Il mio grande NO
poesie politiche
di Annamaria Barreca
Un grande No, è anche un grande Sì, il quale si oppone a tutto ciò contro cui si oppone il proprio No.
La poesia è quello spazio dentro il quale la libertà non può mai venire soppressa: ce lo ricordano i poeti vessati dai regimi, i quali sovente hanno continuato a scrivere anche usando (fuor di metafora) il proprio sangue come inchiostro.
Annamaria Barreca non riesce proprio a digerire la contraddizione del mondo che la circonda; non ammette la noncuranza e, per questo, continua a costruire con la scrittura la sua città ideale. Si chiede anche, e ci chiede, se la poesia, la sua poesia, possa essere un conforto, uno scudo contro il dolore e anche un terreno fertile nel quale seminare il domani.
Nell'epigrafe a questo doloroso libretto, la poetessa carica sulle sue spalle le ombre e la morte, per ridare luce e vita a chi è desideroso di ascoltare ancora la canzone dell'amore eterno.
Un canto che non ha tregua, che travalica i muri di indifferenza, eretti dalla paura. La pioggia della Barreca è lontana dalla feconda acqua del D'annunzio, ma, seppur acida e cada su un paesaggio post-atomico, cerca di ridare fiato a una terra arida e deserta.
Al dolore, alla rabbia, alla violenza, al sopruso, al magma del consumismo, che tutto fagocita, Annamaria Barreca dice NO, lo urla nelle orecchie di tutti coloro che si girano dall'altra parte, a tutti coloro che dormono pensando di essere svegli; a tutti coloro i quali sono morti da tempo e credono di essere vivi, solo perché respirano.
Un libro da leggere e rileggere, per non dimenticare di avere una responsabilità... un dovere... un desiderio da alimentare.