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martedì 18 novembre 2014

Che cosa fanno oggi i filosofi?



Cari Alunni delle Terze As e Bs.... dopo la lettura dell'articolo fatta in classe, lasciate una vostra riflessione...

Umberto Eco e Norberto Bobbio rispondono alla domanda «che cosa fanno oggi i filosofi?». In questi brevi passi viene ribadita la nozione di filosofia come "domanda" e "ricerca di senso". 

U. Eco. Cos'è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia. Vogliamo tradurlo in termini molto, molto contemporanei, dopo la "logica delle rivoluzioni scientifiche" di Thomas Kuhn? È la sensazione che nel paradigma qualcosa non funzioni. Un paradigma è un insieme, una costruzione di regole e di principi alla quale ogni scienza del tempo si attiene. Ogni tanto appare una frattura: il paradigma si disfa, ne nasce un altro. Il momento della filosofia è quell'atto che avviene quando si ha l'impressione che il paradigma così com'è si muova a vuoto e al suo interno si facciano ormai solo giochi enigmistici. René Thom potrebbe dire che ogni gesto filosofico è una catastrofe (nel senso non banale del termine). 
Quindi la filosofia è necessariamente atecnica e non scientifica. Usa per lo più come categorie delle grandi metafore, scavalca i confini delle scienze perché, provando malessere per i paradigmi troppo stretti, cerca di mettere in contatto universi diversi. Quindi è sempre una forma di alto dilettantismo, in cui qualcuno, per tanto che abbia letto, parla sempre di cose su cui non si è preparato abbastanza. Ciò non esclude che facendo queste operazioni di alto dilettantismo ogni filosofia poi non produca un sistema coerente di nozioni, di categorie; a quel punto lentamente diventa scienza. L'ottanta per cento di quella che Aristotele ci passava per filosofia, è poi diventata scienza e di filosofico è rimasto pochissimo. 
Quindi, quando nasce, la filosofia è inutile perché va contro una utilità riconosciuta, che si definisce come scienza particolare; quando comincia a diventare utile, effettivamente è diventata utile perché probabilmente ha prodotto una scienza, ma a quel punto non è più filosofia, almeno nel senso in cui la sto definendo. Può continuare a essere attività accademica, didattica, insegnamento di quella che era stata la filosofia di partenza. La filosofia ha vita brevissima. [...] 

N. Bobbio. Davanti a ogni più piccolo problema ci poniamo sempre due perché: un perché causale e un perché finale. Ovvero: 1) quali sono le cause per cui accade quello che accade? 2) perché è accaduto proprio quello che è accaduto? e non altro? O meglio: in quale disegno generale dell'universo si inserisce l'accadimento di cui conosciamo perfettamente le cause che l'hanno prodotto? In altre parole, nell'un caso si tratta di spiegare un fatto, nel secondo di giustificarlo. Il sapere scientifico quando riesce, dà una risposta al primo perché. Non al secondo. 
Facciamo un esempio qualunque tratto dall'esperienza quotidiana. Leggiamo sul giornale che in uno scontro fra due macchine alcuni sono morti e altri sono rimasti vivi. Perché alcuni siano morti e altri siano rimasti vivi è dal punto di vista causale perfettamente conoscibile: dipende dal modo con cui è avvenuto l'urto, dalla posizione dei viaggiatori e da tanti altri elementi che un esperto è in grado di ricostruire. Ma siamo in grado di dare una risposta a que¬st'altra domanda: perché (e in questo caso "perché" significa non per quale causa ma per quale ragione finale) sono morti questi e non quelli? Esiste un disegno generale dell'universo che possa non solo spiegare causalmente, ma giustificare finalisticamente quello che è accaduto? E se esiste, quei disegno dell'universo, qual è? 
Ecco cosa significa la domanda di senso. Altro è chiedersi per quale causa, empiricamente conoscibile, è avvenuto quell'incidente: altro chiedersi qual è il senso di questo incidente. Siamo in grado di dare una risposta a questa domanda? 
Proviamo un po'. Se rispondiamo che l'universo è regolato dalla necessità o dal caso, la domanda di senso scusatemi il bisticcio non ha più alcun senso. Quello che accade doveva accadere: necessità. Quello che accade poteva anche non accadere: il caso. Solo se riteniamo che l'universo sia governato da una Provvidenza, alla cui decisione nulla di quanto accade è sottratto, siamo indotti a ritenere che quelle morti e quelle vite abbiano un senso perché lo ricevono da questa volontà previdente e provvidente. Ma cos'è questo senso? Se rispondiamo che quella volontà è, come dobbiamo rispondere, imperscrutabile, allora sappiamo soltanto che l'accadimento deve avere un senso, ma non sappiamo qual è. A questo punto ci viene un sospetto. Forse non è vero che quell'avvenimento ha senso perché esiste una Provvidenza, ma è vero l'opposto: noi suppongo un governo provvidente unicamente perché desideriamo ardentemente che quell'avvenimento abbia un senso soprattutto, poi, se si tratta di un avvenimento che, ci tocca da vicino. 
Questo è un piccolo esempio, ma la domanda di senso si allarga, si estende a tutta la nostra vita individuale, a tutta la storia dell'uomo, a tutto l'universo. Rispetto all'individuo, perché il dolore e non anche il piacere e non soltanto il piacere? Perché la sofferenza e non soltanto la gioia. Perché l'infelicità e non soltanto la felicità? Rispetto alla storia: perché l'oppressione e non soltanto la libertà? Perché la guerra, la violenza, le stragi e non soltanto la pace, il benessere e la fraternità? Rispetto all'universo intero, infine, la domanda fondamentale che comprende tutte le altre: perché l'essere e non il nulla? Non so se riesco a far capire la pregnanza di questa domanda che è davvero la domanda ultima. Perché ci sono cose, uomini, animali, piante, stelle, galassie, in una parola il mondo e non invece il non mondo? [...] I due mali contro cui la ragione filosofica ha sempre combattuto e deve combattere ora più che mai , sono, da un lato, il non credere a nulla; dall'altro, la fede cieca. Insomma tener viva la fede nella ragione contro coloro che non credono neppure nella ragione, che io chiamo i meno che credenti, e contro coloro che credono senza ragionare, cioè i più che credenti. Questo è il compito umile, molto umile ma necessario, della filosofia: un compito da sentinella, più che presuntuosamente da «guida». La sentinella che deve stare ad ascoltare l'avvicinarsi del nemico, da qualunque parte provenga, e dare l'allarme prima che sia troppo tardi. 

14 commenti:

  1. Rocco III B
    Caro professore, prima di iniziare l’anno scolastico mi interrogavo sempre su cosa fosse la filosofia e la immaginavo come una materia misteriosa, mi procurava entusiasmo intraprendere questo percorso perché ho sempre avuto una grande passione per l’inspiegabile.
    La filosofia nasce per dare una spiegazione logica alla trattazioni dell'esistenza allontanandosi dagli schemi della teogonia e cosmogonia. Questi ragionamenti saranno poi “approvati” dalla scienza la quale non da certezze, infatti ,come lei ci ha fatto presente prima di arrivare all’idea che non esiste il centro dell’universo sono state divulgate diverse tesi, dapprima la teoria geocentrica ,successivamente si passò alla teoria eliocentrica. Secondo me ci saranno ancora tantissime teorie nel corso degli anni che seguiranno
    La ricerca di nuove argomentazioni sarà possibile grazie ai pensieri dei filosofi i quali ,attraverso dei ragionamenti logici, convinceranno l’uomo, smontando e ricomponendo le tesi degli scienziati, che la verità non la sapremo mai perché non può essere compresa dal comune essere umano e che quest’ultimo può comprendere e conoscere solo se stesso.-
    Per quanto riguarda l’avvenire , credo nel destino, che tutto sia già scritto e alla presenza di un essere soprannaturale.
    Io ho accettato l'idea dell'esistenza di un'entità onnipotente, e credo che se Dio rappresenti tutta la conoscenza, tutto è destino immutabile.
    Il mio cammino filosofico è appena iniziato, magari, in futuro, con la maggiore conoscenza di me stesso la mia idea potrebbe essere statica come potrebbe facilmente cambiare.
    Credo che il compito dei filosofi sia di fondamentale importanza per rispondere alle tre domande esistenziali dell’uomo: chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando.

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  2. Tripodi Valentina III B19 novembre 2014 alle ore 23:20

    Mi sono sempre chiesta cose fosse realmente la filosofia. Ero abbastanza incuriosita di conoscere questa nuova disciplina. Ne sentivo spesso parlare, a volte positivamente, altre negativamente, ma ogni qualvolta mi arrivavano notizie al riguardo vi era sempre qualcosa che mi interessava e mi invogliava a saperne di più. Devo ammettere di essermi posta molti interrogativi sulla mia vita, sul mio essere e, seppur avere iniziato questo nuovo cammino da pochissimo tempo, mi ha molto intrigato il fatto che questa disciplina si proponga di dare una risposta a tutti gli interrogativi che l’uomo si pone. Ho avuto modo di comprendere che la filosofia è proprio la consapevolezza di non conoscere, di non sapere, nel caso contrario non sarebbe nemmeno esistita. Come disse Socrate, che era consapevole della propria ignoranza rispetto alla vera realtà delle cose, dobbiamo orientarci sul trascendentale e non sul trascendente perché nessuno di noi è in grado di conoscere il vero principio di tutto o altro, può solo conoscere una cosa: sé stesso, attraverso una riflessione e ascoltando il demone costantemente presente in ognuno di noi. Questo, a mio parere,è il principio fondamentale della filosofia.
    Mi ha colpito particolarmente la risposta di N. Bobbio alla domanda “Che cosa fanno oggi i filosofi?”. Egli dice che la scienza tende a spiegare un fatto, mentre la filosofia a giustificarlo. A questo proposito,in classe, è stato fatto un semplice esempio,dicendo che la scienza si chiede: “Come la goccia di acqua si trasforma in nuvola?” La filosofia,invece,si pone un altro tipo di domanda: “Perché la goccia di acqua si trasforma in nuvola?”. Ecco che, nel primo caso, si tende a spiegare l’avvenimento, nel secondo, a giustificarlo. Tutto ciò che dice la filosofia viene poi ripreso dalla scienza.
    In merito al futuro avrei dei dubbi. Non so se credere nel destino, in un qualcosa già programmato. Piuttosto ritengo che siamo noi stessi a determinare ciò che siamo, che siamo stati, e,soprattutto, che saremo. Da cristiana credo in un Dio onnipotente, e senza dubbio, la Sua volontà incide molto sul nostro “essere”, ma penso che siamo noi i veri e propri artefici del nostro avvenire.

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  3. Francesca Luppino III Bs21 novembre 2014 alle ore 17:45

    Caro professore, per un po’ di tempo mi sono domandata che cos’era la filosofia e quale fosse soprattutto il ruolo dei filosofi. La filosofia nasce quando gli uomini smettono di interpretare la realtà attraverso il mito e incominciano a interrogarsi sul perché delle cose. Il termine filosofia che significa “amore per la sapienza” fu dato per la prima volta probabilmente da Pitagora tra il V e VI secolo a.C . Scopo infatti dei filosofi è quello di andare alla ricerca della realtà, realtà che può essere compresa solo attraverso la ragione. La filosofia è, anzi dovrebbe essere per tutti, ma penso che per capirla fino in fondo e apprezzare tutte le varie sfumature sono in grado solo in pochi. Non penso di essere in grado di esprimere un concetto molto ampio e intenso in pochi mesi perché sarebbe come chiedere di spiegare la relatività di Einstein. Tutti conoscono la formula, alcuni sanno cosa indicano i vari termini dell’equazione ma solo in pochi riescono a capire tutti i ragionamenti che hanno permesso ad Einstein di arrivare a questa scoperta. Nonostante ciò credo che la filosofia sia una ricerca continua e insaziabile per arrivare a spiegare il perché delle cose. Infatti Norberto Bobbio facendo l’esempio di un incidente in cui alcuni sopravvivono altri no ci pone due domande. La prima è a mio parere banale perché le cause sono evidenti, nella seconda ci dobbiamo fermare perché potremmo andare all’infinito. Questa riflessione è collegata bene con quella di Umberto Eco il quale paragona la filosofia alla metafisica di Aristotele . La Metafisica( al di là della fisica) secondo Eco è la risposta a tutto poiché la filosofia è un atto di meraviglia. Eco suppone che la filosofia ha vita brevissima. Io non sono assolutamente d’accordo perché l’amore per la scienza non potrà mai finire.

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  4. Cari Alunni, non posso pubblicare i Post anonimi, siete pregati di firmarli, tutti quelli senza nome (basta solo il nome e la classe, senza cognome) verranno cestinati. Grazie

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  5. Carmine IIIBs
    Ho sempre sentito parlare della filosofia , prima di iniziarla a studiare pensavo che fosse una materia come le altre, ma non si è rilevato così perché grazie ad essa ho capito che devo prendere delle decisioni ,ho capito che nella vita non tutto mi è dovuto ,e che per stare bene o per raggiungere la felicità devo fare quello che realmente voglio
    La filosofia nasce dal bisogno dell'uomo di dare a tutto un "perché". Per molto tempo, quando non esistevano le opinioni della scienza la filosofia era l'unica forma di "sapere" ed influiva persino nei modi di governare nelle antiche civiltà. Lo scopo della filosofia è il desiderio di conoscere la verità Essa mira ad una spiegazione logica della realtà. A somiglianza delle scienza, la filosofia non dà certezze ma propone dichiarazioni fondate su principi generali di conoscenza. Perciò si può dire che Filosofia e Scienza sono due facce della stessa medaglia.. La ricerca o la modifica di nuove argomentazioni è possibile grazie ai pensieri dei filosofi i quali ,attraverso dei ragionamenti, convinceranno l’umanità che la verità no si saprà mai perché l’uomo, come diceva Socrate, può conoscere solo se stesso.-
    Per quanto riguarda il futuro ,in quanto cristiana, credo che un essere soprannaturale ,nel mio caso Dio, abbia già definito tutto infatti penso che se egli rappresenti la verità, tutto è destino immutabile.
    Penso che la filosofia sia una materia molto interessante. Quello del filosofo è un percorso intrapreso allo scopo di conoscere: il vero significato della vita, la realtà delle cose e il soprannaturale.

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  6. Anna Ortuso III Bs Caro professore, per spiegare cos'è per me la filosofia e qual è il compito del filosofo oggi, vorrei partire dalla frase di Socrate "io so di non sapere". Oggi molti vogliono propagare le proprie verità, le proprie certezze date dalla scienza; si vuole dare per certo ogni cosa, lo scienziato in particolare tenta di scoprire ogni mistero nascosto e dare per vera la propria teoria. Ecco, secondo me questa è la cosa che differenzia il filosofo o la filosofia in generale. Essa infatti ci insegna ad interrogarci sempre sulla vita, a smentire qualsiasi cosa e ricercare la verità, in quanto essa non è sempre raggiungibile. Dunque la filosofia non semina certezze, ma dubbi e ciò ci spinge ad utilizzare la ragione. Essa, infatti, è stato lo strumento che ha indotto Talete a non fermarsi di fronte alle credenze dei miti, ma ad interrogarsi sulla vera ragione della realtà delle cose. Dunque secondo me la filosofia è davvero l'amore per il sapere.

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  7. Leonello Domenica III B

    Caro professore, ho da poco iniziato a conoscere questa nuova disciplina che è la filosofia, mi sono sempre chiesta che cosa fosse e quale fosse il ruolo dei filosofi e soprattutto perché nasce. Ho sempre avuto un interesse particolare nella ricerca del “perché” delle cose, nello scoprire nuove cose e imparare sempre più. Ho cercato nella scienza le risposte ad ogni mia domanda ma senza comprendere il vero significato delle cose. Come lei ci ha fatto presente in classe, i filosofi ”smontano” le teorie già esistenti formulate dalla scienza per indurre ad una riflessione sul perché delle cose e non sul come. La filosofia nasce quindi per dare una spiegazione logicamente valida a tutto ciò che ci circonda. Iniziando a conoscere la filosofia ho iniziato a riflettere molto di più sulle cose e sul perché queste ultime accadono. A mio parere tutto accade per una ragione ma non sappiamo quale essa sia. E’ facile credere a un essere sovrannaturale che causa ogni cosa, che governa ogni cosa, che regola ogni cosa, e anche se così fosse, a quale scopo?
    Ogni uomo ha una propria idea e una propria ipotesi su ogni evento che potrebbe essere valida, e dico potrebbe in quanto non possiamo stabilire quale sia giusta e quale sbagliata. Ma se la verità è soltanto una, perché esistono diverse tesi? E’ evidente che l’uomo non può comprendere e conoscere ogni cosa, se non, come dice Socrate: “se stesso”. Per quanto riguarda l’avvenire, non saprei a cosa credere. Di certo ritengo che nulla accade per caso, poiché se così fosse non avrebbe senso, il “caso” è un qualcosa che non esiste ma che esiste allo stesso tempo, una specie di illusione. Allo stesso modo non credo nemmeno al destino , poiché affidarsi ad esso significherebbe rassegnarsi a tutto ciò che succede, senza riflettere. Norberto Bobbio parla del perché esiste la guerra e non solo la pace, il dolore e non solo la gioia, l’infelicità e non soltanto la felicità ecc.. .Ecco, sappiamo che la filosofia nasce perché dinanzi alla morte l’uomo si chiede il perché della vita, quindi per poter iniziare una riflessione è necessario conoscere ogni cosa, il bene e il male, il dolore e la gioia, insomma ogni opposto. Inoltre ritengo che se davanti alla morte, l’uomo, invece di chiedersi il perché della vita, si fosse rassegnato al destino o a un essere sovrannaturale, la filosofia non esisterebbe. Quindi, al contrario di quanto viene detto da Umberto Eco, credo che fino a quando l’uomo continuerà a porsi delle domande, la filosofia non avrà fine.

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  8. Mi sono sempre chiesto che cosa fosse la filosofia, ero molto incuriosito al fatto di conoscere questa materia. Anche se ho iniziato questo cammino da poco, per me è una materia molto interessante e bella. ho avuto modo di comprendere che un filosofo e colui che dice di non sapere, come disse Socrate, mentre colui che dice di sapere tutto in realtà, non solo non sa niente ma non può essere considerato un filosofo, perché nessuno di noi è in grado di conoscere il vero principio di tutto può solo conoscere sé stesso attraverso una riflessione.
    A me, leggendo questo testo, mi ha molto colpito la riflessione di N. Bobbio. Egli dice che la scienza spiega un fatto mentre la filosofia a giustificarlo. Egli ci fa anche l' esempio di un incidente e ci pone due domande, la prima: quali sono le cause dell' incidente? la seconda: perché sono morti questi e non quelli?. E a mio parere e su quest?ultima che ci dobbiamo soffermare a riflettere.
    per quanto riguarda il futuro io credo nel destino e che tutto sia scritto.

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  9. Cari Alunni, trovo le vostre riflessioni molto interessanti... avremo modo, nei prossimi incontri e negli anni futuri di confrontarci anche con il "Destino" e col "Caso"... ancora grazie...

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  10. Armando III B
    Prima di avvicinarmi alla filosofia le mie idee su di essa erano molteplici ed alcune piuttosto assurde. Adesso però,dopo quasi due mesi dall'inizio dell'anno scolastico,comincio a comprenderne la bellezza e la straordinarietà. Essa si sofferma sul pensiero,sulla libera espressione dei dubbi e delle proprie domande di ogni essere umano. Lo studio di questa materia mi sta appassionando molto e mi sta insegnando a pensare e riflettere. Fino ad adesso abbiamo avuto modo di conoscere solo alcuni dei più grandi filosofi greci che da niente, dall'osservazione di pochi elementi sono andati alla ricerca di una fonte primordiale da cui tutto ebbe origine. Molte teorie filosofiche come quella dell'atomismo di Anassagora sono state riprese nella veste di teoria scientifica. Questo mi porta a pormi una domanda: come mai la filosofia, che dovrebbe rappresentare la umile ricerca di un principio unico e la verità e l'integrità del pensiero,ha,come afferma Eco, una relazione che è fondata invece su norme e paradigmi definiti?
    Forse i dubbi posti dai filosofi erano orientati verso la ricerca di una verità imperscrutabile e scientifica? Filosofia e scienza sono due mondi che,seppure apparentemente sembrano in forte contrasto,in realtà si completano. La filosofia si apre al pensiero e alla riflessione e porta l'uomo ad allargare la sua mente,sfruttare la creatività,la grandezza del suo intelletto e la sua fantasia. Io credo che proprio chi si rivela essere in grado di andare oltre l'intelligenza umana riconoscendone però i limiti può essere definito filosofo. La scienza,invece,come la religione impone all'uomo verità dogmatiche che egli è tenuto ad accettare,offuscando la creatività del proprio intelletto. La filosofia dunque è vicina all'uomo nel suo bisogno di conoscere il mondo che lo circonda e,principalmente, come afferma Socrate, conoscere se stesso.

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  11. Durante i primi anni di liceo, sentendo parlare gli altri ragazzi di filosofia, mi sono sempre chiesta cosa fosse. All'inizio di quest'anno scolastico, infatti, ero molto curiosa di conoscere la nuova disciplina e di intraprendere questo nuovo percorso.
    Ciò che forse mi ha spinta a volerne sapere di più è il fatto che la filosofia si proponga il compito di spiegare il perchè delle cose, quindi di dare una risposta agli interrogativi che l'uomo si pone.
    Studiando la filosofia ho iniziato a riflettere di più su ciò che accade e a pormi delle domande. Ho anche iniziato a interrogarmi sulla mia vita e su me stessa, perchè penso che, come dice Socrate, non possiamo conoscere gli altri se prima non conosciamo noi stessi.
    Leggendo l'articolo mi ha colpito particolarmente la riflessione di Norberto Bobbio sul ruolo dei filosofi. Egli dice che davanti ad ogni problema noi ci poniamo sempre due domande: "come è accaduto?" e "perchè è accaduto?". La scienza solitamente dà una risposta alla prima domanda, quindi spiega le cause dell'avvenimento. La filosofia invece risponde alla seconda domanda giustificando l'avvenimento. Il compito della filosofia, e quindi quello dei filosofi, è dunque di indurre l'uomo a pensare, a riflettere sul perchè delle cose.
    Non sono invece d'accordo con ciò che dice Umberto Eco in quanto non penso che la filosofia abbia vita brevissima. Al contrario credo che, fino a quando l'uomo continuerà a porsi delle domande, la filosofia non finirà.
    Per quanto riguarda il destino, non sono sicura di credere che tutto sia già scritto. Penso piuttosto che siamo noi stessi a determinare il nostro futuro. Essendo cristiana, però, credo in Dio e penso che la sua volontà influisca molto sul nostro avvenire.

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  12. La domanda "Che cos'è la filosofia?" non ha mai sfiorato la mia mente. È la prima volta che mi pongo questo interrogativo,quindi non sono molto sicura di avere le idee chiare. Riprendendo il pensiero di Thomas Kuhn,per me la filosofia è quel ragionamento libero e astratto che riesce a spiegare ció che nel paradigma non è compreso, nemmeno dalle rigide leggi dell'universo. A questo pensiero si contrappone il pensiero di Eco,che denigra la filosofia,affermando che questa sia inutile in quanto appena nata va contro un sapere esatto,che è quello scientifico. Essa ha vita breve, secondo Eco, però, credo fortemente di dovermi opporre a questa affermazione,poiché per me la filosofia è immortale,continuerà sempre a vivere all'interno di ogni scienza.
    Molte volte penso a quanto l'animo umano sia corruttibile,a quante volte ci imponiamo di credere una cosa anche se siamo consapevoli che sia tutto il contrario. Quando la nostra vita è scossa da un episodio che ha graffiato e ferito il nostro animo,noi siamo portati a pensare che era inevitabile che accadesse, poichè era già tutto scritto,e che noi siamo impotenti davanti al destino. Ma nel mio piccolo sto provando a non farmi soggiogare da queste inutili paure,ma a pensare che il destino non é padrone del nostro cammino,ma che tutto sia legato al caso. Dobbiamo liberare la nostra mente da questi stupidi pregiudizi e lasciare che lo scorrere del tempo sia incondizionato e casuale. A scuola ho imparato che la vita é l'unione tra tutti gli elementi contrari,e che ogni cosa é in grado di definirsi grazie al proprio contrario. La felicità non sarebbe tale se il dolore non esistesse,la vita non ci apparterrebbe se la morte non incombesse. Ed è grazie alla filosofia,che comprendo che tutto ciò che mi circonda sia un'incessante lotta tra bianco e nero,ma é proprio grazie a questa lotta che io, sono in grado di comprendere e percepire ogni diversità. La filosofia é l'amica più fidata di ogni uomo,la persona più saggia che sa sempre darci i consigli migliori. Lei affronterà insieme a noi la vita,questa lotta,dove farà da sentinella,per avvertirci quando il pericolo é vicino . La filosofia non é solo una spiegazione agli enigmi,ma è soprattutto la guida giusta e favorevole della nostra vita. Come dice Aristotele,é la risposta a qualcosa di meraviglioso.

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  13. Care Antonella e Giusy, non credo che Eco intendesse dire questo.... egli non denigra la filosofia, piuttosto la definisce la via primaria dell'umana ricerca di senso: essa apre le strade nuove che poi la scienza percorrerà.... quando parla di "vita brevissima", forse intende dire che non esiste un sistema filosofico che possa valere per sempre... ma lasciamo che sia egli stesso a chiarirsi.... leggete che cosa risponde a questa domanda:
    Sulla filosofia ci sono diverse definizioni (...). Ma la filosofia necessita di una definizione?
    «Il fascino di una storia della filosofia è di mostrare quante definizioni di filosofia potrebbero esserci e ci sono state, e quella a cui pensava Aristotele non è la stessa a cui pensava, che so, Russell. Inoltre bisogna considerare che la figura del filosofo accademico nasce solo nell’Ottocento, e prima ad occuparsi di filosofia erano persone che si interessavano anche alle scienze naturali (Aristotele), alla teologia (san Tommaso), alla geometria (Cartesio), al calcolo differenziale (Leibniz) e così via.
    Un manuale di storia della filosofia deve aiutare a scoprire che si è fatta filosofia anche quando ci si occupava di tante altre cose».

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  14. Per me l'amore è una perdita di tempo
    Giuseppe Cannizzaro 3bs

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