Translate

domenica 22 maggio 2011

PROGETTO LEGALI AL SUD - I Diritti Umani – Sant’Eufemia D’Aspromonte –

Eleanor Roosevelt and Human Rights Declaration

Diritto umano numero 1: Siamo tutti nati liberi ed uguali
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.


Diritto umano numero 2: Non discriminare
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranità.



Diritto umano numero 3: diritto alla vita
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.


Diritto umano numero 18: Libertà di pensiero
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.


Cari Alunni, questi sono i quattro diritti umani di Cui ci stiamo occupando nel nostro progetto... adesso tocca a voi: lasciate sulla rete i vostri commenti e le vostre considerazioni, come verifica del nostro percorso...

15 commenti:

  1. Fin da piccoli ci hanno insegnato che siamo tutti uguali e non importa di che colore sia la nostra pelle, o di che forma siano i nostri occhi, eppure oggi abbiamo di fronte una realtà ben diversa: sono molte le discriminazioni fatte a persone con religione diversa, con tradizioni diverse, con orientamento sessuale diverso dal nostro. Oggi, non si pensa due volte a condannare un immigrato piuttosto che riflettere sul fatto che "diverso" non vuol dire "cattivo". Forse spesso reagiamo in maniera violenta perché abbiamo paura di chi non conosciamo, connazionale e non, ma ormai dovremmo essere abituati al fatto che ogni città è diventata multietnica, e che questo, visto sotto un'altra luce, potrebbe essere fonte di arricchimento per ognuno di noi. Sarebbe bello applicare l'insegnamento che i nostri genitori ci hanno impartito fin da piccoli, e poter essere in grado molto presto di prendere per mano un ragazzo/a che sia cinese, marocchino, turco o islandese senza più pregiudizi. Basterebbe così poco a fare questo piccolo gesto se superassimo la barriera dell'apparenza e abbracciassimo la diversità che ognuno di noi ha dentro di sé, e che è una ricchezza. Se ogni volta che vediamo un estraneo ci dimenticassimo del suo aspetto esteriore, cosa ne rimarrebbe di lui? Non è fatto di carne ed ossa come noi? Che importanza ha il colore della sua pelle? Che differenza fa? Non soffre anche lui? Non ama come lo facciamo noi? Invece che porci tutte queste domande, molto spesso preferiamo l'indifferenza facendoci scappare l'occasione di allargare i nostri orizzonti e di conoscere noi stessi. Lo stesso Socrate diceva che per conoscere noi stessi dobbiamo prima conoscere la verità che risiede negli altri, grazie alla quale saremmo pervenuti alla nostra, come se ogni essere racchiudesse in sé una piccola parte di verità dell'altro. Ma ancora di più importante c'è che dobbiamo essere consapevoli che l'altro ha i nostri uguali diritti, in quanto essere umano. Quei diritti che hanno portato gli uomini a dire basta all'odio, all'indifferenza, alla vergogna che ci hanno condotti alla guerra. In quanto esseri intelligenti dovremmo imparare dalla storia per non ripetere gli stessi sbagli, ma vista la realtà odierna non ci siamo ancora riusciti. Spero che un giorno la carta dei diritti umani possa diventare la costituzione universale, un pretesto che possa impedire nuove guerre e che metta finalmente fine all'odio e all'egoismo di tutti gli essere umani. Veronica Pillari

    RispondiElimina
  2. Carmela e Giovanna Siciliano30 maggio 2011 alle ore 21:07

    Ogni persona ha un valore… Valore è uguale a qualcosa che ha un prezzo o più in dettaglio dalle qualità positive, sociali o morali, per le quali una persona è degna di stima. Quindi ogni individuo è speciale, non importa se è bianco o nero, siamo tutti uguali e dobbiamo comportarci con gli altri come fossero nostri fratelli. Non dobbiamo essere schiavi dell’opinione della gente. Le persone non si giudicano dall’apparenza (per esempio: dal colore della pelle, dal sesso) ma, da quello che ci possono trasmettere mediante la loro cultura e storia. Nessuno ha il potere di condannare l’altro per un’idea o per una fede. Tutti hanno il “diritto” di esprimere i propri pensieri con libertà e senza paura, perché nessuno è giudice di nessuno. Ogni essere umano, donna o uomo che sia, ha una dignità che deve essere rispettata e non deve essere calpestata da nessuno.

    RispondiElimina
  3. Nell’articolo 2 della “Human Rights Declaration” del 10 dicembre del 1948, viene espresso che non ci deve essere discriminazione di razza, colore, religione, sesso, lingua e così via; mentre l’articolo 3 stabilisce il diritto alla vita che deve essere garantito a qualsiasi cittadino. Ebbene, rileggendo questi due articoli mi viene in mente l’incontro che qualche giorno fa abbiamo avuto con una suora reduce della guerra civile ruandese. La storia per sommi capi la conoscevo, ma a dir la verità non mi sono mai soffermata ad informarmi e così ascoltando la storia di questa giovane donna sono rimasta un po’ sconvolta. Ancora nel 1994, quindi quando ormai la dichiarazione dei diritti umani era in vigore da quarantasei anni, si è potuto assistere al massacro della popolazione Tutsi a colpi di arma da fuoco, machette, bastoni chiodati. Tutto questo per far in modo che l’altra restante parte della popolazione, gli Hutu, prendessero il dominio dell’intero Rwuanda. Mi vengono in mente alcune immagini di tutta questa storia, che la suora splendidamente e chiaramente ci ha descritto, soprattutto il modo in cui venivano uccisi i bambini nati da genitori Tutsi: sistemati tutti in fila sull’altare di una chiesa venivano trucidati a colpi di machette. Ancora in questa chiesa rimangono i segni di tanta atrocità. Ci è stato anche raccontato che i “sopravvissuti” dalle proprie abitazioni vedevano solo una moltitudine di persone morte, e un mare di sangue attorno a loro, quindi nell’aria c’era un odore disgustoso di corpi in decomposizione. Credo che nelle scuole, così come si ricorda l’olocausto, un altrettanto terribile esempio della violazione dei diritti umani, vada ricordato il genocidio in Rwuanda. Come si può notare l’ORRORE NON HA MAI FINE. Non bisogna dimenticare, sperando che in futuro si riesca a comprendere e respingere quello che purtroppo potrebbe sorgere nel XXI secolo nella nostra società. La vita è un dono inviolabile, il quale dovrebbe essere custodito in modo sacro e dunque nessun uomo ha il diritto di togliere crudelmente e ferocemente la vita di un altro.

    RispondiElimina
  4. Così come ha fatto Luana, gradiremmo che lasciaste le vostre idee anche sull'esperienza fatta durante le varie fasi del progetto...

    RispondiElimina
  5. Riconoscere dei diritti umani e racchiuderli in una dichiarazione credo sia stato il gesto più nobile che l'uomo abbia fatto negli ultimi secoli. Prima del progetto ero a conoscenza dell'esistenza dei diritti umani, ma non avevo considerato quanto fosse grande il loro valore. Vivendo in un paese in cui la serenità e la tranquillità sono proprie della vita quotidiana non sapevo quanto potesse essere vasta la crudeltà e la stupidità umana! Ecco perché, dopo le due orribili guerre mondiali e molti altri episodi di disumanità, credo che il riconoscimento dei diritti umani, attraverso la stesura della Convenzione, sia stato un passo enorme per l'umanità. Purtroppo, nonostante ciò l'uomo ha continuato ad alimentare quel suo lato crudele e desideroso di potere dimenticando i valori umani. Durante il progetto ho avuto la possibilità di ascoltare la testimonianza di una suora reduce del genocidio in Rwanda. È stata un'esperienza incisiva: mi ha portato a riflettere su quanto l'uomo sia capace di far del male. Ricordo in particolare una sua frase: "...non avevo paura di morire, anzi mi sentivo pronta, avevo paura di come sarei morta, di quanto avrei sofferto... per morire senza soffrire, ossia con un colpo di pistola, si doveva pagare... altrimenti si era destinati ad essere tagliati a pezzi con una machette e poi fatta mangiare la propria carne..." oltre a rimanere sconcertata di fronte a quelle parole, ho pensato: "pagare per morire?!!" Assurdo credere a quelle parole, eppure i suoi occhi erano così veri, attraversati da quelle immagini, forse ancora molto vive in lei, da far venire i brividi e nello stesso tempo, un sentimento di rabbia verso chi ha permesso un genocidio del genere...
    Ho fatto i conti di quanti diritti umani sono stati violati in quegli anni: il diritto alla vita! il diritto alla libertà! il diritto di non essere sottoposto a tortura o a trattamenti inumani o degradanti! Il diritto della non discriminazione! In quella circostanza tutti i diritti umani sono stati completamente dimenticati!! Spero che il mondo abbia imparato... spero che non oserà mai più andare contro i diritti umani dopo aver visto quanto male si può creare! La mia speranza nell'uomo è sostenuta da quel gesto nobile fatto il 10 Dicembre 1948, perché se l'uomo ha riconosciuto tanti diritti umani è anche capace di rispettarli e di farli rispettare per il bene dell'umanità o meglio per il bene delle proprie famiglie! Grazie a questo progetto ho avuto la possibilità di conoscere un po’ di più il mondo facendo maturare in me molti pensieri sicuramente utili per la vita futura...

    RispondiElimina
  6. Maria Carmela Luppino31 maggio 2011 alle ore 16:27

    Quest'esperienza per me è stata molto significativa perché non avrei mai creduto che un progetto che riguarda i diritti umani potesse interessarmi: fino al giorno in cui ho aderito ad esso ho ignorato sempre questo argomento. Con tale progetto ho avuto modo di conoscere religioni diverse: durante l'ultima uscita abbiamo incontrato Julia, una pastora Valdese e Said rappresentante della chiesa Bahai... ho provato piacere a sentire le loro parole e le loro testimonianze. Grazie a questo progetto ho imparato nuove cose che mi hanno fatto guardare il mondo in un modo diverso perché approfondendo il discorso dei diritti umani, motivo per cui l'uomo ha da sempre combattuto per il riconoscimento, ho capito l'enorme valore che rivestono nella nostra società. Per quanto riguarda la donna, sul ruolo della quale si è discusso più di una volta nel corso del progetto, secondo me sarà dura riuscire a modificare la sua condizione di inferiorità nei confronti dell’uomo, infatti, la tendenza della donna a dare più importanza ai rapporti personali e domestici, non le permette di impegnarsi con tutte le sue energie nel lavoro e quindi di affermarsi in una società fondata sul profitto. Sicuramente le differenze tra i due sessi si sono molto ridimensionate, ma a causa di questa predisposizione della donna sarà molto difficile annullarle. L’integrazione dei disabili potrebbe essere l’obiettivo più prossimo da raggiungere, in quanto anziché rinchiuderli in centri specializzati, sarebbe più opportuno far loro frequentare corsi mirati alla loro integrazione nel mondo del lavoro, cercando di far pesare meno le loro menomazioni. Con il sistema attuale, l’eliminazione delle differenze riguardo al tenore di vita è troppo lontana e con questo anche quella del lavoro minorile. Infatti, una famiglia che vive in un paese ricco diventerà sempre più ricca e non avrà mai bisogno di mandare i figli a lavorare, una famiglia che vive in una nazione povera sarà sempre più povera e sarà costretta a far lavorare, già dalla piccola età, la propria prole.
    La presenza delle gravi ingiustizie ovunque non deve far pensare che le cose non possono cambiare.
    Nel nostro piccolo abbiamo l’obbligo di renderci conto che tutti noi possiamo essere in grado di accettare le diversità senza sospetti e mantenere un comportamento leale e onesto nei confronti degli eventi che ci accadono e, in particolare, che dobbiamo imparare a considerare e rispettare la dignità delle persone che ci stanno accanto.
    Se si ripresentasse un'occasione simile a questa sarei la prima a partecipare. Maria Carmela

    RispondiElimina
  7. La violenza è la prima e più diretta forma di violazione dei diritti umani. Infatti noi giovani, che andiamo a confrontarci con queste forme di violenza, abbiamo trovato una risposta nel corso che abbiamo seguito a scuola "Legali al sud". Questo corso a mio parere ci ha aperto le porte alla conoscenza,infatti ho potuto capire come anche ai giorni nostri vengano violati i diritti contenuti nella carta dei diritti umani. Rileggendo l'articolo 18 e 3, mi ritorna in mente il massacro che ci è stato raccontato da una suora Rwuandese. Di tutto quell'orrore che, ciò che mi ha colpito di più, è stato il racconto sulle donne, le quali prima di essere uccise erano violentate, poi gli veniva amputata una parte del corpo, ed erano obbligate a mangiare la propria carne. Nel corso dei secoli si sono violati molti diritti degli uomini.Io credo che questo corso è stato gehen zu ficken
    utile, perché grazie ad esso inizio a guardare il mondo con occhi diversi e ad avere delle conoscenze più approfondite su quello che c'è intorno a noi.

    RispondiElimina
  8. L'art. uno della D.U.D.U. recita: "Tutti siamo nati uguali e liberi". Fra gli uomini non ci devono essere discriminazioni di sesso, di religione, di razza... dobbiamo comportarci con tutti come fossero nostri fratelli! Questo mi riporta in mente la testimonianza molto forte di Suor Annatalie, la quale ci parlò di bambini che essendo neri venivano distesi su un altare e tagliati a pezzetti, senza alcuna pietà. Ogni essere umano deve capire che tutti gli uomini sono dotati di coscienza e di ragione e nessuno ha il potere di prevale sull'altro. Perché abbiamo una dignità. Come Amnesty anche noi dobbiamo lottare ogni giorno per difendere i diritti umani.

    RispondiElimina
  9. come mai l'uomo disprezza sempre il proprio fratello? Questa domanda mi riporta all'articolo n.2 dei diritti umani sulla discriminazione. Un esempio tragico della violazione di esso l'ho ascoltato dalla viva voce di suor Annatalie, che è stata testimone del genocidio in Rwanda, dove delle persone di nazionalità Thuzi venivano chiamati "scarafaggi" soltanto perché erano neri!
    Ognuno di noi ha sempre qualcosa da dare all'altro sopratutto quelli che noi riteniamo diversi!Speriamo che in futuro tutti noi capiamo l'importanza che ha ogni persona.... senza fare nessuna differenza. E' questo che mi ha fatto capire quella suora la quale ha avuto una forza veramente grande a superare tutte quelle sofferenze, la frase che deve guidare noi ogni giorno deve essere: TUTTI GLI UOMINI ABBIAMO I MEDESIMI DIRITTI, A PRESCINDERE DALLA RELIGIONE O DAL COLORE DELLA PELLE

    RispondiElimina
  10. Nell'articolo Due della D.U.D.U si legge "non discriminare" questa affermazionea mi porta alla mente la storia che ci ha raccontato Suor Annatalie, frutto di una sua esperienza diretta durante il genocidio in Rwuanda. Sono rimasta colpita dal modo orribile in cui venivano sterminati i Tutsi, perché considerati inferiori. Le donne per esempio venivano prima violentate, poi mutilate e infine dovevano addirittura mangiare la loro stessa carne. Io non riesco a immaginare come possa un uomo uccidere un'altra vita e soprattutto con quale coraggio. Penso che non bisogna considerare "inferiore" una persona per il semplice motivo che non parla la nostra stessa lingua o professa una religione diversa. I diritti di ognuno sono inviolabili, compreso il diritto alla differrenza. Se tutti fossimo uguali sarebbe una noia. La diversità è ricchezza e va tutelata ad ogni costo....

    RispondiElimina
  11. Penso che il progetto "Viaggio intorno all'uomo" sia stato quello più interessante che io abbia fatto durante il mio percorso scolastico.
    Infatti, esso ha suscitato in me maggiore coscienza oltre che conoscenza degli articoli della DUDU e della Costituzione Italiana. Ho imparato tanto anche attraverso il racconto da parte delle vittime di vicende in cui venivano violati i Diritti Umani.
    In particolare, mi ha colpito la tragica storia di Suor Annatalie che ha vissuto il genocidio del Rwanda.
    Si è trattato di una guerra civile tra diverse etnie, guerra a me scononusciuta, in cui si sono concretizzate le più crudeli violenze che possano essere fatte ad un essere umano. Dal raccono fatto dalla Suora, con animosità, con il desiderio di farci sapere, di farci conoscere ciò a cui l'uomo può arrivare e, al contempo, di farci comprendere quanto bella sia la vita e quanto lei stessa la ami, nonostante abbia subito orribili violenze, di cui oggi ha certo memoria viva, ho vissuto una grande tristezza specialmente perché ho preso consapevolezza di ciò che l'uomo può arrivare a fare.
    Suor Annatalie, pur raccontando episodi di violenza crudeli, non ha dimenticato di dire che lei amava il proprio paese e che non è mai voluta fuggire in altro territorio, se lo avesse fatto sarebbe stata considerata rifugiata e avrebbe perso la propria nazionalità. Annatalie, così ha voluto che la chiamassimo, amava, nonostante tutto, il suo paese, quello stesso paese dove era nata e che ha ucciso barbaramente i suoi genitori e sei dei suoi fratelli e dove lei stessa rischiava una morte crudele.
    Grazie a lei ho capito l'importanza e la necessità per ogni individuo di avere un'identità nazionale, anche se sono rimasta incredula nel vedere che una vittima di cotanta crudeltà possa pensare così fortemente a riservare la propria nazionalità. Attraverso questo progetto sono riuscita a entrare in contatto con realtà diverse da quelle in cui vivo.
    Mi ha insegnato a dare maggiore valore alle cose che ho, ad apprezzare maggiormente la semplicità del mio paese, ad amare più profondamente la vita e a non essere indifferente a quello che succede agli altri.

    RispondiElimina
  12. Il diritto umano numero 18 parla della libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Per sviluppare questo ultimo punto ci siamo confrontati con i rappresentanti di altre religioni, i quali ci hanno aperto nuovi orizzonti. Ci siamo confrontati con fedi delle quali non avevo mai sentito nominare: valdese, e bahai. Fin da piccola la religione che mi hanno sempre insegnato è stata quella cattolica e mi è sembrato strano ritrovarmi in alcune idee proprie di altre religioni. Già il solo impatto con una nuova chiesa mi ha suscitato grande interesse perché ho riscontrato la diversità della religione nella sola struttura. Ma nell'ascoltare i rappresentanti di queste religioni ho capito che anche se sono religioni differenti ciò che li accomuna è il rispetto nei confronti dell'uomo come essere che ha i propri diritti che non possono essere violati.

    RispondiElimina
  13. Ogni uomo, in quanto essere vivente dotato di intelletto,è libero di esprimere il proprio pensiero, di manifestare il proprio credo, di praticare la propria religione. Ciò è difficile in una società che, oggi più di ieri, occlude le nostre menti impedendoci di accogliere nuove idee. Se siamo noi stessi i primi a non rispettare le idee altrui come possiamo pretendere che gli altri rispettino le nostre?Viviamo in una costante lotta tra uomini che non riescono ad accettare l'idea di un mondo a colori dove tutti dovrebbero essere liberi di esprimere la propria opinione, tra classi politiche che attaccano il pensiero altrui solo perchè è diverso dal loro,tra stati che si ritengono ricchi e all'avanguardia ma non capiscono che la segregazione delle menti può diventare più grave della segregazione di una razza. Talvolta ci chiediamo cosa ci spinga a tutto ciò, cosa ci abbia portato ad omologarci, beh, io credo sia la PAURA. Paura di un giudizio, paura di una reazione, paura, alle volte, dell'indifferenza. Milioni,anzi, miliardi di persone si rifugiano sulla rete, creano blog, gruppi o pagine solo per esprimere le proprie idee senza essere condannati o costretti a diventare parte di idee altrui, e tra questi miliardi più della metà è formata da noi giovani. Giovani colmi di idee e speranze nascoste e forse destinate a diventare la base di una società futura dove, si spera, ognuno farà valere le proprie idee senza paura ne vergogna. Un mondo a colori aperto a tutti coloro che vorranno dipingerlo.

    RispondiElimina
  14. Inizialmente pensavo che il progetto "Viaggio intorno all'uomo", riguardante i diritti umani, potesse solamente interessarmi, ma non coinvolgermi fino a tal punto... infatti esso ha suscitato in me la voglia di conoscere i diritti umani, di capire il valore che essi hanno, ma soprattutto quanto sia importante che questi vengano rispettati; ho capito tutto ciò, oltre che dalle informazioni che ci sono state fornite dai docenti del pon, anche e soprattutto dal racconto di vittime che hanno assistito o che addirittura hanno provato sulla propria pelle la violazione dei diritti umani. Mi ha colpito in particolar modo l'incontro con una suora reduce dalla guerra civile tra diverse etnie, in Rwanda. Dal racconto di Suor Annatalie si percercepiva l'atrocità e la violenza con la quale veniva oppressa la popolazione dei Tutsi da parte degli Hutu, solo perché questi ultimi pretendevano il controllo dell'intera Rwanda. Probabilmente l'intento di Suor Annatalie era quello di farci capire quanto fosse importante il dono della vita. Grazie al suo racconto ho capito l'importanza e la necessità per ogni individuo di godere del diritto alla vita… un dono inviolabile che nessun uomo, per nessun motivo, ha il diritto di sottrarre ad un altro.

    RispondiElimina
  15. "Viaggio intorno all'uomo" è stato il progetto più interessante ed emozionante che io abbia frequentato. Conoscere i diritti umani mi ha consentito di comprendere il vero significato di libertà, uguaglianza, fratellanza, e, soprattutto, di rispetto. L'articolo 2 dice: "non discriminare". Durante uno dei nostri ultimi incontri abbiamo avuto il piacere di ascoltare una testimone, vittima di discriminazione, perché di etnia diversa. Questa persona si chiama suor Annatalie, di origine rwandese. Proprio per la sua appartenenza a una diversa etnia ha rischiato di essere uccisa durante il genocidio avvenuto nel suo Paese. Grazie al suo racconto mi sono resa conto della crudeltà che a volte l'uomo l’uomo è capace di infliggere a un fratello, considerato "diverso"; nonostante le sue numerose sofferenze, suor Annatalie ha avuto la forza di andare avanti, di sperare sempre in una vita migliore, e di non provare odio nei confronti di quegli assassini che hanno sterminato anche parte della sua famiglia. Spero che l'uomo possa rendersi conto del valore che ha ogni singolo individuo,e che possa considerare la "Dichiarazione dei diritti umani" la sola "legge" capace di garantire un vivere civile , fondata sul rispetto.

    RispondiElimina