Università di Vincennes. In questo periodo diventa un membro dell'EFP (Ecole Freudienne de Paris, fondata daJacques Lacan). Nel 1974 pubblica la sua tesi di dottorato Speculum, de l’autre femme dove critica con pungente ironia il pensiero diFreud e di Lacan sulla sessualità femminile. Questo libro, che provoca molte polemiche, segna la sua rottura con Lacan e la porta alla sospensione dall’incarico di insegnante presso l’università di Vincennes. Irigaray riesce a trovare un nuovo pubblico nei circoli femministi a Parigi (viene inoltre coinvolta in manifestazioni per la contraccezione e per il diritto all'aborto). Tiene molti seminari e conferenze in tutta Europa, decine dei quali vengono racconti e pubblicati (Oltre i propri confini, Baldini Castoldi Dalai, 2007). Il lavoro della Irigaray influenzerà i movimenti femministi francesi e italiani per alcuni decenni. Nel 1982 ottiene la cattedra di filosofia all'Università Erasmus di Rotterdam (la sua attività di ricerca in questa facoltà porta alla pubblicazione dell’opera Etica della differenza sessuale). Nel 1991 viene eletta deputata al Parlamento Europeo. Nel 1993 scrive, direttamente in italiano, Amo a te. Nel dicembre 2003 l’Università di Londra le conferisce la laurea honoris causa in letteratura. Dal 2004 al 2006 è stata visiting professor nel dipartimento di Lingue e Letterature Straniere presso l'Università di Nottingham. Nel 2007 viene affiliata con l'Università di Liverpool. Nel 2008 le viene assegnata la laurea honoris causa in Letteratura dallo University College di Londra.
Un’ospitalità che si preoccupa dell’accoglienza dell’altro nel rispetto della differenza e delle differenze richiede che non ci si confini nel passato, nella storia individuale o collettiva, ma che si presti attenzione al presente dell’incontro e al futuro che si può costruire insieme. In generale, il passato ci ha diviso e non unito. Il tentativo di costruire un mondo comune, anche se solo per il tempo di un incontro, non può essere portato avanti favorendo le proprie rispettive storie, ma trascendendole, senza ripudiarle, verso un divenire umano ancora in fieri e che dobbiamo creare attraverso scambi rispettosi tra di noi. La nostra epoca non deve più dedicarsi esclusivamente all’etnologia, all’osservazione di altri popoli e altre civilizzazioni o a un turismo più o meno scientificamente culturale, ma concentrarsi sulla costruzione di una cultura umana globale che unisca, e superi, tutte le diverse modalità di divenire umani e le diverse culture che sono state elaborate fino ad ora. Tutti i gesti, inclusi quelli linguistici, che tendono a un’ospitalità reciproca, non possono obbedire a una logica definita da una civilizzazione già esistente, devono invece essere inventati singolarmente, in particolare durante il tempo dell’incontro.

Ci sono culture in cui l'ospitalità non è un problema, ma una pratica quotidiana, un modo di essere al mondo, una declinazione della vita. Si tratta di culture principalmente femminili, per cui il mondo e la vita sono aperti all'altro, all'incontro, allo scambio, rifiutando qualsiasi dinamica di conflitto. Oggi il nostro mondo è dominato da modelli culturali maschili, che impongono i loro codici e le loro prospettive di chiusura e guerra contro l'altro. Se il mondo vuole pensarsi come spazio di pace e apertura deve recuperare l'antica legge dell'ospitalità femminile. Luce Irigaray ripercorre, a partire dalla civiltà greca, le tracce di queste leggi originarie, per elaborare un nuovo pensiero etico, politico e architettonico dell'ospitalità.

6 commenti:

  1. Quest'anno con la classe VAs abbiamo deciso di indagare Il Mondo Femminile attraverso la Filosofia e anche la Filosofia del Mondo Femminile.... si comincia con Luce Irigaray... cari alunni, lasciate le vostre riflessioni....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rispondo da docente, nella consapevolezza però che chi insegna ha sempre da imparare ergo mi considero eterna discente. Luce è l'antesignana della differenza di genere, l'importanza fondamentale di questa moderna posizione è determinata dalla valorizzazione della diversità come fonte di arricchimento. Per troppo tempo le donne si sono arroccate su inutili posizioni tese all'omologazione finalizzata alla parità. Maschile e femminile invece, nella loro profonda eterogeneità sono complementari e tendono a creare mondi meravigliosi e ricchi. L'Altro da me, il diverso, lo straniero mette in crisi le mie certezze e contribuisce alla mia crescita in ogni caso.

      Giusy Martino

      Elimina
  2. L’inizio di questo percorso scolastico, proiettato sulla figura della donna, mi ha fin da subito incuriosita ed entusiasmata. Le mie considerazioni le avevo già esposte in classe confrontandomi con i miei compagni. Purtroppo in molti paesi ancora oggi la donna è sottomessa all’uomo. Nonostante ci sia stato lo sviluppo delle tecnologie, l’evoluzione degli stessi uomini molti di questi sono legati ad ideali sbagliati del passato e troppo , a mio papere, arretrati sotto certi punti di vita. Non tutti hanno una mentalità “aperta” ; infatti vi sono i padri “padroni” che decidono l’avvenire dei figli , chi devono sposare, come vestirsi ,quando e con chi uscire . In effetti, anche io mi pongo dei limiti per evitare che la gente si faccia di me un’idea sbagliata, pur non facendo niente di male . In classe abbiamo esaminato diverse circostanze e riscontrato che è sempre l’uomo ad avere la meglio sulla donna (i figli assumono il cognome del padre, le sedi automobilistiche sono state fondate e guidate da soli uomini ecc..). Interessante è stato l’approfondimento sulla differenza tra il termine femmina e donna:il primo va ricondotto unicamente al sesso mentre il secondo racchiude qualità caratteriali,virtù e ha una valenza morale. Spero veramente professore che possiamo continuare questo cammino insieme a lei in quanto penso sia utile per la nostra formazione personale.

    RispondiElimina
  3. Parlare di donna oggi non è molto semplice in quanto ci troviamo nell’epoca in cui la subordinazione che ha nei confronti dell’uomo continua in maniera imperterrita quasi paradossale… Una subordinazione inconcepibile visto che ci troviamo nel XXI sec. e visto che ci troviamo nel periodo delle innovazioni, dello sviluppo che ormai va comprendere tutti i campi… per una ideologia errata nata da vecchie concezioni ancora siamo nel mondo in cui ad esempio nei paesi di religione musulmana, le donne sono assoggettate completamente prima al padre e poi al marito, sono vestite in maniera disonorevole e indecorosa con vesti che le ricoprono totalmente fino agli occhi anche nelle calde giornate estive. Tutto ciò perché??l’unica ragione in quei paesi trovata sta nel fatto che la donna deve coprirsi anche i capelli per non fare entrare in tentazione gli uomini… ma quale uomo sulla terra può impedire ad una donna di camminare in jeans??per quale ragione una donna deve obbligatoriamente camminare con tre vesti che le ricoprono tutto il corpo anche nei mesi più caldi??io parlo di gente che vive a migliaia di chilometri dall’Italia e che delle volte cerca di ribellarsi alla veemenza dell’uomo; ma anche in Italia nei piccoli borghi, paesi le donne vivono una simile realtà e di cui non si lamentano… io non trovo nulla di differente tre una donna israelita( che è coperta dalla testa ai piedi e che non ha alcun diritto decisionale in ambito non solo familiare) ed una donna italiana che non esce di casa per non essere giudicata o viene lasciata sola a casa a svolgere dei compiti che non vi è scritto da alcuna parte che sono propri e che non possono essere messi a termine anche dall’uomo(come le stesse faccende di casa)… Luce Irigaray nelle prime pagine del libro ci ha fatto riflettere su quale è davvero il ruolo, l’importanza e la grandezza di essere donna…spero proprio che quelle qualità caratteriali e virtù un giorno possano mettersi in luce… come spero di poter continuare a leggere tale libro…

    RispondiElimina
  4. Questo percorso sul mondo femminile mi ha colpito particolarmente. Io personalmente sono cresciuta in un paese dove devi stare attenta a quello che fai per non essere giudicata. I ragazzi posso uscire, andare in piazza, girare, insomma fare tutto ciò che vogliono, mentre molte ragazze sono costrette a restare a casa. Ancora oggi nel 2015 esistono padri che vietano alle loro figlie di andare a scuola, ragazze della mia etá giá sposate e con bambini. Penso che questo sia inconcepibile, come hanno giá detto i miei compagni questo é il periodo dello sviluppo e delle innovazioni, ma perché ancora esiste questa mentalitá e questa distinzione? SIAMO TUTTI UGUALI. Credo che tutto questo debba finire e dobbiamo essere noi i primi a cominciare, prof l'unica cosa che vi chiedo e di continuare con questo percorso che ci permetterá di mettere a confronto le idee mie e dei miei compagni aiutandoci anche ad "aprire" la mentalitá di chi ancora é succube di questa realtá.

    RispondiElimina